Dalla notte dei tempi l’uomo ha sempre alzato lo sguardo verso il cielo per pregare, promettere, imprecare, cercare risposte e spiegazioni sul suo destino terreno, instaurando in questo modo un’asse verticale etica del mondo in cui viviamo. Questa dimensione essenziale della vita umana è contenuta nel titolo del nuovo romanzo di Drazan Gunjaca, “Il cielo sopra la Dalmazia”. Emotivamente, mentalmente ed intellettualmente profondamente radicato nel suo territorio natio – la regione della Cetina e la Dalmazia – Gunjaca condivide con i lettori la propria ricerca di risposte a circostanze ed eventi storici che hanno definito la sua patria attraverso un gruppo di amici nel periodo immediatamente prima, durante e immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale. Per questa ragione, al primo livello di lettura, quello diretto, il lavoro di Gunjaca è un romanzo storico, o meglio un affresco storico che è punto d’incontro di una galleria di personaggi ai quali il cielo ha riservato il destino di vivere e morire in quello che fu il periodo della distruzione collettiva più terribile nella storia dell’umanità. In questo scontro di piccoli destini umani con eventi storici epocali i risultati sono molteplici. Dal punto di vista dell’autore è implicita l’impressione di una totale e dolorosa casualità che dirige le vite umane perché, quando gli dei giocano d’azzardo, gli uomini sono solo puntate insignificanti nel gioco divino.
Parte proprio da qui il livello più profondo della lettura del romanzo di Gunjaca, quello che riguarda la reazione umana alla realizzazione della propria effimerità. Inizia qui la storia di Gunjaca sul mantenimento della dignità umana senza tenere conto delle circostanze che premono. La dignità è un imperativo della vita degna di essere vissuta e va raggiunta da ognuno a modo suo, ogni uomo vive la propria catarsi personale. L’unicità e l’irripetibilità della purificazione personale e della scalata o caduta sull’asse verticale del mondo sono condizionate dalle esperienze esistenziali personali, dalla storia personale e da quello che ogni uomo ha ereditato dalla famiglia e dalla comunità in cui è cresciuto e in cui ha formato la propria personalità.
L’eredità di Gunjaca, ovvero del suo alter ego Jakov, il protagonista del romanzo, è la tradizionale cultura rurale della sua terra, in cui l’amore e il rispetto sono talmente sinceri da lasciargli spazio per uno scostamento ironico da ambedue. L’ironia, ovvero l’autoironia dell’autore sono un’ottimo contenimento per quel sentimentalismo semplicista offerto dalla tematica del romanzo e funge da contrappunto eccezionale a scene toccanti che non mancano.
Questi risvolti istrionici e cambiamenti di registro sono la caratteristica stilistica e compositiva principale del “Cielo sopra la Dalmazia”, dove Gunjaca si scosta nettamente dal procedimento dialogico ormai ben noto ai suoi lettori. Le frasi sono più lunghe, la trama più lenta, i protagonisti vengono descritti con meno dettagli e l’entropia del testo è maggiore. Leggendo il romanzo avevo l’impressione che la trama venisse costruita da sé, ovvero che i protagonisti vi influissero di più che il narratore stesso che serve, per così dire, a mettere i loro sentimenti, pensieri e azioni in un contesto storico. Questa mia impressione da lettore indica “l’insopportabile facilità” con cui Gunjaca scrive, la sua bravura e la conoscenza delle regole di ideazione, disposizione ed elocuzione come pure dei mezzi di creazione del testo che suscita emozione e invita alla contemplazione. I suoi eroi non sono personaggi di carta, sono persone di carne ed ossa che svelano al lettore le parti più intime del loro essere, confidando nella sua comprensione e compassione.
Quindi, per loro ma anche per noi stessi faremmo bene ad alzare lo sguardo verso il cielo, dovunque ci troviamo.
Mr.sc. Srdja Orbanic
PREFAZIONE
Il Cielo sopra la Dalmazia è un romanzo che, nel senso più diretto, non si è ancora visto in questo territorio, ma di cui c’era grande bisogno. Uno dei periodi più delicati della storia – per questo motivo evitato dagli scrittori per scampare alle varie trappole che riserva – è stato trattato da Drazan Gunjaca, affermato maestro della parola scritta, senza pregiudizi ed eventuali strette vedute ideologiche attraverso l’intreccio di preziosi dati storici sulla regione di Sinj che non ho mai sentito prima, con un aspro calore nelle descrizioni di tutti i protagonisti e antiprotagonisti coinvolti nella follia della guerra. E proprio li, nella follia della guerra, Gunjaca si trova a proprio agio, affermato e pluripremiato (più premi in assoluto) per i numerosi romanzi e drammi della stessa tematica.
