“Avrei dedicato nove capitoli su dieci a belle ragazze italiane, per avere il mio personale tornaconto da lurido porco quale notoriamente sono. Il decimo lo avrei dedicato a un certo regista italiano, sperando che il regista stesso, lusingato, decidesse poi di acquistare i diritti di un mio romanzo, farne un film e rendermi oscenamente ricco. Insomma, io il libro lo avrei scritto così, non ne sarebbe venuto fuori un libro meraviglioso, temo. Per fortuna ci ha pensato Simone Marcuzzi”.
Gianluca Morozzi
IL LIBRO
Un’esperienza comune a noi italiani è questa: viaggiare all’estero, dichiarare le nostra provenienza e vederci da subito inscritti in una deprimente costellazione di stereotipi. L’Italia? Berlusconi, la mafia, la pizza, qualche volta le belle donne, un tempo il calcio. E così, noi che sappiamo che c’è dell’altro, vorremmo aprir bocca e controbattere. Poi però ci blocchiamo, ci stringiamo nelle spalle, facciamo un sorrisetto al nostro interlocutore e lasciamo perdere. A cosa potremmo aggrapparci infatti?
Be’, potremmo fare come ha fatto Simone Marcuzzi, ad esempio. Che invece di dire: “gli italiani sono anche altro”, ha pensato bene di dire: “adesso vi mostro degli italiani che sono anche altro”. Cos’hanno in comune Pinocchio e Luciano Pavarotti, Dante e Rita Levi Montalcini, Enzo Ferrari e Giorgio Armani, Moana Pozzi e Leonardo da Vinci, Sergio Leone e Yuri Chechi? Vivi o morti, immaginari o reali, umanisti o scienziati, sono tutti italiani famosi nel mondo, italiani che tutti conoscono.
In un momento in cui il nostro paese sembra in affanno come mai in precedenza e la nostra immagine internazionale è fin troppo negativa, vale la pena di ricordarsi che esiste, è sempre esistita ed esisterà sempre un’Italia bella e riconosciuta nel mondo. Di cui andare fieri. A cui cercare di appartenere.
Perché alle nostre spalle e al nostro fianco ci sono anche Umberto Eco, Maria Montessori, Federico Fellini, Carla Fracci, Anna Magnani, Renzo Piano, Eleonora Duse, Luciano Berio, Antonio Canova, Cristoforo Colombo e tanti altri ancora…
Ecco quindi il catalogo di Simone Marcuzzi. Da qui ogni lettore potrà partire per fare il proprio.
Perché vale la pena di leggere 10 italiani che hanno conquistato il mondo? Perché abbiamo bisogno di guardare a esempi positivi per non assistere impotenti al funerale del nostro paese (piangendo, ovviamente: stile mélo).
Perché il libro è costruito come un romanzo a episodi e ogni racconto invoglia a procedere oltre non solo nella carrellata di italiani-modello, ma anche nella storia personale di un ragazzo che possiamo essere noi (o i nostri figli, nipoti, bisnipoti eccetera).
Perché per diventare italiani migliori, in grado di pensare un paese diverso da quello dello stereotipo, abbiamo estremo bisogno di non prenderci troppo sul serio.
L’AUTORE: Simone Marcuzzi (Pordenone, 1981) ha pubblicato la raccolta di racconti Cosa faccio quando vengo scaricato e altre storie d’amore crudele (Zandegù, 2006) e il romanzo Vorrei star fermo mentre il mondo va (Mondatori, 2010), vincitore del Premio Zocca Giovani 2011. Collabora all’organizzazione del festival letterario Pordenonelegge.
COME COMINCIA
Fa parte dell’esperienza di ciascuno il sorrisetto beffardo con cui, all’estero, viene accolta l’ammissione di provenienza di un cittadino italiano.
“Oh, nice to meet you. And where are you from?”
“Italy”.
Ed eccovi servito il sorrisetto. Come se scattasse un meccanismo invisibile, una trappola celata dalle foglie sul sentiero obbligato di una nuova conoscenza, la bella sensazione di respirare in terra straniera subito spianata dalla radiazione di significati tossici evocata dal nostro paese.
data di uscita: 18 novembre 2011