Scrisse
Carlos Drunmond de Andrade, il più
rinomato poeta brasiliano (che quest'anno
compirebbe cent'anni), per il cinquantesimo
compleanno, il 17 gennaio 1963 dell'amico
Rubem Braga, "professore di lucidità":
Rubem Braga aveva diciotto anni e si era
già affermato come cronista a Belo
Horizonte. Scriveva sul giornale "Estado
de Minas" una colonna di lettura obbligatoria.
Sempre girovago, un bel giorno fece un viaggio
e non scrisse nulla. Ma il giornale decise
di imbrogliare i lettori com una cronaca
scritta da un altro, usando la sua firma.
Braga lesse e telegrafò al direttore
Afonso Arinos: "Non usate il mio santo
nome invano". Impossibile usare il
nome di Braga imitando la prosa
di Braga. È brevettata. I suoi elementi
- sensualità, tenerezza, anarquia,
tédio, poesia, hunour --, da soli
sono manipolabili da chiunque. Messi insieme
formano un composto specificamente braghiano,
che dispensa firme. E quanti ce ne sono
di suoi imitatori! Imitano soltanto... Come
corrispondente del suo giornale sul "fronte"
della Rivoluzione Costituzionalista de 1932
(vera guerra civile per la secessione dello
stato di San Paolo dal governo fascista
della capitale Rio de Janeiro), venne arrestato
come spia e corse il pericolo di essere
sottoposto alla corte marziale o persino
ad essere fucilato. Oh, che immaginazione!...
In una "cronaca" Braga confessa:
"Io ero una spia; ero la spia della
vita tra i morti. La guerra era troppo stupida
per non farmi sorridere e io non riconoscevo
alleati né nemici. Vedevo soltanto
uomini poveri che si ammazzavano per il
bene di uomini ricchi. Vedevo il Brasile
che si ammazzava con armi straniere".
Chi vedeva queste cose senza la nebbia passionale
che turbava tanta gente, era un ragazzo
di diciannove anni che a trentaquattro avrebbe
scritto: "Osservo le cose con due occhi
che, nonostante siano castani e un po' sul
verde, vedono questo mondo con sufficiente
chiarezza".
E questa è la qualità principale
e inaspettata di Braga: la lucidità.
Un uomo che dice tante cose assurde o surreali
può forse essere un buon osservatore
della vita? Sicuramente sì. Sempre
che ce ne sia la necessità, Braga
emette giudizi ponderati su fatti politici,
economici, sociali e, anche se non sempre
o quasi mai la sua opinione coincide con
l'opinione dominante o vittoriosa, ciò
non prova niente contro l'esattezza della
sua visione intellettuale e il suo buon
senso; prova soltanto che tali attributi
non godono di molto favore della collettività...
Come spia della vita dall'apparenza annoiata
ma interessatissimo, annota i meravigliosi
fenomeni della primavera e dell'estate che
passano inosservati all'uomo comune, e ne
estrae il massimo profitto esistenziale.
Le arti della caccia, della pesca e dell'amore,
l'osservazione costante del vento di nord-ovest,
il contatto con la spiaggia e le acque correnti,
acqua corrente lui stesso, la notizia di
uccellini, insetti, frutti, paesaggi, la
celebrazione quasi liturgica delle grazie
e misteri della donna (per sembrare gentile
un giorno mi disse in una lettera che gli
sarebbe piaciuto darmi in regalo una piccola
fregata e quattro o cinque donne), il dono
di sentire, valorizzare e distribuire la
natura come un bene di cui abbiamo sempre
più di bisogno. Questa è la
lezione di Braga, "lezione di insaziabile
libertà e piacere di vivere",
che fa piacere proclamare nel giorno in
cui l'ammirevole professore completa cinquant'anni
con la naturalità, il gusto della
vita e della terra e l'intenso sentimento
poetico e umano che aveva a diciannove anni.
A cura di Giuseppe Butera
butera@ucdb.br
Pubblicazioni di Rubem Braga:
O Conde e o Passarinho (Il conte e l'uccellino),
1936.
O Morro do Isolamento (Il colle dell'isolamento),
1944.
Com a FEB na Itália (Con la Forza
Spedizionaria Brasiliana in Italia), 1945.
Um Pé de Milho (Una pianta di granturco),
1948.
Um Homem Rouco (Un uomo rauco), 1949.
50 Crônicas Escolhidas (50 Cronache
scelte), 1951.
Três Primitivos (Tre primitivi), 1954.
A Borboleta Amarela (La farfalla gialla),
1955.
A Cidade e a Roça (La città
e la campagna), 1957.
100 Crônicas Escolhidas (100 Cronache
prescelte), 1958.
Ai de Ti, Copacabana (Guai a te, Copacabana),
1960.
A Traição das Elegantes (Il
tradimento delle eleganti), 1967.
200 Crônicas Escolhidas (200 Cronache
scelte), 1977.
Livro de Versos (Libri di versi), 1980.
Recado de Primavera (Avviso di primavera),
1984.
Os Melhores Contos de Rubem Braga (I migliori
racconti di Rubem Braga), 1985.