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LE INTERVISTE
DI PB
Barbara
Becheroni intervista Juliane Roderer IL MESTIERE DI AGENTE LETTERARIO
Chi è Juliane
Roderer?
L'agente
letterario "free lance" Juliane
Roderer lavora tra l'Italia e la
Germania. Scopo del suo impegno è
quello di "scovare" talenti
nel Belpaese
per farli conoscere anche oltre le Alpi.
Però attenzione: di solito lavora
in parallelo con colleghi italiani (come
l'agenzia letteraria Trentin &
Zantedeschi e Natoli Stefan & Oliva),
quindi raramente prende contatti
direttamente con gli Autori (a parte Roberto
Mistretta e il duo De
Falco/Lama). Poi collabora con editori
italiani e tedeschi, grandi e
piccoli. Per esempio, la Todaro e la Mobydick,
e, per alcuni singoli titoli
o serie, anche la Mondadori e la Feltrinelli.
Rappresenta in Germania la
Maestrale e Dario Flaccovio.
Prendiamo un libro. Non uno speciale. Un
libro qualsiasi: un romanzo damore, una
raccolta di novelle, un thriller, la narrazione
di un viaggio
Tutti sanno come è fatto un libro:
ha la copertina e le pagine. Così come
ognuno di noi ha ben presente che sotto al titolo
dellopera, di norma, cè scritto
il nome dellAutore, cioè di colui
che si è preso la briga di riempire le
pagine di parole. Un po più in
piccolo, poi, troviamo pure il nome dellEditore,
cioè colui che ha realizzato materialmente
il libro che i Lettori potranno comprare, aprire
e leggere.
Esiste unaltra entità,
però, che sfugge la copertina, che non
è citata neppure allinterno, il
cui nome non si trova neanche a cercarlo col
lumicino Senza questa entità,
però, molti libri non esisterebbero.
Semplicemente perché lAutore non
sarebbe in grado di mettersi in contatto con
lEditore. Cosa determinante, soprattutto
in un mondo dove, ormai, i confini nazionali
e le diverse lingue non ostacolano praticamente
più il commercio. Neanche quello delle
parole.
Lentità in questione
è semplicemente un agente letterario.
Una persona capace di fiutare la qualità
di un testo e di proporlo allEditore che
sarà capace di valorizzarlo. Scusate
se è poco!
Juliane Roderer, in particolare, è una
giovane, capace ed attiva agente letteraria,
che svolge la propria professione in un ambito
piuttosto particolare: scovare il talento made
in Italy ed esportarlo nei paesi di lingua tedesca.
Che equivale a dire: muoversi in un labirinto
di scrittori affermati e sconosciuti, destreggiarsi
in una galassia di case editrici grandi, medie,
piccole e microscopiche, volteggiare tra mille
proposte e riuscire ad uscire sempre con qualcosa
di vincente. Impresa, oserei dire, epica.
Cosa fa, esattamente, un agente letterario?
L'agente letterario fa da intermediario per
i suoi clienti, cioè sia case editrici
che autori. Nel mio caso, agendo solo in Germania
e Italia, stabilisco il punto di contatto tra
agenti o autori o editori italiani e le case
editrici in Germania interessate alla pubblicazione
delle opere rappresentate.
Ciò comprende svariate attività:
prima di tutto, individuare nella vasta gamma
dell'editoria quegli editori idonei a pubblicare
il testo, quindi proporglielo. Nel caso ci sia
più di unofferta, gestire eventuali
aste. Quindi, cosa molto importante, cercare
di stipulare contratti che assicurino le migliori
condizioni per lautore, magari riuscendo
ad ottenere anche un anticipo sostanzioso. Soprattutto,
cercare di trovare l'editore più adatto
per garantire successo, durata e continuità
alla pubblicazione tedesca. Faccio un esempio:
a volte è preferibile, nonostante possa
sembrare paradossale, che il libro di un autore
poco affermato venga pubblicato da un editore
di medie o piccole dimensioni piuttosto che
da uno di grandi dimensioni. Mi spiego: il grande
editore pubblica un numero enorme di titoli
allanno e investe soprattutto nella pubblicità
di autori super affermati, quindi lopera
del nostro autore rimarrebbe allombra
delle firme più conosciute e rischierebbe
di passare inosservato. Il piccolo editore,
invece, ha un programma più limitato,
però cerca in tutte le maniere di sfruttare
al meglio quanto pubblica, proponendo tutti
i titoli ai media che lo valorizzano grazie
alle recensioni.
