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LE INTERVISTE
DI ELISABETTA BILEI
Intervista
a: CHIARA DEL SOLDATO
Chi
è...
Chiara Del Soldato
E' nata a Grosseto il 21
maggio 1956. Si è laureata presso
l'Università degli studi di Firenze
in Lettere classiche e presso quella di
Siena in Storia antica.
Insegna Italiano e Latino al Liceo Scientifico
di Rieti, dove abita.
Nel 1999 publica "Jader",
il suo primo romanzo, vincitore del Premio
letterario naz. Città di Cimatile
1999, con Alfredo Guida Editore.
Nel 2002 pubblica "Magia
di un'idea" con Prospettiva editrice.
Chiara Del Soldato, una costruttrice di
libri
Come il falegname, lo scrittore.
Un falegname della scrittura deve andare a bottega,
imparare dall'artigiano come si fa il lavoro,
ingegnarsi, imparare a costruire. E poi farlo
davvero. Userà lo scalpello, lo sgorbio,
la sega, la pialla.
Non sarà sempre facile: gli saranno richiesti
fatica, sudore, sacrifici, e si potrebbe far
male.
Ma se il risultato sarà unopera
darte, allora nessuna fatica e nessun
sacrificio saranno stati vani perché
tutti, in un modo o nellaltro, saranno
serviti per rendere quel tirocinante un costruttore.
Di libri ovviamente.
Oggi ne abbiamo incontrata una, per voi: Chiara
Del Soldato.
E le abbiamo posto qualche domanda, sempre per
voi.
Scrivere fa rima con ?
Scrivere fa rima con conoscere, comunicare,
amare. Immedesimarmi in certe storie è
un modo di amare il prossimo.
Se il tuo libro La vita che forse si potesse
dipingere, quali colori useresti e perché? Partendo dal presupposto che i colori rimandano
a sensazioni (guarda caso il mio precedente
lavoro I colori dell'anima, una raccolta di
racconti sul rapporto genitori-figli, rimanda
proprio a questa associazione), un quadro che
sintetizzasse questo libro dovrebbe spaziare
tra tutte le sfumature, dal rosso della passione
e della gelosia, al nero profondo della disperazione,
dall'azzurro chiaro della speranza, all'oro
della felicità, al bianco panna della
pace.
La scrittura è un giorno di vento
o una notte dafa? La scrittura è un piacere trascinante,
avvolgente, tirannico. Tra i due esempi sceglierei
il vento.
Da cosa nasce lispirazione? L'ispirazione, nei miei lavori ( questo
è il quarto - di cui tre sono romanzi
- ), nasce da una forte sollecitazione emotiva.
Qualcosa mi colpisce, cattura la mia mente,
mi costringe a domande e riflessioni. può
essere qualcosa di più vicino o anche
qualcosa di letto, ascoltato, che però
mi coinvolge. Nel mondo della scuola, con venti
realtà umane e familiari che ti girano
intorno e che impari a conoscere pian piano,
spesso scopri meccanismi particolari e interessanti,
altre volte ti accorgi del ripetersi di comportamenti
già riscontrati.
L'elemento interpersonale, le maschere sociali,
la ricerca del vero io che sta dietro è
qualcosa che mi affascina molto: in genere tutto
ciò che riguarda la psiche mi affascina
molto, forse proprio per il mio mestiere che
mi spinge a trovare il modo migliore per interloquire
con gli altri e a non fermarmi alle apparenze.
Scrittori si nasce o si diventa? Tu come
ti sei scoperta scrittrice? Penso che si scopra di essere scrittori
ad un tratto, forse per caso, come è
accaduto a me: io lo scoprii dopo l'incontro
con un alunno molto bravo a scrivere che mi
fece leggere certe sue cose. Così insieme
decidemmo di mandarle ad alcuni concorsi, di
cui poi risultò vincitore.
Sulla sua scia altri compagni composero cose
e anch'io ripresi la penna in mano - in gioventù
lo facevo spesso -, scrissi il primo romanzo
in un mese e mezzo e lo spedii ad un premio
letterario nazionale, di cui a scuola era arrivato
il bando.
