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ALESSANDRO
TASSONI
(1565-1635)
a cura di Carlo
Santulli
Alessandro
Tassoni (1565-1635) nacque a Modena da una
famiglia nobile. Rimasto orfano, dopo anni
di dissolutezze, completò gli studi
tra Bologna, Ferrara e Pisa e fu posto al
servizio del Cardinale Ascanio Colonna,
con il quale visse in Spagna dal 1600 al
1603. Rientrato in Italia, fu ambasciatore
piemontese a Roma al servizio del duca Carlo
Emanuele I di Savoia, che lo scrittore riteneva
"il più magnanimo principe che
abbia la nostra età", ammirandone
la politica d'indipendenza nei confronti
della Spagna. In questo periodo compose
una raccolta di pensieri dal titolo "Varietà
di pensieri di Alessandro Tassoni"
divisa in nove parti e contrassegnata da
un tenace anti-aristotelismo. Già
da questi scritti si nota la personalità
vivace ed irosa che lo caratterizzò
per tutta la vita, e la sua corrosiva vena
polemica, spesso indirizzata contro gli
emuli del Petrarca. La pedantesca cultura
secentista si coniuga in Tassoni al desiderio
di nuovo, alla ricerca del paradossale e
del bizzarro.
I suoi forti sentimenti anti-spagnoli animano
un'opera di oratoria politica, praticamente
un pamphlet, che rappresenta una delle poche
espressioni letterarie della protesta contro
la dominazione straniera: le "Filippiche
contro gli Spagnoli". Il Tassoni invitava
i principi italiani a ribellarsi, seguendo
appunto l'esempio del duca di Savoia Carlo
Emanuele, che nel 1612 aveva mosso guerra
alla Spagna per il Monferrato. Stampate
tra il 1614 e il 1615, le Filippiche sono
concordemente attribuite al Tassoni dalla
critica, benché egli non ammise mai
di esserne l'autore, per timore di ritorsioni
e vendette, e gli ottennero di entrare ancor
più nelle grazie dello stesso duca
di Savoia, che nel 1618 lo volle a Torino
col titolo di primo segretario. Nel 1621
Tassoni si ritirò a vita privata
a causa della mutata politica del duca sabaudo
e delle conseguenti ostilità dell'ambiente
di corte nei suoi confronti. Nel 1622 pubblicò
"La secchia rapita", composta
in ottava rima, in cui, sebbene l'azione
si svolga nel secolo XIII, i riferimenti
alla contemporaneità sono numerosi
ed espressi con arguzia e riferimenti polemici
di carattere personale che contribuiscono
a vivacizzare i personaggi. Nel 1626 fu
al servizio del cardinale Ludovisi e nel
1632 del duca Francesco I di Modena. Morì
nella sua città natale appena tre
anni dopo, il 25 aprile 1635.
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