Dopo che il testo è stato piazzato
si passa alla preparazione della pubblicazione.
In questa fase così delicata, l'agente
sostiene l'editor e le altre persone coinvolte,
come il traduttore e il correttore di bozze,
accompagnando il testo fino alla completa traduzione.
Inoltre non si dimentica di sorvegliare i rendiconti
e i pagamenti all'autore. Infine incoraggia
e segue l'autore nello sviluppo della nuova
opera letteraria.
Un altro compito dell'agente è quello
di spiegare, nel modo più gradevole e
accettabile, all'autore le eventuali richieste
degli editor riguardo a possibili, lievi modifiche
del testo, facendogli capire che l'editor non
le chiede per mancato rispetto dell'opera letteraria
ma per renderla più accessibile, più
appetibile e coinvolgente al pubblico.
Qual è stata la molla che l'ha spinta
a intraprendere questa carriera?
Da una parte ovviamente la passione per la
letteratura, in tutti i suoi generi. In particolare,
poi, la mia grande stima per la letteratura
italiana unita al fatto che molti miei amici
e ottimi lettori a cui volevo consigliare autori
e libri italiani non tradotti in tedesco, non
erano in grado di leggere l'italiano.
Contribuisce poi anche la grande emozione non
solo di leggere, ma anche di veder nascere un'opera
letteraria. Emozione che si concreta facendomi
raccontare le prime idee direttamente dallautore,
per poi vederle crescere e cambiare forma, svilupparsi
fino allopera compiuta, per la quale divento
quasi una "ostetrica" che permette
al parto dello scrittore di essere
tradotto e pubblicato.
Che formazione di studio ha avuto?
Ho studiato lingue moderne e scienze drammatiche.
Inizialmente nel mio programma di studio cerano
letteratura tedesca e inglese come materie principali,
però ho abbandonato quasi subito l'inglese
per l' italiano.
Nei primi anni dopo la laurea ho lavorato in
una holding internazionale con affiliate anche
italiane, dove mi sono occupata di diritto contrattuale,
un lavoro che poi mi è risultato utile
per il lato giuridico della mia attività.
Poi ho lavorato nel Verband Bayerischer Verlage
und Buchhandlungen, la sezione bavarese dell'associazione
degli editori e librai, e in unagenzia
letteraria che però curava purtroppo
solo autori tedeschi. Finalmente, nel 2000 mi
sono messa in proprio, cosa mai rimpianta, neanche
per un singolo minuto.
Quali sono i principali autori, classici
e contemporanei, che hanno formato la base della
sua preparazione?
Devo ammettere che ho scoperto il mio amore
per la letteratura moderna solo durante gli
studi, prima preferivo di gran lunga quella
dell'ottocento. Capitolo a parte è la
drammaturgia, che mi appassiona da sempre e
mi interessa come espressione di tutto il cammino
umano. Devo precisare che in Germania gli studi
non costringono lo studente ad occuparsi di
tutte le epoche e di tutti gli autori importanti;
i corsi non sono organizzati cronologicamente,
ma gli studenti scelgono in autonomia i seminari
in cui dare esami o scrivere le tesine. In questo
modo sono riuscita ad occuparmi approfonditamente
di Schnitzler, Shakespeare, Goldoni, Pirandello,
la poesia del Barocco e il dramma irlandese
a scapito per esempio di Goethe e di Brecht.
Quali sono, invece, gli autori, classici
e contemporanei che hanno un posto di elezione
nel suo cuore? E per quale motivo?
I miei grandi favoriti sono da sempre Mark
Twain per la sua capacità di criticare
la società contemporanea adoperando un
meraviglioso umorismo grottesco, Edgar Allan
Poe e E.T.A. Hoffmann ambedue per le atmosfere
tetre e angoscianti che creano, Oscar Wilde,
il maestro dei giochi di parole che ha travestito
di leggerezza e superficialità finte
la sua critica della società; ognuno
di loro è stato un genio nel suo genere.
