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LE INTERVISTE
DI ELISABETTA BILEI
Intervista
a: RUGGERO SCALZO
Chi
è...
Ruggero Scalzo
R.S. ha 26 anni e vive
a Meda, in provincia di Milano.
Laureato in lettere moderne, indirizzo
estetico, nellaprile del 2002, da
allora ha fatto varie cose, dallinsegnamento
al giornalismo. E' uno dei soci fondatori
dellassociazione culturale Ybris
(un tempo Casa dei pittori) che organizza
eventi culturali e spettacoli.
Ha pubblicato un libro di poesie dal
titolo Il sapore delle cose presso
la casa editrice Libroitaliano e Il
sapore della lattuga con Prospettiva
Editrice.
Consigli per gli acquisti? Puntate sulla
lattuga, appena un morso
Treno affollato. Vi chiedete come faccia
la bella signora accanto a voi a stare in piedi
su quei tacchi a spillo che sembrano più
trampoli per gli equilibristi, e come faccia
la ragazza in fondo a urlare a tal punto da
farsi sentire anche da voi. Starà litigando,
forse con il suo fidanzato. È solo per
amore che si diventa così. Voi, però,
vorreste fare altro. Magari leggere un libro,
proprio quello che quel giorno avete dimenticato
sul comodino. Oppure quello che volevate comprare
ma che poi non avete preso. Per pigrizia, o
perché non sapevate quale scegliere.
Se fosse così, allora questintervista
potrebbe dare un nome al vostro prossimo acquisto
letterario: Un morso di lattuga.
Ne parliamo con lautore, Ruggero Scalzo.
Parlaci del tuo libro Un
morso di lattuga (Prospettiva editrice,
euro 8).
Scoprire che il mondo si può aprire e
rivelarci sentieri invisibili, inedite prospettive,
squarci meravigliosi o disarmanti. Questa è
la magia più grande: entrare in autentico
contatto con le cose, scoprirle nuove seppure
conosciute. Uguali e sempre diverse. Il tema
ricorrente del libro è quello dellincontro:
tra persone, cose e animali, incontri del mondo
con il mondo, in una libera e reciproca apertura
di vite, sensi, corpi. Vero incontro è
percepire e ritrovare il miracolo e il mistero
di cui le cose sono gravide, superando le ristrette
definizioni nelle quali spesso sono ingabbiate,
verso un approccio più spontaneo e creativo
che ci ridoni il nostro posto nel mondo e non
sopra di esso, che ci sappia mettere allo stesso
livello dellesistente che ci circonda,
in grado, quindi, di ascoltarlo e amarlo. La
realtà odierna vede prevalere l'etica
del dominio di persone nei confronti
di altre presone o del nostro stesso pianeta
rendendo di fatto impossibile a priori
ogni forma di comunicazione e scambio, nell'ottica
di assurde e sterili logiche di potere: un'etica
che non riguarda solo i governi e la politica,
ma sembra essere entrata nelle fibre più
nascoste del nostro vivere quotidiano.
È lincontro nella sua palpitante
vitalità che si cerca di manifestare
nella varietà delle storie narrate
che spaziano dallassurda ironia alla triste
constatazione e con lausilio di
registri stilistici differenti prosa
nuda ed essenziale o espressiva e barocca, linearità
di narrazione o spezzatura frammentaria
nel tentativo di dire linesprimibile,
di potere coglier quellattimo infinitesimale
e stupendo nel quale le cose si rivelano e nascono,
pronte per essere gustate e ascoltate, vissute
e fatte rinascere, cose ricche e magiche, familiari
e allo stesso tempo sorprendenti e inaudite.
La scrittura è una compagna o unamica
e perché?
Forse potrei definirla una di quelle amiche
che non frequenti spesso, ma quando c'è
bisogno di loro sono sempre presenti, non mancano
di offrire aiuto e supporto. Le migliori amicizie
non sono quelle basate sulla quantità
(le persone che si vedono spesso) ma sull'intensità.
Non scrivo molto, però posso dire che
la scrittura è in qualche modo sempre
presente, nel modo di vedere il mondo. Ogni
pagina ha cambiato il mio approccio alle cose:
e pensare che spesso si ha l'illusione di potere
scrivere quando ormai il quadro delle situazioni
è chiaro è ben definito, quando
si pensa di avere delle cose da dire e insegnare,
mentre è l'atto stesso della composizione
a farci scoprire scorci inediti e inauditi.
Il titolo del tuo libro è nato più
dalla tua fantasia o dalla tua mente?
È il titolo del racconto centrale della
raccolta, una sorta di frammento poetico che
ben esprime l'atmosfera dell'intero libro. Inizialmente
avevo pensato di scegliere un titolo a parte,
originale, che non rimandasse ad alcun pezzo
specifico dell'opera; poi, senza un perché
preciso, cominciai a "masticare" Un
morso di lattuga e mi parve veramente adatto,
la scelta migliore. Non solo perché si
tratta di un titolo simpatico, senza troppe
pretese (ma proprio per questo accattivante
e forse più profondo di quanto sembri
all'apparenza), ma anche perché fresco,
in parte croccante e da "digerire",
come gli stessi brani che compongono il libro.
Ti senti di più uno scrittore o un
autore e perché?
Sono entrambe definizioni di un certo peso.
Non mi aggradano molto e non per un peccato
di eccessiva modestia. D'altra parte non penso
che ci si possa definire in uno dei due modi
solo se si campa di scrittura o si ha un riconoscimento
(di pubblico o di critica), però non
userei questi termini per me. Dato il mio rapporto
con la pagina, mi definirei uno scrivente. Sì,
scrivente mi piace.
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