Cosa rende particolare questo romanzo, tanto più speciale dei precedenti dello stesso autore? Il fatto che si tratti di un romanzo storico. Un romanzo che parla di persone e date concrete del periodo – di Vice Buljan, Stjepan Radić… Leggendolo, sono venuto a sapere delle cose sulla Dalmazia, Sinj e dintorni che non sapevo. E pure, è allo stesso momento un romanzo che parla dell’individuo, della vittima, confuso uomo qualunque intrappolato nella guerra e nella fantasmagoria dei destini che solo la guerra sa mettere insieme.
Personalmente trovo molto vicino il colorito locale del carso dalmata, i personaggi che vi sono collocati in modo magico, così naturalmente, i dialoghi di cui alcuni mi hanno fatto ridere fino alle lacrime, fino a quelli “pesanti”, tipici di Gunjaca; la composizione magistrale con ottimi salti e ritorni da una all’altra situazione temporale e spaziale, una “calma linguistica” del senso di piacere mai vista che ci introduce a eventi, personaggi e spazi con amaro piacere… Tutto questo mette il lettore nella posizione di non leggere questo romanzo nel solito modo, ma lo accomuna a quei rari romanzi che ti invogliano per ritornare e poi ripartire piano piano, e con gusto…
Questo romanzo fuoriserie è completamente diverso da tutto quello che Drazan Gunjaca ha scritto finora. Anche se mi ero innamorato dei suoi Congedi Balcanici a prima vista (sappiamo che il primo amore è speciale e irripetibile) e mi sono convinto della maestria dei romanzi che lo hanno seguito, oserei dire che Il cielo sopra la Dalmazia è l’opera migliore di Gunjaca – un capolavoro.
Robert Maric, scrittore (Spalato)
POSTFAZIONE
Nuovi orizzonti tematici
Sei o sette anni fa, l’avvocato polesano Drazan Gunjaca iniziò a scrivere una serie di romanzi, drammi e poesie per cui è stato premiato innumerevoli volte, soprattutto all’estero. Quasi tutte le sue opere oltre all’originale croato dispongono anche della traduzione in italiano.
Anche se i romanzi e i drammi sono incentrati quasi esclusivamente sulla Guerra croata di indipendenza, l’autore ha scritto anche romanzi d’amore. C’è stato un periodo di pausa, dato forse da un senso di saturazione personale dell’autore. Comunque sia, tutti i conoscitori delle sue opere sapevano che prima o poi avrebbe ripreso a scrivere, era solo una questione di tempo. Le aspettative di sono avverate con il nuovo romanzo, questa volta con una tematica ed impostazione diverse.
“Il Cielo sopra la Dalmazia” è in parte un romanzo storico, ma è soprattutto la cronaca di un luogo e della sua gente in un’epoca storica, in questo caso quella prima, durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale.
In questa fitta trama narrativa l’autore si scosta dal suo solito stile narrativo e letterario. I protagonisti, a differenza di alcuni altri romanzi dialogici precedenti, qui appaiono numerosi per creare, con i loro destini e storie vere ed autentiche, una parte della saga che è nel contempo parte della storia dei luoghi natii dell’autore.
Naturalmente, l’autore non conosce questa storia di prima mano, ma la ricostruisce grazie ai racconti dei familiari e consultando documenti storici. Comunque sia, appare molto forte il suo legame con il paese natio e tutti i suoi abitanti.
Tutti i protagonisti hanno il ruolo di rappresentare quanto più vivamente la storia di quegli anni terribili. I grandi eventi storici sono intercalati ai destini di persone semplici, mentre il narratore eterodiegetico porta il lettore all’interno di una realtà emotiva ma molto realistica attraverso descrizioni suggestive di luoghi e personaggi.
Il pensiero dei protagonisti riguardo agli eventi storico-politici è diverso come lo sono i loro caratteri che rendono il tema più interessante.
Questo romanzo rappresenta una novità nell’opera di Gunjaca, sia dal punto di vista tematico che quello narrativo.
Vanesa Begic
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