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UNA
INTERVISTA DI SALVO ZAPPULLA
"La ragazza definitiva"
di Gisy Scerman
Chi
è Gisy Scerman?
Gisela
(Gisy) Scerman trascorre i primi anni
della sua vita a Monaco di Baviera per
poi trasferirsi a Vicenza e quindi a Modena.
Qui incontra il fotografo Denni Lugli
con cui inizia a lavorare e che le permette
di conoscere maestri del fumetto come
Roberto Baldazzini, Franco Saudelli,
e Giovanna Casotto (con la quale
ha collaborato, oltre che come modella,
anche come sceneggiatrice).
Dal 2001
lavora come modella per l'Accademia di
Belle Arti di Bologna, contemporaneamente
all'attività di fotomodella, continua
a frequentare il corso di biotecnologia
presso l'università di Reggio Emilia.
Il suo primo
libro è Una
vita a precipizio (Coniglio Editore
2005), biografia del cantautore e poeta
Piero Ciampi .
Gisy,
oggi vige il culto dell'apparire. La televisione,
il cinema, la moda sono poli di attrazione per
le giovani generazioni. Se si chiede a una ragazza
cosa vuol fare da grande, il più delle
volte risponderà: la velina, l'attrice,
la concorrente al Grande Fratello. Difficilmente
il medico o l'ingegnere. Non è un segno
deteriore dei nostri tempi? Una maniera per
desiderare il successo facile senza grandi sacrifici?
Certamente viene proposto dai media un modello
dominante eccentrico, di potere e che sembra
sia fuori dalla porta ad aspettarci.
Mai un modello pubblicitario punterà
a rappresentare ciò che non simboleggia
potere ovvero: soldi, sesso, gioventù,
salute belle e belli. Gli anziani, i stipendiati
medi, i lavori usuali non vanno, sono minimamente
tenuti in considerazione, eppure sono la maggioranza.
La vera politica è la televisione, i
modelli imposti tramite il linguaggio sociale
e quindi tramite buona parte dai media. La politica
invece, quella che è ritenuta politica
intendo, si è ridotta soprattutto ultimamente
a partitocrazia e non ha nulla che vedere con
la vita dei più.
Tutto questo falso ha poco che vedere con la
concretezza, e le aspettative essendo nettamente
superiori alle possibilità creano solo
dei gran scompensi generando quella che chiamo
sbandierare finta ricchezza.
Del resto quando la società stessa paga
lo spettacolo fior di quattrini e un dottorato
una miseria (dopo aver studiato e speso anni
e migliaia di euro ti viene pagato poco più
forse di 800 euro al mese), beh ti condiziona
anche nelle scelte.
Per me è stato anche così, non
solo per me però. Questo la dice lunga
di quanto la società davvero
ci si preoccupi al bene sociale, quando invece
di investire in ricerche o strutture preferisce
mettere soldi nellennesimo intrattenimento
mal fatto, applaudito o meno.
Dall'arte di fare la modella,
quindi trionfo dell'estetica, esibizionismo
esteriore, rappresentanza fisica, all'arte della
scrittura, quindi introspezione, sviluppo dell'immaginario.
Quale delle due è più difficile
per imporsi? Sono forme diverse, ma entrambe se vogliamo
di esibizionismo, una in quanto creato, laltra
in quanto crea. In entrambe cè
la necessità di condividere, e di condividersi
di dire guardate che sono qui.
Per arrivare forse è più difficile
la scrittura, nel senso che la velocità
della luce è oltre quella del suono,
quindi è più facile essere apprezzati
subito per laspetto esteriore, ma è
anche vero che se locchio ha una percezione
più rapida, la decifrazione di ciò
che vede è più lenta... Lapprezzamento
verso la scrittura resiste in maniera più
solida, è come restare sul fondo del
mare anche quando è increspato, nonostante
i movimenti di superficie tu lì in fondo
ci sei
Imporsi invece non credo abbia senso, oggi è
macelleria ovunque corpi, belle, editoria, discografia.