Jader vinse, fu pubblicato e questo mi dette
il coraggio per continuare.
Questa è la breve storia, dalla quale
estrapolo la risposta.
Se già ventenne scrivevo significa che
forse ci si nasce con la voglia di scrivere
e se il primo romanzo l'ho scritto in così
breve tempo significa che le esperienze sedimentate
ad un certo punto hanno bussato alla mia porta,
chiedendo di essere scritte.
Non so se questo sia già essere scrittori.
So che il mio modo di scrivere è molto
maturato in questi sei anni, quindi direi che
si nasce e si diventa nello stesso tempo.Ci
deve essere un affinamento dei mezzi, un esercizio
spontaneo che però crea una sensibilità
maggiore proprio verso la parola.
Se un libro fosse un viaggio, qual è
stato il tuo preferito e dove ti ha portato? Il libro è un viaggio dentro l'uomo
e dentro te, lettore o scrittore che tu sia.
Come scrittore la vita che forse è stato
il viaggio più complesso e commovente
che ho compiuto perché lavora sulla fragilità
della protagonista, ma anche sui suoi punti
di forza: ogni uomo-donna scopre di avere risorse
titaniche proprio nel momento della difficoltà.
Come lettrice appassionata, ci sono molti libri
che mi hanno condotto in viaggi affascinanti,
nella storia (ho riscoperto il romanzo storico
con piacere), nel presente più o meno
recente con problematiche di vario tipo. Dal
premio Strega Il dolore perfetto e Non ti muovere
e Via gemito a classici come Il male oscuro,
la Marcia di Radetzski, ad altri romanzi divenuti
dei classici come Il profumo, Essere senza destino.
Questi sono alcuni tra i più bei libri
letti negli ultimi due e tre anni. come vedi,
sono viaggi di vario genere.
Con La vita che forse vuoi mandare un messaggio?
Qual è e a chi è rivolto? In ogni mio libro voglio mandare un messaggio,
non perché abbia la presunzione di insegnare
qualcosa a qualcuno - anche se, chissà,
il mestiere di insegnante ti porta ad una deformazione
professionale - ma perché quel qualcosa
che ha fatto riflettere me mi piacerebbe consegnarlo
ad altri, per condividerlo. Su certi temi, poi,
penso di avere una bella varietà davanti
ai miei occhi e questa esperienza la consegno
agli altri.
Scendendo nel dettaglio, in quest'ultimo romanzo
vorrei dire a tutti - anche se poi mi rendo
conto di avere un pubblico prevalentemente femminile,
forse per affinità di sensibilità
- di vivere meglio la vita, senza sprecarla,
perché può capitare che il paradiso
terrestre misconosciuto si impari ad apprezzare
solo quando si è perso.
Il secondo messaggio è l'amore. C'è
un passo de la Ginestra di Leopardi su cui insisto
sempre in classe, in cui il poeta dice che quando
gli uomini capiranno, come l'avevano capito
i primi uomini, che la nemica numero uno è
la natura con le sue persecuzioni (morte, malattia,
vecchiaia ) si uniranno in social catena
e l'amore, la fratellanza, il rispetto, che
in genere sono nomi insegnati dalle religioni
e valori, come dire, indotti (una specie di
Super io freudiano) sgorgheranno direttamente
dal nostro io più profondo. Questo è
il messaggio. L'umanità soffre variamente,
anche quella che non lo dà a vedere,
per questo bisogna disporsi benevolmente verso
gli altri.
Se dovessi riassumere il tuo essere scrittrice
in una frase o pensiero quale sarebbe? Come si vede dalle mie risposte non mi riesce
facile riassumere il mio essere scrittrice.
Temo sempre di non riuscire a spiegare fino
in fondo quello che voglio dire, comunque ci
proverò. Ecco, mi viene una frase di
H. Hesse, che più o meno è questa:
La fantasia e la capacità d'immedesimazione
non sono altro che forme dell'amore.
per gentile concessione di
Elisabetta
Bilei
e Chiara Del Soldato
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