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TERMINE ULTIMO PER LA PRESENTAZIONE
DEGLI ELABORATI SCADUTO

La giuria del concorso Indipendentemente composta dal presidente Matteo Merli, Alessio Iarrera, Giovanni Scalambra, Barbara Gozzi, Marco R. Capelli ha valutato 33 elaborati tra soggetti e sceneggiature discussi in sede di riunione previe letture e giudizi individuali.

La giuria sottolinea l'importanza di due elementi di giudizio, decisivi per le scelte operate:
- rispetto delle regole per la redazione degli elaborati come da bando ovvero 'soggetti' e 'sceneggiature' con particolare attenzione verso quei requisiti minimi che li rendono appunto tali rispetto ad altre forme di scrittura.
- rispetto dei criteri stabiliti dal bando ovvero originalità, opere inedite, fattibilità cinematografica.

In seguito a quanto sopra chiarito, la giuria, sceglie di non assegnare il premio previsto dal bando, non avendo riscontrato tra le opere pervenute il rispetto totale dei criteri e delle regole previste nonché riconoscendo la possibilità di operare ancora su alcuni elaborati pervenuti rendendoli maggiormente idonei a effettive applicazioni cinematografiche.

Sceglie dunque di segnalare tre elaborati che si sono comunque distinti, ravvisandovi alcuni tratti meritevoli di menzione sui quali poter riprendere un lavoro di revisione, ridefinizione e approfondimento:

-Biancamaria Massaro - La lettera di Milady ( soggetto )
-Roberto Donati - Lisa, la sognatrice ( sceneggiatura )
-Luigi Brasili - Martina ( soggetto )

La giuria ha espresso i seguenti giudizi per i tre elaborati segnalati:

Il soggetto ‘La lettera di Milady’ rispetta formalmente le regole del bando, si riconosce lo sforzo di proporre la storia ‘attraverso immagini’ che è requisito fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo di una sceneggiatura. Contestualmente la trama rileva carenze in originalità, con potenzialità negli spessori dei personaggi e nei dialoghi. Anche la conclusione si presta a varianti e approfondimenti che potrebbero catturare maggiormente.

Nella sceneggiatura ‘Lisa, la sognatrice’ c’è un’evidente sforzo meritevole di nota nell’uso del linguaggio ‘per immagini’, uso puntuale e chiaro che rispetta la forma delle strutture linguistiche delle sceneggiature e che, invece, si è rivelato ostico per la maggior parte degli elaborati pervenuti. Si ritiene, però, necessario riprendere un lavoro mirato agli sviluppi, gli intrecci, riducendo cliché e scene scontate nonché per rivedere il finale.

Il soggetto ‘Martina’ presenta una trama intrigante per tematiche abbozzate e snodi. Il lavoro di ripresa è necessario per definire ‘scene mancanti’ nonché collegamenti tra i personaggi e spessori degli stessi che in sceneggiatura necessitano di approfondimenti e scavi per evitare cliché e generalizzazioni.

 

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dal 15/11/2009