«… lentamente si solleva Tāne Mahuta, atua e padre dei boschi, degli uccelli e degli insetti, e lotta con i genitori; invano combatte con le mani e le braccia per separarli. Ecco, si ferma; ora la sua testa è fermamente piantata contro sua madre, la terra; solleva i piedi e li appoggia contro suo padre, il cielo; tende la schiena e le membra con grande sforzo. Così Rangi e Papa vengono separati…»
Il 14 aprile 1812 nasceva a Lisbona Sir George Grey, militare, esploratore, politico inglese, che ha unito spiccati interessi in etnografia e glottologia alle esigenze dell’amministrazione delle colonie britanniche dell’emisfero australe. Nel corso della sua lunga carriera, è stato governatore dell’Australia Meridionale, della Colonia del Capo e, per due volte, della Nuova Zelanda, paese dove ha trascorso gran parte della vita, divenendone primo ministro nel 1877. Tra i suoi numerosi lavori in campo etnologico spicca la registrazione delle tradizioni epico-leggendarie dei māori, parte delle quali è confluita nel libro Ngā māhinga a ngā tūpuna (1854), la cui traduzione in inglese, Polynesian mythology (1855), ebbe un ruolo importantissimo nel diffondere i miti e la cultura māori presso il grande pubblico dell’età vittoriana.
«Sebbene molto dobbiamo a Grey e ad altri folkloristi, grazie ai cui sforzi è stata tramandata una parte non indifferente dei testi mitici e magici dei māori, tentare una valutazione complessiva della mitologia neozelandese è reso problematico non solo a causa del fatto che, già a metà dell’Ottocento, quando si cominciò a registrare la tradizione degli indigeni della Nuova Zelanda, questa era già entrata in crisi, ma anche a causa del filtro ideologico di coloro che raccolsero il materiale.»
I māori della Nuova Zelanda rappresentano l’estrema propaggine sud-occidentale dell’imponente movimento di diffusione dei navigatori polinesiani attraverso l’oceano Pacifico, e Aotearoa, la “grande nube bianca”, è il nome con cui battezzarono la loro terra, colonizzata più di mille anni fa.
Quando Sir George Grey (1812-1898) ricevette l’incarico di governatore generale della Nuova Zelanda, ebbe notevoli difficoltà a gestire questo popolo fiero e bellicoso, e fu costretto a studiare la lingua e le tradizioni dei māori allo scopo di guadagnare prestigio ai loro occhi (e meglio sottometterli alle esigenze della politica coloniale britannica).
Il risultato dei suoi sforzi è questo classico della letteratura etnologica: la più antica e autorevole raccolta di miti e leggende dei māori. Dai racconti cosmogonici, che hanno il loro nucleo nel ciclo di Māui-tikitiki-a-Taranga, il trickster dell’intera Polinesia, fino alle “saghe” storico-leggendarie legate all’esplorazione e alla colonizzazione di Aotearoa – importanti sul piano delle rivendicazioni politico-territoriali dei māori –, il corpus di racconti tradizionali raccolto in questo libro affascina per l’ampiezza di registro e la freschezza narrativa.
Rivalità, intrighi, astuzie, navigazioni, imprese guerresche, storie d’amore e di magia, incantesimi e maledizioni costituiscono il suggestivo affresco di una civiltà che, tecnicamente allo stadio neolitico, è stata tuttavia in grado di creare un mondo concettuale di grande complessità e raffinatezza.
NB. La presente edizione ristabilisce capitoli ed episodi censurati nell'edizione inglese, per la prima volta ristabiliti sulla base del testo originale in lingua māori.
Ngā māhinga a ngā tūpuna, 1854
Polynesian mythology, 1855
Format: saggistica, documenti
Genere: mitologia, letteratura
Cura e traduzione: Valeria Muscarà
Prefazione: Dario Giansanti
Illustrazioni: Beatrice Emmi
ISBN:
Collana: Bifröst
Area: austronesiana
Anno: 2018
Edizione: brossura
Pagine: 462
Illustrazioni: 28
Prezzo: € 24,00
Prezzo Vfs: € 22,80