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cura di Patrizia Cau
Nato a Mondovi (Algeria) il 7 novembre
1913, da una famiglia francese residente
in Algeria, rimane presto orfano del
padre che muore nella battaglia della
Marna durante la prima guerra mondiale.
Fin da giovane brilla negli studi, anche
se le condizioni economiche familiari
sono molto difficili: terminerà
il liceo, e grazie al suo professore
di filosofia, avrà una borsa
di studio per la prestigiosa Università
di Algeri. La tubercolosi gli impedirà
però di frequentare regolarmente
le lezioni, così studiando da
privatista si laurea in filosofia nel
1936 con una tesi su Plotino e Sant'Agostino,
lavoro che verrà pubblicato in
Italia nel 2004 con il titolo Metafisica
cristiana e Platonismo.
Nel 1934 si iscrisse al Partito Comunista,
che qualche anno dopo abbandonerà
(1937) per evidente divergenza di idee.
Per sostenersi economicamente fece diversi
lavori: impiegato presso un'amministrazione
statale, operaio presso una ditta di
spedizioni e altri.
Passione politica e impegno giornalistico,
sono due caratteristiche del suo modo
di concepire la vita e le battaglie
a favore dell'uomo. Le sue denunce contro
lo sfruttamento degli arabi in Francia
e la denuncia delle loro condizioni
miserabili vissute sotto il colonialismo
francese, gli portarono censure e fastidi.
Intorno al 1937 esordì nel mondo
letterario con la raccolta di prose
liriche e di saggi intitolato "
Il rovescio e il diritto". Sempre
in questo periodo scoprì la sua
passione per il teatro e fondò
una compagnia " Théâtre
du Travail" d'ispirazione marxista
che inseguito diventerà il "Théâtre
de l'Equipe", dove scrisse il dramma
"Rivolta nelle Asturie " (1935),
la cui rappresentazione venne vietata.
Nel 1938 la sua prima opera teatrale
Caligola
I problemi di salute lo costrinsero
ad andare in Savoia a curarsi; rientrando
in Algeria passò per l' Italia,
dove visitò Firenze, Pisa, Genova.
Rifiutò un posto come insegnante
presso il Collegio Sidi-Bel-Abbès
e decise di dedicarsi solo alla letteratura,
al teatro e al giornalismo.
Iniziò a leggere le opere di
G. Sorel, Friedrich W. Nietzsche, O.
Spengler, Fëdor Dostoevskij, Honoré
de Balzac.
Nel 1942 portò a termine il saggio
"Il mito di Sisifo", giustamente
sottolineato come "Saggio dell'
assurdo" espressione del suo pensiero
filosofico.
Legge avidamente e intensamente letture
come: Tolstoj, Sade, P. Lavirey, Marco
Aurelio, Defoe, Cervantes e Melvill.
Le condizioni difficili della vita algerina
lo costringeranno a trasferirsi a Parigi,
dove però ben presto si attiverà
contro l'occupazione nazista.
A Parigi è segretario di redazione
al Paris-Soir, entra a far parte della
cellula partigiana Combat, dove curerà
numerosi articoli, per l'omonimo giornale
che esce clandestinamente.
Per Camus la presenza tedesca è
atroce, così come tutti i totalitarismi
che sono in evidente contrasto con la
libertà e la dignità dell'uomo.
Infatti in aperta protesta lascerà
il posto al' UNESCO
a causa dell'entrata della Spagna franchista,
così come è tra i pochi
intellettuali a criticare
aspramente i metodi brutali del Soviet,
in occasione della repressione di uno
sciopero a Berlino Est.
Le sue posizioni si attesteranno, al
di fuori di qualsiasi ideologia fine
a se stessa, che non abbia come impegno
l'unità delle genti.
Sempre nel 1942 venne pubblicato "Lo
straniero", il suo romanzo più
noto e tradotto in quasi tutte le lingue.
É considerato unanimemente uno
dei capolavori della letteratura novecentesca.
In questo periodo incontra Francis Ponge
e fra i due scrittori nacque una solida
amicizia; conobbe anche Jean-Paul Sartre.
Porterà in scena l'opera teatrale
Il Malinteso (1944), senza ottenere
però successo.
Nel 1946 partì per gli Stati
Uniti per una serie di conferenze presso
varie Università.
Al suo rientro a Parigi portò
a compimento "La peste" (1947),
che ottenne grande successo di pubblico
e il premio della critica. In questo
lavoro Camus fece la cronaca dei dolorosi
avvenimenti accaduti ad Orano.
Il 1948 fu per Camus un anno di intense
lotte civili; prese posizioni molto
dure contro le dittature sovietica e
franchista, si batté per i comunisti
greci condannati a morte riuscendo ad
ottenerne la grazia.
Partì anche per un viaggio in
Sud america, ma ebbe un grave peggioramento
del suo stato di salute che, al suo
rientro in Francia, lo costrinse ad
un lungo periodo di riposo.
Nello stesso anno scrisse "Stato
di assedio" (1948) e il famoso
saggio filosofico "L'uomo in rivolta
", che verrà pubblicato
nel 1951.
Fu un'opera che sollevò molte
polemiche, e che segnò la frattura
ideologica fra Camus e Sartre: i contrasti
di vedute fra i due si accesero vivacemente
attraverso interventi sulla stampa di
sinistra, sviluppandosi principalmente
intorno agli avvenimenti drammatici
della guerra in Algeria. Camus, francese
d'Algeria, visse con profondo dolore
le vicende della sua terra d'origine.
In quegli anni Camus pubblicò
"I giusti" (1950), "L'Estate"
(1954), "La caduta" (1956),
"L'Esilio e il regno" (1957).
Nel 1957 gli venne assegnato il Premio
Nobel per la letteratura. A Stoccolma
pronunciò due importanti discorsi
che vennero pubblicati l'anno seguente
col titolo "Discorsi di Svezia".
Durante un viaggio in Grecia la sua
salute gli creò nuovamente fastidiosi
problemi, ma al suo rientro, pur conducendo
una vita appartata continuò ad
occuparsi di attività teatrali.
Il Ministro della Cultura francese gli
offrì la direzione della "Comédie
Française", incarico che
rifiutò per problemi di salute.
Chiese invece di poter dirigere un teatro
sperimentale, e su questa proposta si
sarebbero dovuti accordare di lì
a pochi giorni nel corso di un incontro
che purtroppo non avvenne.
Albert Camus morì il 4 gennaio
1960 a Villeblevin (Yonne), in un gravissimo
incidente automobilistico. Aveva quarantasei
anni.
Vennero pubblicati postumi i due volumi
"I taccuini" (1962-1964),
il romanzo incompiuto "La morte
felice" (1971) che lo scrittore
aveva iniziato nel 1937 e il romanzo
autobiografico "Il primo uomo"(1994),
sul quale stava lavorando prima della
morte. (Patrizia Cau)
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