Soprannominato
Glaciale, dagli alunni dellIstituto
Tecnico Nautico M.Colonna - Roma
il Generale Umberto Nobile, famoso per
lepisodio della Tenda Rossa e
al tempo stesso commissario desami
alla maturità nautica, pur ammirandone
leroicità di esploratore
(e uno dei più grandi personaggi
della storia del volo umano), non fu
molto apprezzato dalla quinta classe
capitani, perché
vennero
rimandati tutti a Ottobre!
Non tutti, sintende, perché
mentre i secchioni, che in classe non
mancano mai, lo ossequiavano e vennero
promossi, noi, i ripetenti, come la
maggior parte degli alunni di quel triste
anno scolastico 1959-60, fra i quali
io stesso, non ce la facemmo a passare.
Motivo? Perché a Oceanografia,
materia alla quale il Generale era assai
affezionato, risultammo
un po carenti e per una strana
logica scolare, questo non era bene.
Cosera successo? Era successo
che, ad esaurire le sue già scarse
doti di pazienza (rammento quella sua
aria burbera e accigliata), furono le
vaghe risposte che demmo sul tema a
lui più caro, ossia il ghiaccio:
Formazioni glaciali, tipologia e qualità
degli Iceberg, loro dislocazione e già
che cera, (vista la fine fatta
dal Titanic, nel 1912),
non mancò di chiederci la proporzione
della sua parte immersa.
Fu un fiasco, una delusione: chi diceva
7/ottavi, chi 8/decimi
. fino a
ché il Generale, al colmo dellesasperazione,
sbottò, questi alunni sono
proprio dei somari! e fu il gelo!
Fosse stato edotto, il Generale, sullattuale
stato dapprendimento della scuola
(Italiana), dove pare che lalternanza
del giorno e della notte sia un mistero,
quella domanda che a lui sembrava facile,
può darsi che non ce lavrebbe
fatta, ma non andò così
e fu giocoforza riprendere a studiare
lodiato testo e prepararsi allesame.
A Ottobre poi, ci pensò lui a
darci la promozione, perché il
Generale, famoso per la sua rudezza,
ma non per mancanza di cuore e soprattutto
per la storia della Tenda Rossa,
burberamente, ci concesse il diploma.
Pochi rammentano che Umberto Nobile
(nato a Lauro Avellino, il 21-Genn-
1885, morto a Roma il 30 Luglio del
1978), conclusi nel 1908 a Napoli gli
studi di ingegneria aeronautica (110
e lode), entrò a far parte della
Regia Aeronautica e nel 1923 dette inizio
alla progettazione di dirigibili dei
quali un tipo particolare chiamato semirigido
(in antitesi a quelli costruiti in Germania
che invece erano rigidi)
era il migliore.
Ma non basta perché preso dalla
passione per il volo, partecipò
alla costruzione di aerei a scafo metallico
(Caproni), ideò un primo paracadute
nazionale ed entrato a fare parte della
Goodyear Co. (di Akron Ohio, USA), progettò
dirigibili da trasporto passeggeri.
Lambizione e la fama però,
lo spinsero a cimentarsi nellesplorazione
delle zone più remote della Terra
le quali, comé noto, sono
i Poli.
Nel 1926, col Norge, dirigibile
di sua progettazione, assieme al famoso
Roald Amudsen, esploratore Norvegese,
raggiunse il Polo Nord (Artico), stabilendo
un primato la cui eco travalicò
i confini politici del mondo (e anche
le speranze e le ambizioni di ambedue
i protagonisti della storia!).
Dopo gli elogi (e pretese da parte dei
due acerrimi rivali) per limpresa
appena realizzata, si dà da fare
per organizzarne unaltra, questa
volta, di sua esclusiva progettazione.
E linizio della tragedia
del dirigibile Italia, con
il quale il Generale, assieme ad altri
16 uomini, intendeva ripetere la precedente
trasvolata Polare (Polo Nord!), senza
però dividerne con altri la gloria!
Sebbene lidea fosse buona, questa
volta però gli fu fatale e per
la sua fama e per se stesso (come persona),
ma quel chè peggio, per
la vita di 7 dei 16 uomini del suo equipaggio.
Il fatto venne descritto dai giornali
in questo modo: Oggi, 25 maggio,
1928, alle ore 10.33, il dirigibile
Italia, dopo aver sorvolato
il Polo Nord Geografico, mentre effettuava
il viaggio di ritorno (mancavano appena
100 miglia nautiche allarrivo
alla Terra di Nord Ovest, Spitzbergen),
a causa di un violento fortunale, urtava
la banchisa polare e nellimpatto
lasciava sul pack parte della gondola
con dieci uomini dequipaggio,
più, una certa quantità
di materiale.
Quello che il comunicato stampa non
diceva era però che, così
alleggerito e in balia del vento, il
dirigibile se ne volò via, trascinando
con se 6 dei 16 uomini della squadra,
che scomparvero per sempre!
