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Zoé
Valdés e la poetica della nostalgia
Zoé
Valdés, libro dopo libro, continua
a raccontare nel suo stile originale, libero
e torrenziale, un'assenza che oramai somiglia
a una vera e propria malattia. Cuba, o meglio
quell'isola, come viene chiamata dall'autrice,
intesse con lei, e lei con la terra nativa,
la sua Itaca, un dialogo interiore che ci
riporta in ogni pagina le onde del mare
che scoppiano in schiume impalpabili, l'odore
del mango e della canna da zucchero ma soprattutto
una miriade di rapporti umani intessuti
di sentimenti vorticosi, fondendo mirabilmente
vita vissuta e letteratura.
Esule per disperazione, la scrittrice, nata
a L'Avana nel 1959 e approdata a Parigi
nel 1993, dove ha lavorato alla delegazione
cubana dell'Unesco e nell'ufficio culturale
dell'ambasciata cubana a Parigi, in realtà
non ha mai lasciato l'isola. Affetto e rancore,
per una terra generosa ma inospitale verso
i principi, segnano la sua identità,
come una cicatrice congenita che getta una
vena di malinconia su ogni ricordo, anzi
su ogni parola.
'Quando ti hanno privato della possibilità
di scegliere, quando hai ingoiato il boccone
amaro della mancanza di libertà,
fino a farne indigestione, non potrai mai
più assaporare la libertà
senza che il morso della memoria ti ferisca
le labbra.'
Per queste affermazioni e le interviste
rilasciate, Zoé Valdés, insieme
al marito regista cinematografico, si può
considerare una scrittrice attivamente impegnata
nel campo della dissidenza politica.
La rievocazione diventa uno scavo interiore
che dà concretezza al filo inconsistente
del passato e allora si comprende la predilezione
dell'autrice per Proust, incontrato per
miracolo o per sbaglio in una libreria della
capitale, senza che l'opera fosse completa.
La lettura, come racconta, le procura la
febbre a quaranta, un'esaltazione da rifiutare
cibi solidi per quasi due mesi e un'estraneità
al mondo da cui è in grado di accogliere
solo una tazza di tè russo.
Neanche il rientro a Cuba negli anni successivi
le riporta il tempo perduto perché,
come se non fosse tornata, l'isola non le
restituisce niente se non la medesima amarezza
e l'antica miseria. L'unico luogo stregato
in grado di custodire il ricordo è
dunque solo la propria mente perciò,
tra i suoi amici cosmopoliti ed esiliati
allo stesso modo, Zoé Valdés
diventa la musa che si occupa di tendere
la catena invisibile che li lega indissolubilmente
ad un mondo e a un'innocenza che tutti hanno
perso.
La soffice carnalità che esprimono
tutti gli scrittori dell'America latina
si versa in uno stile di fisicità
totale, ebbro di sensazioni, dove ha la
sua parte il sesso vissuto senza ipocrisie
e i sensi sempre pronti a versarsi nelle
cose, in un amalgama continuo tra realismo
e magia. La scrittrice adombra quasi che
la capacità percettiva degli abitanti
dei paesi occidentali sia incompleta e altrettanto
colpevolmente restii i rapporti umani. Lei
invece possiede una segreteria che gracchia
come in un sortilegio voci da tutta la terra,
lettere cui non fa in tempo a rispondere
e ancora fax e altri strumenti elettronici
nel suo cenacolo privilegiato, perché
la sua patologia non si manifesta con l'inamovibilità,
ma on the road di in un parossistico bisogno
di nuove professioni e di viaggi.
Donne forti e consapevoli, insofferenti
a impacci e compromessi, in pace con la
propria sensualità, come Dànae,
in tu mio primo amore, non temono di riappropriarsi
della propria storia e delle lontane passioni
per consentirsi il gusto di una vita autentica,
ma il romanzo più solidale e felice
rispetto alle sue tematiche resta Café
nostalgia, luogo fisico di Miami, per artisti
e intellettuali cubani strappati dalla dittatura
alla propria consuetudine.
Autrice di raccolte poetiche, sceneggiature
e romanzi, tra i quali annotiamo anche Il
nulla quotidiano, tradotto in sei lingue,
la scrittrice è ritenuta una delle
personalità privilegiate della narrativa
intorno ai Carabi.
Con La vita intera ti ho dato, del 1996,
Zoé Valdé ha vinto il premio
Planeta, che l'ha imposta all'attenzione
mondiale e l'ha avviata al successo.
© Fortuna Della Porta
fortunadellaporta@virgilio.it
Vedi inoltre:
Altri testi (possibile minore
rilevanza):
(1) Zoe Valdes e la politica della nostalgia di Fortuna Della Porta - ARTICOLO
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