Se una persona ha un messaggio forte, interno
che è una necessità è importante
fare in modo che esista così per avere
la possibilità di condividerlo,e ben
venga se qualcuno apprezza.
Non vedo la necessità di classifiche,
uno è se stesso sempre e comunque anche
quando probabilmente non vorrebbe esserlo.
L'ironia aiuta a vivere
meglio?
Lironia è una forma di salvezza.
Io questo lo trovo un mondo piuttosto cinico
e spietato. Se non ci fosse tanta crudeltà
forse non ci sarebbero nemmeno gli elementi
per riderci sopra. Rispondo con una frase di
Learco Pignagnoli Se non cè
niente da ridere vuol dire che non cè
niente di tragico, e se non cè
niente di tragico che valore vuoi che abbia?.
Stupisce
un po' nel romanzo la mancanza di un amore con
la A maiuscola, un pizzico di romanticismo.
Davvero il sesso come puro esercizio ginnico?
Appunto ho più pudore dei sentimenti
che del corpo.
Io credo che questo romanzo non sia affatto
un elogio al sesso, ne parlo molto sì,
ma per arrivare anche a dire molto altro. Forse
il sesso è parecchio idealizzato, è
proposto sempre e comunque come modello vincente,
il quale ci fa sembrare tutte le donne siano
belle ninfomani, che gli uomini se non fanno
sesso siano degli sfigati ma la vita è
un altra, moltissime coppie si dividono o litigano
per incomprensioni sessuali, che in maniera
più o meno tacita portano poi al tradimento,
o cè nella coppia chi vive il sesso
come un dovere, e trovo sia anche peggio.
Invece stai a sentire i media che ti martellano
sempre e comunque su questo fronte, dove cè
sesso cè allegria .
Io nel libro invece, arrivo quasi alla nausea
in alcuni punti nel parlarne, e poi tutto questo
per dire che cè molta repressione,
che genera lidea di trasgressione. Ed
io credo che la trasgressione non esista, è
un concetto borghese trasgredire. Uno deve essere
libero tanto di fare come di non fare, dello
strafare prima o poi ci si stanca. Si trasgredisce
quello che secondo la proprio cultura che genera
la morale sia bene o no, nel totale rispetto
e nella totale consapevolezza reciproca nulla
è immorale o trasgressivo.
Il sesso come puro esercizio ginnico no, non
amo fare palestra.
Mi
è sembrato di cogliere una sorta di distacco
tra le pagine del romanzo, quasi una scarsa
motivazione per la vita stessa, come se le cose
debbano andare in un certo modo per fatalità
o perché tutto è stato scritto.
Rispecchia la tua filosofia di vita? Sì, credo di essere vittima di un
certo nichilismo, son sempre stata molto vicina
alla questione sia della malattia che della
morte, e delle ingiustizie, per esperienze vissute
sia in prima persona che da persone a me care.
Molte domande ti passano per la testa di fronte
ad una perdita di qualcuno che ti è caro;
nellimpotenza di fare qualcosa di fronte
a qualcosa di così palesemente sfacciato
e gratuito. La rabbia e la nostalgia, sono un
gran motore per lanima e larte,
ma forse sarebbe meglio non conoscere, la sofferenza
che spesso rimane petrolio e difficilmente si
trasforma in oro . Quindi io, davanti a molte
vicende preferisco pensare che sia un caso,
perché se cè un motivo e
se cè un Dio dovrebbe parecchie
spiegazioni.
Dopo i cento colpi di spazzola
e le prugne secche, ci sarà La
ragazza definitiva? Lo possiamo considerare
un augurio? Certo mi farebbe piacere, come dire il contrario?
Ma visto che per me scrivere fa parte della
mia vita, è la mia vita, anche se non
succedesse la cosa non mi spaventa ci sarà
tempo.
Per gentile concessione di
Salvo Zappulla
e Gisy Scerman
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