I nove superstiti (uno era già
morto nella caduta sul ghiaccio), si
adattarono a vivere in una tenda la
quale, per favorirne lavvistamento,
venne colorata di rosso (da qui il nome
di Tenda Rossa).
Biagi, il radiotelegrafista della missione,
riattivato il ricetrasmettitore di emergenza
(Ondina 33), iniziò a trasmettere
(CQ, a tutti) la propria posizione,
ma invano, perché per almeno
5 giorni non ricevette alcun riscontro
(nemmeno dalla nave appoggio Citta
di Milano che evidentemente non
interessata allascolto!).
Immaginate lo stato danimo di
quei naufraghi mentre scandiscono per
ore il flebile segnale Morse (tre punti
tre linee tre punti, SOS),
.senza
ricevere nessuna risposta!
Poi una flebile risposta, un richiamo,
segno che, finalmente, qualcuno lha
ricevuto!
E un Radioamatore Russo (certo
Nicolaj Schmidt di Vochma / Arcangelo
- URSS), che senza porre indugio (e
qui, secondo me, si vede il carattere
emotivo della gente di quel tempo!)
da loro il K (ricevuto)
e poi la conferma che verrà ritrasmesso
in aria (ossia a tutti).
Immagino che lemozione e la gioia
dei naufraghi deve essere stata immensa
(e siamo al 2 di Giugno, ossia sette
giorni dopo lincidente)!
Finalmente, la notizia della sciagura
si sparge da per tutto, non, come si
potrebbe presumere, per merito della
tecnologia, ossia aerei, navi e nemmeno
le potenti stazioni radio di terra,
ma per la sagacia di un umile radio
amatore (Radio AM), di uno sperduto
paesino della Siberia, che per puro
caso capta il debole segnale e pur non
credendo ai suoi orecchi, lo ritrasmette
e
salva la spedizione!
Dal momento in cui la notizia del naufragio
si diffonde, suscitando una vera e propria
gara allintervento, tutti si mobilitano
per partecipare!
Notare che, a differenza di ciò
che accade oggi dove a prevalere è
lorganizzazione di gruppo, in
tutta questa intricata storia, si vede
bene come ad emergere siano soprattutto
azioni di singole persone che cercano
in tutti i modi di guadagnarsi un po
di gloria e donore.
Di contro, almeno allinizio, si
assiste allassenza o quasi (e
persino della mancanza di attenzione!)
da parte delle autorità preposte
(oggi diremmo della Protezione
Civile!) .
Solo più tardi (siamo al 8 Giugno)
e molto lentamente, si muove la pesante
macchina di Stato.
Stato rappresentato dalla nave appoggio
Città di Milano, che riuscì
finalmente a stabilire il primo contatto
radio con la Tenda Rossa mentre, prevalentemente
finanziata da privati (perché
dal governo non venne mai dato un ufficiale
assenso), partiva dallItalia una
spedizione mista, militare/civile, composta
da Alpini e giovani soci del Sucai (Centro
Alpino Italiano).
Alcuni aviatori Italiani, poi, fra i
quali il Tel. Col. Maddalena ed il Maggiore
Penzo, da bordo dellidrovolante
SM55 (Savoia Marchetti) con il quale
la mattina del 13 giugno erano andati
in perlustrazione, avvistarono la Tenda
Rossa, ma nemmeno nei successivi passaggi
a volo raso, riuscirono ad atterrare
(e siamo al 19 Giugno).
Dal momento in cui era stata segnalata
lesatta posizione della ormai
famosa Tenda Rossa, molti
vollero prendere il volo.
Navi ed aerei degli stati confinanti:
Finlandia, Svezia, Russia e gli stessi
Italiani con la nave appoggio, Città
di Milano, che assieme a dei volontari
americani, faceva base nella Baia di
Vigo, partirono alla volta della perduta
spedizione, se non altro per arrecare,
anche solo con la loro vista, sollievo
ai naufraghi.
Anfibi, idrovolanti che, finalmente,
riuscirono a paracadutare viveri e generi
di conforto (che altrimenti i naufraghi
non sarebbero potuti sopravvivere!)
si susseguirono incessantemente dimostrando,
da parte di tutti, un vero spirito di
collaborazione.
Il maltempo però la faceva da
padrone e mentre i Russi, col rompighiaccio
Krassin, avanzavano lentamente
ma costantemente, fendendo la banchisa
polare, il Norvegese Lundborg, col suo
Fokker 31, sorvolava il campo e in un
successivo passaggio, atterrò.
E a questo punto, cioè
quello della drammatica decisione di
Nobile di abbandonare il campo, che
nasce la controversa diatriba circa
il dovere di Nobile di rimanere
sul posto (che poi venne presa
a pretesto per la rovina morale e civile
del Generale).
In realtà Nobile, anchegli
infortunato (una gamba fratturata),
non voleva andare, ma sollecitato vivamente
dal Lundborg cedette e assieme alla
sua cagnetta Titina, salì a bordo
dellidrovolante.
