PREFAZIONE
Alcuni guardano alle antologie come a figli di un Dio minore. Ritengono che non abbiano lo stesso valore di uno scritto pubblicato da un unico autore.
Personalmente le ritengo un'occasione di incontro, un modo per proporre diverse vedute e opinioni unite in un unico contenitore.
Stiamo vivendo da due anni una situazione che non abbiamo mai vissuto, che ci ha lasciato molto tempo per riflettere e per guardarci dentro.
Ora più che mai c'è bisogno di parole buone, di occasioni di riflessione e, perché no, anche di svago.
Come fiori sul ciglio della strada, è palese, è un titolo piuttosto singolare e vuole manifestarsi a voi in tutta la sua meravigliosa metafora.
Poeti e prosatori si sono uniti per dar vita a questa antologia: ognuno con il suo stile, il proprio genere e le proprie idee.
Tutti uniti dalla stessa voglia di comunicare e di portare quello sprazzo di colore in questo momento storico piuttosto sfumato di grigio.
Proprio come dei fiori che nascono laddove pare impossibile che ci possa essere vita: a lato di una strada, fra il catrame e la sporcizia.
Come quella manifestazione di vita, i nostri scrittori, sono tenaci, nonostante le avversità del momento.
A vederli ci si domanda: ma come hanno fatto a crescere lì?
Ma poi si rimane sorpresi: con la loro semplice bellezza sanno migliorare un angolo che non ne possedeva alcuna.
Un poco assomigliano anche a delle persone ai margini, che nemmeno noti, eppure, come tutti, sanno restare fiori in un territorio ostile.
Potrei attribuire a questo titolo tante altre variazioni sul tema; personalmente lo trovo di grande ispirazione, così come lo saranno gli scritti che troverete qui raccolti.
Per combattere il buio serve la luce; per lottare in questi momenti dove pare prevaricare lo scontro, la sfiducia, la violenza; l'arte ci viene sempre in soccorso, donandoci quei momenti di raccoglimento necessari a capire dove stiamo andando.
Ecco che un libro è sempre un invito a mettersi seduti: leggere per distrarsi, per pensare, per confrontarsi.
Come asseriva Goethe: “Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole”.
Aggiungo anche il pensiero di Eco, che riguarda, invece, la narrativa: “Leggere racconti significa fare un gioco attraverso il quale si impara a dar senso alla immensità delle cose che sono accadute e accadono e accadranno nel mondo reale. Leggendo romanzi sfuggiamo all’angoscia che ci coglie quando cerchiamo di dire qualcosa di vero sul mondo reale.
Questa è la funzione terapeutica della narrativa e la ragione per cui gli uomini, dagli inizi dell’umanità, raccontano storie. Che è poi la funzione dei miti: dar forma al disordine dell’esperienza”.
© Miriam Ballerini