Poi cè un meraviglioso autore tedesco
del dopoguerra, Wolfgang Koeppen, morto pochi
anni fa (questanno cè il
centesimo anniversario della sua nascita), che
nella sua trilogia del dopoguerra descrive,
in uno stile coinvolgente, le enormi difficoltà
delle persone che sono sopravvissute alla guerra
e devono trovare un nuovo orientamento nella
vita, reinserendosi in una società nuova
che è inoltre piena di gente con un passato
spesso ambiguo o tormentato.
Un altro scrittore tedesco, ancora vivente,
di radici altoatesine, è Herbert Rosendorfer,
un grande satirico dotato di una straordinaria
fantasia.
Degli autori italiani preferisco quelli del
novecento, soprattutto Italo Calvino e Vasco
Pratolini, mentre fra i contemporanei mi piace
citare come esempi - anche loro contrastanti
- Dacia Maraini e Stefano Benni.
Cosa si chiede ad un romanzo, affinché
sia considerato pubblicabile?
Non c'è una ricetta che garantisce
la pubblicazione, però ci sono alcuni
"ingredienti" indispensabili, a mio
parere, che variano a seconda del genere.
Per la letteratura d'intrattenimento, di norma,
è meno importante lo stile rispetto al
contenuto, anche se neppure in un giallo guasta
uno stile insolito, i personaggi devono essere
comunque particolari, lambiente colorito,
il protagonista deve avere le qualità
giuste affinché il lettore si identifichi
facilmente in lui, e il plot va costruito in
modo da risultare movimentato e drammatico.
Le grandi opere della letteratura devono distinguersi
soprattutto per una scrittura particolare che
può essere elegante e raffinata o fresca
e giovane o arcaica, ricca d'immagini o laconica
e quasi spartana.
Spesso è utile servirsi di uno schema
già affermato. Per esempio, parlando
di gialli, ultimamente spuntano dappertutto
thriller epigoni de "Il codice Da Vinci",
oppure - già da un paio d'anni - quelli
che seguono grosso modo il modello della serie
scritta da Elizabeth George, con una coppia
uomo/donna di investigatori, i quali non solo
devono risolvere il caso d'omicidio, ma sono
anche alle prese con i problemi personali (uno
con il matrimonio in crisi, l'altra con la madre
malata di Alzheimer ecc.) e inoltre con le differenze
che nascono dalla disparità sociale tra
di loro.
Ho dato esempi di scrittori anglofoni perché
- specialmente nel genere dei gialli che deve
rispettare certe regole - gli autori italiani,
al contrario, si sono rivelati molto più
individuali, più inclini alla sperimentazione,
alla scrittura insolita, all'impostazione meno
convenzionale.
Generalmente è decisivo che l'opera letteraria
sia in qualche modo originale - ma non troppo
stravagante - che crei un'atmosfera affascinante,
con caratteristiche credibili e le cui vicende
riescano a coinvolgere il lettore.
E che cosa, affinché sia considerato
molto commerciabile?
Anche se esistono modelli di successo, in
realtà il successo non è mai veramente
prevedibile: libri pubblicati con grande aspettativa
ed entusiasmo da parte delleditore hanno
poi delle vendite mediocri, e altri che non
sembravano corrispondere al modello vincente
diventano dei bestseller a sorpresa. Ci sono
moltissimi fattori che influenzano il successo,
non solo le caratteristiche inerenti all'opera
letteraria: la pubblicità per prima,
magari una copertina particolarmente accattivante,
ma alla fine è il pubblico a decidere.
E talvolta il successo o l'insuccesso del libro
dipendono dallo spirito del tempo in cui capita.
Per esempio, parliamo degli italiani che ho
proposto e venduto in Germania. Mi sorprendo
spesso delle scelte delle case editrici: succede
che comprano più volentieri i diritti
di traduzione di libri scritti da autori sconosciuti,
pubblicati da editori italiani piccoli, che
non libri di scrittori molto conosciuti, perfino
premiati, pubblicati da grosse editrici.