Scopo della sua apparente defezione,
era invece quello di raggiungere la
nave appoggio Italiana per meglio concertare
i soccorsi, ma venne malamente interpretato
ed accusato di abbandono nave
ed equipaggio (il che equivaleva
ad una sorta di alto tradimento
Lundborg, però, avallando lonestà
delle sue intenzioni, una volta depositato
Nobile sulla nave, tornò alla
Tenda e con la sincera intenzione di
recuperare gli altri, tentò un
ammaraggio, ma gli andò male
e capottò sul ghiaccio (poi venne
successivamente recuperato da un collega,
tale Moth, Svedese).
La storia, però, detta così
suona male!
Il motivo della presunta defezione
del Generale, secondo me, fu causata
dalla necessità impellente di
rimediare a quella che definirei la
più totale, maldestra, scombinata
disorganizzazione di ricerca di naufraghi
di tutta la storia, alla quale, poi,
non mancarono né invidie né
contrasti, anche a livello politico
nazionale, inettitudini e il classico
scarica barile delle autorità
Italiane.
Oltre a questa preoccupazione dunque
cera anche il fatto oggettivo
del quale va tenuto conto, che la decisione
di Nobile a lasciare i compagni, non
fu tanto sua (come si volle far credere),
ma imposta dallalto, probabilmente
in vista proprio della scarsità
di attenzione della nave appoggio, allinizio
delle operazioni.
Montre Nobile veniva trasportato alla
sua nave, gli altri, i soccorritori
improvvisati, pur di non correre il
rischio di rimanere in diparte, si cimentavano
in voli spericolati quanto dagli esiti
incerti.
Il risultato? Che tutti
. si rincorrevano
lun laltro!
La prova? Che in quelloccasione
avvennero fatti ad dir poco incredibili:
pensate un po, invece di attendere
i soccorsi, che prima o poi sarebbero
arrivati, 3 uomini della Tenda Rossa,
Mailmgreen, Mariano e Zappi, stufi di
aspettare, si misero in marcia con lintenzione
di raggiungere la terraferma
.dove
non arrivarono mai!
In loro soccorso, partirono altri 3
uomini, Gennaro Sora, Warming e Van
Dongen, con cani e slitte, dei quali
però, uno di loro (un certo Warming),
colpito da oftalmia, dovette essere
abbandonato mentre i due superstiti,
dopo una marcia estenuante e allo stremo
delle forze, raggiungevano la terra
ferma in una zona sconosciuta (Isola
di Foyn).
A risolvere le cose, arrivò fortunatamente
il Krassin, che li recuperò,
ma non laltro che, poveretto,
fu trovato morto!
Così va la vita!,
si potrebbe dire, ma chi lavrebbe
detto, che il freddo Amudsen, invece
di godere delle disgrazie dellaltro
(Nobile) si sarebbe scapicollato
per corrergli in soccorso?
Eppure lo fece, scomparendo poi col
suo aereo nelle gelide acque del Mar
di Barents.
Mentre si svolgevano le operazioni di
soccorso, più che di azioni coordinate
e razionali, fatte di slanci di vero
eroico coraggio (ma anche di morti e
dispersi come il Latham-47 della spedizione
Francese, che decollato da Tromso, precipitava
in mare dove perirono 4 uomini), le
navi, pur malconce e a corto di combustibile
(a quel tempo le caldaie erano alimentate
a carbone!), procedevano a tutta forza.
Il primo rompighiaccio Sovietico ad
intervenire, partito il 12 Giugno da
Arcangelo, era il Malyghin, ma non giunse
mai alla meta (si era rotto!); la seconda
nave rompighiaccio, sempre Sovietica,
la Krassin, con a bordo il celebre Prof.Samoilovich
(amico del Generale), ruppe unelica
e stava per desistere dallintervento,
quando, sollecitato dallo stesso Generale,
che già si trovava da bordo della
Città di Milano occupato
a coordinare le ricerche, lanciò
lidrovolante in dotazione, dal
quale vennero avvistati 2 dei 3 superstiti
(quelli che se ne erano andati!) che,
come già detto, vennero recuperati.
Finalmente lepilogo, il Krassin
che festosamente raggiunge il luogo
del disastro (siamo al 12 di Luglio,
ore 20), ed avvistata la Tenda Rossa,
si avvicina e a quel punto
. tutto
è risolto, sono salvi!
Che angoscia (potremmo dire), che ansia,
tutta questa disorganizzazione e poi
la questione di Nobile si Nobile no,
che si trascinò per decenni tra
polemiche, insulti, invidie, e malcontenti,
fino a che
.capitò nella
mia scuola e calmo, calmo, zitto, zitto
..
ci fece fuori tutti!
(c) Franco
Masini
Lucca, 30/12/2007
Pubblicato orignariamente sulla rivista
"SAGGIO" di Eboli del Marzo
2008
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