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LE INTERVISTE
DI PB
Morena
Fanti Intervista SALVO ZAPPULLA
Chi è Salvo
Zappulla?
Salvo Zappulla, giornalista
e scrittore, risiede a Sortino (SR). Ha
pubblicato varie opere di narrativa e
fiabe per bambini con piccole case editrici
siciliane. Edizioni in ristampa dei romanzi
di Zappulla sono state corredate da schede
didattiche e adottate, come narrativa,
nelle scuole medie. E' il presidente dell'associazione
culturale Pentelite che organizza la Mostra-Mercato
dell'editoria siciliana a Sortino. Presidente
del Concorso Letterario Nazionale "Città
di Sortino", Cura annualmente la
rivista Pentelite. Collabora alla pagina
culturale del quotidiano "La Sicilia",
alla rivista "I siracusani",
al quindicinale "La voce dell'Isola"
e a diversi siti letterari. Nel 2006 si
è classificato 2° con un testo
teatrale inedito al premio Massimo Troisi.
Attualmente è in corso di stampa
con la casa editrice "Il pozzo di
Giacobbe" la fiaba "Lo sciopero
dei pesci", illustrazioni di Carla
Manea.
Quando il Poeta è Sommo, il viaggio
all'inferno è assicurato un colloquio con Salvo Zappulla
di Morena Fanti
Anche stavolta la scrittura di Salvo Zappulla
non delude e si dimostra come sempre affilata
e tagliente, una lama pronta ad affondare nei
nostri sogni.
"In viaggio con Dante all'Inferno"
(edizioni Fermento, euro 12,00) è quel
viaggio che molti hanno sognato ma non hanno
mai osato intraprendere: un viaggio tra personaggi
fasulli e corrotti che molte volte abbiamo desiderato
mandare, appunto, all'inferno.
Per noi l'ha fatto Zappulla, con la sua vena
ironica sempre pronta a scovare il lato giusto
in cui immergere la penna.
Un libro molto divertente, questo ultimo lavoro
di Zappulla, scritto con garbata ironia e verve
incandescente, una sorta di denuncia pungente,
anche se mascherata dal velo della satira, delle
cose che non vanno nel nostro Paese.
Molto curato anche nei dialoghi, il romanzo
presenta alcune chicche, come il brano dell'incontro
tra il Sommo e una sedicente Francesca da Polenta,
avvenuto in discoteca. Dice Dante: "Francesca,
raccontagli la storia del tuo grande amore,
l'attrazione fatale per tuo cognato..."
E Francesca: "A quale dei miei tre cognati
ti riferisci? Sai molte cose, nonnetto. Cosa
sei, uno sbirro in pensione?".
Anche la storia è surreale: Dante si
reca dal nostro scrittore durante la notte e
lo precetta trascinandolo in un viaggio tra
i gironi dell'inferno perché, asserisce
il Poeta, è necessario riscrivere il
poema e adeguarlo ai tempi nostri: si sa, il
modo di peccare è molto cambiato nei
secoli e le condanne vanno adeguate! Così,
il nostro eroe si trova, suo malgrado, a partire
per un viaggio infernale, tra dannati colpevoli
di efferati delitti e di truffe ai danni dei
poveri cittadini italiani. Situazioni esilaranti
si avvicendano senza un attimo di tregua, tra
volti noti di personaggi contemporanei condannati
alle pene più astruse. Quel signore perennemente
collerico che ha il vezzo di sbraitare in televisione
e di sistemarsi nervosamente i capelli con la
mano, ci sembra di riconoscerlo; così
come quell'altro che è finito all'inferno
a vendere i gelati con una motoape sgangherata.
Forse da qualche parte ci sarà pure collocato
un cavaliere, e qualcuno con la faccia da mortadella.
Insomma, stavolta Salvo Zappulla l'ha combinata
davvero grossa.
Il rapporto tra Zappulla e il Sommo Poeta è
altalenante tra affetto e punzecchiature. Dante
è un grande e come tale mal sopporta
le altrui debolezze e Zappulla è un allievo
spesso indisciplinato e irriverente come lo
ritroviamo nei suoi romanzi.
· E irriverente lo sei stato davvero,
in questo tuo romanzo, Salvo. Nei gironi danteschi
hai messo davvero tutti: dai politici ai faccendieri,
passando per i Pontefici. Quanto ti sei divertito
a scrivere questo romanzo? E quanto è
importante per te scrivere coniugando passione
e divertimento?
· R. Sì, per me è importante
scrivere coniugando passione e divertimento.
Mi annoierei a prendere me stesso e la scrittura
troppo sul serio. Forse non sarei mai capace
di scrivere un romanzo storico che mi costringerebbe
a documentarmi, a spulciare nelle biblioteche
ecc. ecc. Troppo faticoso. All'inferno ho messo
tutti quelli che sono capitati a tiro della
mia fantasia ma senza voler fare moralismo spicciolo.
Certo, finire all'inferno non piace a nessuno,
spero che qualcuno non se la prenda e accetti
di stare al gioco, soprattutto qualche personaggio
politico che in questo momento va per la maggiore.
· Il tema dell'Inferno dantesco è
uno dei più riletti nei secoli e tale
rimarrà forse. Secondo te, qual è
il motivo del fascino che l'inferno esercita
su di noi? Perché, ad esempio, non si
scrive quasi mai del Paradiso e perché
a nessuno verrebbe in mente di fare un viaggio
là?
