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LE INTERVISTE
DI ELISABETTA BILEI
Intervista
a: FEDERICA BOSCO
Chi
è...
Federica Bosco
Federica Bosco vive a Firenze.
Diplomata in lingue,ha girato il
mondo lavorando come animatrice turistica
per più di 5 anni e in seguito
ha cambiato un numero impressionante di
lavori che le hanno fornito il materiale
necessario per scrivere 3 romanzi.
Ha lavorato come assicuratrice, commessa,
cambiavalute, segretaria, annunciatrice
televisiva, indossatrice, accompagnatrice
turistica,per approdare infine alla scrittura
nel 2005 pubblicando con Newton Compton "Mi
piaci da morire" "Cercasi amore
disperatamente " e "L'amore
non fa per me".
Attualmente collabora con Leone Cinematografica
alla stesura di sceneggiature e format
televisivi.
Quando il DJ è una scrittrice
Un dj mixa la sua musica.
Ballabile, a volte divertente, altre velatamente
malinconica.
Una musica che si muove a ritmo della penna
e della fantasia, una musica che si fa leggere,
una musica che porta e trasporta il lettore
verso nuove melodie.
Una musica che è lettura, un dj che è
una scrittrice.
E quando la scrittrice si chiama Federica Bosco
Se il tuo 'Cercasi amore disperatamente'
(Newton Compton Editori, 2006) fosse un pezzo
musicale credi sarebbe un jazz, blues, dance,
rock, musica leggera o classica o cos'altro?
E perché?
Se 'Cercasi amore disperatamente' fosse un pezzo
musicale sarebbe senz'altro pop.
Intanto perché parla degli anni 80 e
la musica di quegli anni è il mio primo
amore, non c'è stato più niente
dopo di altrettanto valido: Depeche mode, Spandau,
Duran, Wham, Madonna hanno segnato in modo indelebile
il mio gusto musicale.
In più il pop è uno stile meno
lineare, più nevrotico e si adatta perfettamente
all'umore altalenante delle protagoniste (e
dell'autrice).
Ricordi la prima volta che ti sei sentita
una scrittrice? Cosa hai provato?
Ti confesso che tutt'ora faccio fatica a considerarmi
tale, preferisco considerarmi un'autrice perché
scrivo un po di tutto, soprattutto sceneggiature.
Quando penso a uno scrittore mi viene in mente
che ne so Manzoni, Hemingway, Eco, insomma gente
che ha cambiato il mondo e che poteva permettersi
di vivere scrivendo. Ora se non sei Dan Brown
(o Melissa P) è un po dura sbarcare
il lunario!
Il mio contributo alla narrativa italiana è
molto più modesto e sono già felice
di essere riuscita a comunicare delle emozioni
per me molto profonde.
Che colore ha l'ispirazione?
Più che un colore per me è una
luce.
A volte mi siedo e non so veramente cosa scrivere
oppure ho un intoppo e a un certo punto come
per magia arriva un guizzo, un colpo di genio
la soluzione. Sembra veramente che qualcuno
ti parli e ti suggerisca le battute.
Ci vuole più fantasia nello scrivere
un romanzo o una sceneggiatura?
Un romanzo è spesso qualcosa di molto
personale (salvo nel caso di Dan Brown e Harry
Potter) perché devi portare con te il
lettore, devi descrivere luoghi, persone, profumi,
colori. La sceneggiatura è più
tecnica, e comunque sei in mano ad un regista
che può decidere di farne quello che
vuole, tu ti limiti a dare delle indicazioni
che è meglio non siano troppo precise
perchè il regista non si senta troppo
condizionato: è sempre questione di delicati
equilibri.
E' più difficile essere donna o essere
scrittrice?
Donna decisamente e comunque essere donna e
qualcos'altro è sempre difficile. C'è
sempre una sorta di diffidenza nei confronti
di una donna specie se carina.
Non sai quanta gente (anche amici) hanno insinuato
che io avessi pagato per farmi pubblicare!
Cosa ti lascia addosso la scrittura?
Un senso di completezza, di soddisfazione, la
sensazione di aver fatto il mio dovere. Purtroppo
devo impormi molta disciplina, altrimenti ho
la tendenza a rimandare. Io sono della bilancia!
Tu ti racconti o racconti il mondo attorno
a te?
Parto da me e inevitabilmente coinvolgo il mio
mondo. Parlo a chi vede il mondo con i miei
occhi, chi capisce le sfumature, chi vede oltre
le maschere, chi si sente fuori del coro, chi
ride e chi crede di essere sti cazzi!
La maggior parte di noi , un popolo silenzioso
perché è troppo intelligente per
cedere alle lusinghe di Costanzopoli, ma che
spesso rimane incompreso e solo.
Credi che scriveresti di più quando
il silenzio fa troppo rumore o quando il rumore
fa troppo silenzio?
Questa è veramente rubata a Marzullo!
Scrivo molto meglio quando il silenzio è
assordante ma il rumore tace.
Bella eh? Non è mia, ma fa un figurone!
Come si partorisce un libro?
Molti pensano che sia fondamentale una scuola
di scrittura, qualcuno cioè che ti spieghi
come si fa a scrivere!
Niente di più falso. Certo alcune tecniche
possono essere affinate, ma questo è
anche il lavoro dell'editor che ti suggerisce
qualche tecnica narrativa, ma lo stile, come
nella danza, la musica e la pittura è
qualcosa di innato. Si migliora andando avanti,
ma ce l'hai o non ce l'hai. Un libro si partorisce
da un'esigenza, un'urgenza di comunicare qualcosa.
Purtroppo non tutto quello che si partorisce
è pubblicabile.
La voglia di scrivere la senti nella lingua
o nelle unghie?
Io la sento all'altezza dello stomaco, quella
che gli orientali chiamano il CHI ossia 4 dita
sopra l'ombelico. Un punto super sensibile,morbido,dal
quale scaturisce ogni tipo di sentimento. E'
da lì che partono la voglia di piangere,
di ridere, di scappare o restare,la paura e
la gioia
Parli mai con i tuoi sogni? Cosa dici loro?
E dove li custodisci?
Ho un rapporto di amore odio con i miei sogni,
mi rimangono incollati addosso per molte ore
e quando sono sgradevoli mi prendono alla bocca
dello stomaco (appunto).
Il successo è più un viaggio o
una stazione d'arrivo?
Il successo è quello che fai succedere,
appena hai fatto qualcosa devi dimenticarla
e andare avanti e ancora e ancora. É
un viaggio senza fine.
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