Comunque una caratteristica a cui gli editori
qui in Germania tengono molto è che sia
riportata un'atmosfera molto tipicamente italiana,
il colore locale della città dove è
ambientato il romanzo, possibilmente anche con
un certo risalto delle specialità gastronomiche
Non è ben visto, invece, un libro scritto
da un italiano e ambientato all'estero - non
importa che sia costruito bene, scritto in modo
avvincente e divertente ecc. Con la sola eccezione
dei gialli di Giancarlo Narciso ambientati in
regioni esotiche. Generalmente dall'Italia si
accettano solo quelli con latmosfera e
lambiente italiano DOC
. Come si scopre un talento?
Una visione romantica ama far
sembrare che i talenti si scoprano per caso,
invece occorre sempre muoversi con gli occhi
ben aperti, tenendosi informati sempre e subito
di novità e di movimenti nella vita letteraria.
Sono molto importanti, a mio parere, i buoni
rapporti e le collaborazioni con persone di
cui mi posso fidare e di cui apprezzo e condivido
il pensiero. Naturalmente, spesso, anche il
caso ci mette del suo, o la buona sorte, grazie
ad amici che gravitano nel mondo dell'editoria.
Talvolta sono reazioni a catena: per esempio
attraverso Tecla Dozio (rappresento in Germania
leditrice Todaro la cui collana Impronte
è curata da lei) ho avuto il piacere
di andare alla presentazione dell'autore siciliano
Roberto Mistretta alla fiera di Torino. Sono
subito rimasta affascinata dalla sua capacità
di scrivere gialli in cui denuncia gravi problemi
della nostra società, come la pedofilia,
senza rinunciare allottima costruzione
dei suoi gialli, cosa che ha recentemente affermato
anche la critica tedesca, con protagonisti divertenti
che si muovono in un atmosfera credibile e allo
stesso tempo affascinante. Il tutto senza rendere
banale il problema di fondo.
Roberto Mistretta, da parte sua, mi ha permesso
di conoscere, oltre a Valentina Gebbia, già
affermata giallista, anche Salvo Zappulla, che
a mio giudizio è un grande talento letterario
con trovate fantastiche, talvolta persino surreali
che mi ricordano in parte Calvino. Non a caso
Salvo Zappulla si è classificato 2°
al Premio Massimo Troisi!
Salvo Zappulla mi ha poi presentato una scrittrice
di gialli veramente brava, Barbara Becheroni,
che ha già vinto parecchi piccoli premi,
e che, sono sicura, si affermerà presto
anche col grande pubblico.
Spesso è in questo modo che si scoprono
i talenti.
Tengo a ribadire che queste rivelazioni,
apparentemente casi fortuiti, non piovono dal
cielo: occorre sempre essere attenti e disposti
a cogliere le occasioni, a prendere in considerazione
anche autori non ancora pubblicati dai grandi
editori e inneggiati dalla critica. Ed è
qui che ho la più grande soddisfazione
nel mio lavoro: scoprire un autore di talento,
vederlo crescere e ricevere il meritato riconoscimento.
Due parole ancora a proposito di talenti
siciliani...
Anche se ne ho appena parlato, voglio sottolineare
che i siciliani - non importa a quale genere
letterario appartengano - riescono a trasmettere
con la loro narrativa un certo spirito, un atteggiamento
particolare verso la vita molto caratteristico,
caro al pubblico tedesco, che ha per loro una
vera e propria predilezione.
Pensa che sia più difficile che
un giovane autore italiano emerga, rispetto
ad un suo collega di un altro Paese europeo?
Le mie competenze sono limitate solo alla
Germania e, secondo me è più facile
per un giovane autore essere pubblicato in Italia.
Infatti, in questo Paese ci sono più
editori piccoli rispetto alla Germania, editori
spesso carichi di una grande ambizione, che
lavorano seriamente e hanno voglia di emergere.
Il tutto unito al fermo proposito di scoprire
nuovi talenti e al coraggio di andare controcorrente.
Grazie ad uno di questi editori, il nostro giovane
autore, nonostante il primo libro non gli dia
ancora né fama né grandi guadagni,
riesce a farsi notare in un certo ambiente,
tramite le prime recensioni, per mezzo delle
presentazioni organizzate dalleditore,
magari anche vincendo dei piccoli premi letterari
Acquista così la possibilità di
farsi conoscere/attirare lattenzione,
di essere scoperto da altre editrici più
grosse.