R. L'inferno ha sempre suscitato sulla nostra
immaginazione un certo fascino perverso. In
passato i preti ne hanno fatto uno strumento
di potere speculando sull'ignoranza della massa.
"Se non ti comporti bene, ti spedisco a
bruciare tra le fiamme dell'inferno!".
Una minaccia che aveva un effetto devastate
sulla povera gente. Il paradiso in fondo è
visto come un luogo piuttosto noioso: soavità,
musica celestiale e tanto rilassamento. Dici
che a nessuno viene in mente di fare un viaggio
là?... sai che mi stai facendo venire
un'idea... che ne diresti se andassi a scomodare
il Padreterno per sapere cosa ne pensa di questa
situazione scellerata? Sì, mi sembra
proprio una buona idea.
· Il rapporto tra Dante e lo scrittore,
definito perfino scrittorucolo dal Grande Maestro,
è molto contrastato e sfocia spesso in
diverbi pungenti tra i due. Mi ricorda certi
rapporti tra impiegato e capufficio che abbiamo
visto spesso in vecchi film e commedie. Forse
la tua è una scrittura molto "visiva",
quasi cinematografica. Che ne pensi?
R. Ottimo suggerimento. Potremmo consigliare
a Benigni di ricavarci un film; lui che è
un grande estimatore del Sommo e che prende
spesso di mira i politici, sarebbe perfetto
nel ruolo di Dante, anche il nasone è
quasi identico. Roberto, se ci sei batti un
colpo! In quanto al rapporto con il Sommo, ci
tengo a sottolineare che, nonostante qualche
battuta irriverente da parte mia, viene sempre
trattato con affetto e stima. E' un dialogo
all'insegna del rispetto, come si conviene tra
grandi. (Oddio! Questa mi è scappata...)
· Il tuo libro, o meglio la tua scrittura,
mescola spesso cose e persone fino a formare
un cocktail effervescente, anche se spesso poi
il riso è amaro, come nell'omonimo film.
Stai cercando di farci riflettere, usando l'arma
piacevole della risata?
R. Io penso che ogni libro deve sempre contenere
elementi di riflessione, altrimenti rimane fine
a se stesso. A volte l'arma della satira è
la più efficace per fare emergere certe
incongruenze, talune disfunzioni della natura
umana, nascoste dentro le pieghe dell'anima
e mascherate da una patina di apparenti buone
intenzioni.
· "Quest'inferno, rivisitato,
non lo capivo proprio: sembrava la copia di
quello terrestre", dice il tuo alter-ego
nel romanzo. Questa frase mi sembra molto emblematica
del tuo pensiero. Cosa pensi del disagio che
c'è in Italia in questo periodo, in tanti,
troppi, settori?
R. Mi porti a fare un'analisi molto complessa,
difficile da esaurire in un'intervista. Sicuramente
stiamo attraversando un periodo difficilissimo,
si chiede ai cittadini di stringere la cinghia
e intanto quelli che detengono il potere non
fanno nulla per dare il buon esempio. Le critiche
che ultimamente hanno investito Mastella non
sono state una bella cosa. Quella faccenda dell'elicottero
è stata sintomatica, probabilmente nulla
da eccepire dal punto di vista prettamente legale,
nessuna legge è stata violata ma ci si
aspetterebbe ben altro rigore da chi è
chiamato a ricoprire cariche di così
alto prestigio. E altri esempi ancora si potrebbero
citare. Quell'altro colto in fragrante a sniffare
cocaina e darsi alle orge. E cosa suggerisce
il suo collega per rimediare? Di aumentare lo
stipendio ai parlamentari, così avrebbero
la possibilità di portarsi le mogli a
Roma e stare lontano dalle tentazioni. Al ridicolo
non c'è mai fine. Sai che non riesco
a ricordare se ho messo il nostro Ministro di
Grazia e Giustizia all'inferno? Speriamo di
non averlo dimenticato, potrebbe restarci male
e sentirsi escluso. E poi, al giorno d'oggi,
una bolgia non si nega a nessuno. Fa bene Grillo
a scendere nelle piazze a scuotere le coscienze
· Quindi, come dice il Sommo Poeta
nel tuo romanzo, non ci dobbiamo meravigliare
della loro morte, ma della nostra vita?
R. Ci dovremmo meravigliare di non saper cogliere
l'essenza della vita, di non aver ancora saputo
comprendere che siamo solo una meteora nell'Universo
e ci mettiamo il vestito buono, la cravatta
più sgargiante per apparire importanti,
inseguiamo per anni un posto di commendatore,
ci rodiamo il fegato dall'invidia per il vicino
che è un po' meno disgraziato di noi,
senza renderci conto che da qualche parte è
già partita una tegola in direzione della
nostra testa.
· Ora che sei finalmente tornato
tra noi, dopo questo viaggio infernale, che
programmi hai? Cosa ti piacerebbe davvero scrivere?
R. Mi piacerebbe andarmene qualche annetto
in un'isola tropicale a godermi i diritti di
questo romanzo. Già, ma se poi non lo
compra nessuno? Dovrò ricominciare a
scriverne un altro. Non si può mai stare
tranquilli in questo mondo.
Per gentile concessione di
Morena Fanti
e Salvo Zappulla
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