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Intervista a:
FRANCESCO GITTO


Francesco Gitto, poeta e scrittore, sceneggiatore, regista e autore televisivo, è nato nel 1972 a Foggia, dove tuttora vive ed esercita la professione di legale. Le sue prime poesie risalgono al 1988. Presente nell’antologia Pagine di poesia, ( Pagine, 2000 ), vincitore del Premio internazionale ARPI 2000, ha pubblicato il suo primo romanzo, Morfeo, per la Bastogi Editrice Italiana, nel 2004.

 

“Morfeo”,opera edita per la terza volta nel 2004 dalla Bastogi, da me recensita,si qualifica soprattutto per l’originale struttura narrativa, la particolare fantasia, il profondo significato umano e l’ottima postfazione di Alfredo Pasolino. Ecco, qui di seguito, l’intervista all’autore.

Ciao, Francesco. Siamo curiosi di conoscerti meglio. Vuoi parlarci un po’ di te?
Certo! Sono un giovane scrittore che ben presto si è appassionato alla scrittura, ho l’animo romantico e sono interessato a tutte le forme d’arte, dalla scrittura alla recitazione, dalla danza alla musica. Ma questa mia passione si imbatte e sbatte con la mia “prima” professione, quella di avvocato che di artistico non ha nulla.

Laureato in giurisprudenza, poeta e scrittore. Come dire… ragione e sentimento. Spirito romantico?
La laurea in giurisprudenza? L’arte come si sa, almeno all’inizio non paga. Pertanto incarno perfettamente ragione e sentimento, ma non nego che sia quest’ultimo a prevalere infatti ciò che mi spinge a scrivere è la passione per l’amore in tutte le sue forme.

Hai seguito corsi di scrittura creativa? Qual è stato il tuo apprendistato?
No, non ho mai seguito alcun corso di scrittura creativa, ed il mio apprendistato è stato la noia dei professori che mi hanno, in un certo senso, spinto a rinchiudermi in un mondo tutto mio, facendo nascere sui banchi di scuola le mie prime poesie.

Il tuo scrittore- guida? Le tue letture preferite?
Non ho uno scrittore-guida ma potrei citare alcuni dei miei scrittori preferiti che mi appassionano pur essendo molto diversi tra di loro: Hemingway, Henry Miller, Dostoewskij.

Francesco Gitto prima e dopo “Morfeo”. Altre pubblicazioni? Scritti inediti? E’ cambiato qualcosa nella tua vita di scrittore?
Non c’è ancora un dopo Morfeo, anche perché è un libro che sta ancora producendo i suoi frutti. Comunque in primavera darò alle stampe il nuovo romanzo. La mia vita di scrittore non è cambiata, ho solo acquisito la consapevolezza di aver scritto un’opera che si presta ad essere letta da un pubblico piuttosto vasto e questo mi rende orgoglioso.

Com’è nata l’idea del romanzo? Te ne sei allontanato molto in fase di realizzazione?
Il romanzo è nato dopo un percorso di introspezione che è durato diversi anni, cioè quando non sono stato più soddisfatto nello scrivere poesie e racconti ed ho avvertito la necessità di scrivere qualcosa di più “grande”. No! Non mi sono allontanato dall’idea iniziale, Morfeo è nato ed è rimasto così come l’avevo inizialmente concepito. Lui era già dentro di me.

Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto durante la stesura del romanzo? Hai pianificato il lavoro? In che modo?
Il miglior consiglio che ho ricevuto è stato quello di non mollare, detto mentre mi guardavo allo specchio. Non ho seguito alcun piano di lavorazione, Morfeo si è evoluto in modo naturale, giorno dopo giorno, notte dopo notte. Ansia dopo ansia. Respiro dopo respiro.

Nel tuo romanzo sono presenti figure mitologiche come Morfeo e Caronte (Etnorak). Amante della letteratura greca e di quella latina? Della mitologia in particolare?
Sì, sono affascinato da quel patrimonio letterario lontano e mitologico, ma così presente e fondamentale per le nostre vite.

“…dove si trovano le chiavi per aprire tutte le porte, per aprire le porte dell’Inferno o del Paradiso?” (da “Morfeo”). E’ uno dei tanti interrogativi che colpiscono l’animo di chi legge. Vuoi commentare? Nella tua immaginazione, le anime dannate risiedono nell’Ade o nell’Inferno dantesco?
Sono contento che tu mi abbia posto questa, che è una domanda alla quale ciascuno di noi dovrebbe dare una risposta. Chi è il custode delle chiavi? Ognuno di noi. O forse è solo il destino che ci irride e si prende gioco di noi e ci indirizza sulla strada che ha disegnato per noi. Per me le anime dannate risiedono nei cuori delle persone che fanno soffrire.

In Morfeo campeggia l’atavica lotta tra Bene e Male, in cui s’inserisce la visione salvifica dell’Amore. Sei manicheo o pensi, come sosteneva Rousseau, che il bene sia originariamente in ognuno di noi, ma l’uomo se ne allontana col progresso sociale?
E’ dal Caos che nasce questa lotta fra il bene ed il male e che continua a far parte della nostra vita opprimendoci e allontanandoci da noi stessi. Ma sono certo che, le persone buone pur attraversando momenti bui, il loro cuore sarà sempre nobile e gentile.

Il protagonista è tormentato da dubbi, ma desideroso di conoscere. Autobiografismo, in qualche misura?
Non direi proprio autobiografia, ma un frammento di me è in Morfeo. I suoi dubbi sono in parte anche i miei e la sete di verità è identica. Siamo entrambi sempre alla ricerca dell’amore, inteso nel senso più ampio che si possa dare.

Nel romanzo domina il mistero, un’atmosfera cupa e malinconica generata da immagini lugubri, e non solo. Riuscivi meglio a rappresentare tutto ciò quando eri di cattivo umore? Ti sei dedicato all’opera con costanza?
Il mio stato d’animo non era incupito mentre scrivevo, anzi mi lasciavo cullare da romantiche melodie per penetrare maggiormente nei cuori e negli animi dei miei personaggi che sono si ammantati da una luce misteriosa e malinconica ma anche piena d’amore. E proprio per dare vita a questa atmosfera che Morfeo è nato gradualmente.

Come e perché ti sei affidato alla Bastogi Editrice Italiana? Soddisfatto?
Mi sono affidato alla Bastogi perché ho avuto modo di testare la serietà e la professionalità dell’Editore e mi ritengo sufficientemente soddisfatto anche se …

Scrivere è…
Scrivere è come respirare, è come un raggio di sole che spazza via le nuvole che si annidano nel mio cuore. Scrivere è donare qualcosa senza chiedere nulla in cambio.

Vuoi dare qualche consiglio agli scrittori emergenti?
Mi sbilancio, l’unico consiglio che posso dare è quello di non mollare mai e non fermarsi davanti alla prima porta sbattuta in faccia, perché ce ne saranno tante altre. Bisogna saper tenere duro per portare avanti le proprie passioni. Scrivere, scrivere, scrivere. Ogni pensiero, ogni emozione, ogni sospiro della vostra anima.

Romanzi in dirittura d’arrivo?
Se tutto andrà per il meglio sarà presentato, così come ho già detto, in primavera.

Ok, grazie del tempo messo a nostra disposizione!

per gentile concessione di Simonetta De Bartolo
e Francesco Gitto


 

>>RECENSIONE A "MORFEO" a cura di Simonetta De Bartolo

 

inserito 24/05/07
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