Mi dispiace sempre per i piccoli editori che
fanno da talent scout, ma Hanno ottimo
fiuto letterario, ma non i lauti guadagni che
meriterebbero!
Attualmente tra queste case editrici che sono
anche talent scout, tra gli altri ci sono la
Maestrale di Nuoro e la Mobydick di Faenza capaci
di scoprire autori poi pubblicati da Einaudi
e da Frassinelli.
Cosa deve fare un aspirante scrittore per
farsi conoscere?
Deve fare il cosiddetto "networking"
cioè inserirsi nei circoli dei letterati,
farsi recensire, partecipare ad iniziative culturali...
Così diventa quasi inevitabile incontrare
un mentore o un agente che lo aiuti a pubblicare
il primo libro, oppure conoscere un collega
già affermato che sia disposto a scrivergli
la prefazione o un giornalista disposto a leggere
i suoi libri e a recensirli.
Cosa non deve mai fare, invece?
Non deve aspettarsi troppo né troppo
presto. È essenziale dare ascolto all'editor
che prepara il manoscritto per la pubblicazione:
chi fa l'editing può dare consigli preziosi,
che giovano al miglioramento del testo e che
possono generalmente contribuire allo sviluppo,
alla maturazione dello stile dellautore.
E' vero che gli italiani leggono meno rispetto
agli altri popoli europei?
Non conosco i dati di tutti i Paesi europei,
ma secondo la statistica ufficiale sembra che
gli italiani leggano meno dei tedeschi. Però,
frequentando il Salone del Libro di Torino ho
l'impressione che la situazione non sia così
male come vogliono far sembrare! Comunque mi
sembra che i lettori italiani siano molto consapevoli
della qualità della letteratura, visto
il grande numero di piccolissimi editori che
riescono a sopravvivere anche piuttosto bene.
Se ritiene che sia vero, crede che sia
colpa della scuola, oppure di una politica commerciale
che favorisce la vendita dei testi dei soliti
autori, che scrivono sempre le solite cose,
che la gente compra solo per moda e che alla
fine non legge?
Non è possibile dare la colpa ad uno
di quei fattori: sono convinta che sia un fenomeno
generale. Oggi abbiamo l'intrattenimento elettronico
- tv, videogiochi e internet - che si mangiano
parte del tempo libero che prima, probabilmente,
era dedicato alla lettura.
Comunque la situazione (anche in Germania) è
dovuta anche alla parziale uniformazione del
mondo letterario. I grandi gruppi incorporano
editrici medie che oltre alla loro indipendenza,
prima o poi, perdono spesso anche il loro profilo
individuale. Sono tanti a puntare su certe ricette
di successo, a rassomigliarsi sempre di più
- sia nel disegno delle copertine che nel programma.
Una responsabilità determinante è
delle scuole e dei genitori. Purtroppo - almeno
in Germania - le ultime inchieste "PISA"
hanno dato un quadro spaventoso.
Come fare per avvicinare i bambini alla
lettura?
La cosa più importante è farli
crescere con il libri, cominciando da quando
sono piccolissimi, con gli appositi libri illustrati,
continuando poi con la lettura ad alta voce
delle fiabe. Forse non capiranno proprio tutto,
però è provato che così
cominciano ad imparare una certa sensibilità
linguistica. Quando sono capaci di leggere autonomamente,
regalare i bellissimi classici per linfanzia
come Pippi Calzelunghe (la mia prima lettura
mai dimenticata), Pinocchio ecc.
I genitori devono far loro capire che un libro
dona bellissime ore di divertimento, di fantasia,
di passeggiate in altri mondi. Naturalmente
gli adulti non devono limitarsi a incitare i
figli alla lettura, ma devono esser loro di
esempio, leggendo con piacere molti libri.
Sono convinta che sia difficile recuperare una
mancata ispirazione alla lettura a causa di
genitori che non hanno mai preso in mano un
libro. Per questo insisto che siano i grandi
quelli che per primi si dedicano alla lettura.
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