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scheggia di francesca lagomarsini
vivere è come morire?
E'
bizzarro che una rubrica di attualità
si apra con una fiaba ma è altrettanto
bizzarro come nelle favole, a volte, si celino
misteriose verità e come, con semplicità,
si possano toccare temi come il sottile confine
fra la vita e la morte
Una musica dolcissima, poche note armoniose di
pianoforte arrivavano dalle finestre dell'elegante
palazzo. Attirata dalle piante di geranio dai
colori vivacissimi, oltre che dalla musica, la
libellula si avviava ad ampi balzi proprio per
penetrare nella stanza, quando proprio in quel
momento OOPS
, un ragazzone, il presunto
pianista, chiudeva con decisione i battenti delle
vetrate strattonando e spintonando la libellula.
Ah, l'arte! Per un pugno di note la libellula
si ritrovava ammaccata e sperduta in mezzo ai
gerani. Non era una libellula equilibrata, si
lasciava infatti spesso trascinare, affascinare
dalla bellezza degli esseri umani, ma come ne
veniva ripagata!
Fu in quel momento che vide il bruco che arrancava
proprio nel vaso a fianco al suo, era un terrazzo
popolatissimo quello, oltre che molto chic!
Si sentì in dovere di presentarsi al compagno
di sventura che, nonostante fosse come lei un
po' in difficoltà, sembrava pacifico e
tranquillo.
"Ah!", disse la libellula, "questa
vita è veramente buffa, oltre che crudele!
Stavo per rimanere schiacciata da uno stupido
umano capriccioso che voleva sbattermi la finestra
in faccia! Nessuno considera più noi vecchi
insetti, tutti hanno inutili paure come se fossimo
dei mostri eppure noi libellule siamo così
eleganti, modestamente parlando
non c'è
proprio giustizia
e poi viviamo così
poco, e poi
" andò avanti così
nel suo monologo per una buona mezz'ora senza
accorgersi che il bruco aveva iniziato a muoversi
convulsamente impegnato in misteriose operazioni.
Infatti il suo corpo era sempre più avvolto
in una strana bambagia rilucente, sembrava che
volesse davvero sparire in essa come per magia,
come in un gioco di prestigio.
La libellula intanto, parlando e commossa dal
suono della sua stessa voce, si stava lentamente
addormentando, del resto era stata una giornata
durissima.
Al risveglio si stiracchiò le ali, lavò
le antenne con la rugiada e poi rimase di sasso:
il bruco non c'era più, era riuscito ad
evadere dal vaso di gerani, quel furbacchione
oppure si era buttato giù dal vaso? A quel
pensiero un velo di tristezza colse la libellula
ma ad un tratto notò dietro una foglia
un esserino che spuntava, variopinto come la primavera:
giallo chiaro, rosa pallido, arancio, una vera
meraviglia.
La libellula ammirava stupefatta quel prodigio
della natura che proprio il bruco, ora lo capiva
!, aveva prodotto e per una volta rimase senza
parole: aveva assistito ad un miracolo ed anche
la sua vita, all'improvviso, le appariva sotto
una luce diversa, proprio come un prezioso, inestimabile
tesoro.
Diane
Pretty, era affetta da una terribile
forma di distrofia muscolare, sarebbe
stata costretta a rimanere in vita con
un respiratore artificiale. Aveva chiesto
alla Corte europea dei diritti umani che
il marito potesse porre fine alla sua
sofferenza certamente destinata alla morte,
tramite eutanasia; essendo infatti paralizzata
dal collo in giù non sarebbe mai
riuscita a porre fine alla sua vita senza
l'aiuto di un'altra persona.
La Corte non ha esaudito questo difficile
ma comprensibile desiderio e, pochi giorni
dopo il rifiuto, Diane è morta
in una clinica inglese; la sua storia
mi ha molto colpita, poi l'ho vista in
televisione con quello sguardo malinconico
e dolce e così è nata una
poesia che si intitola "Eutanasia
di un amore"
EUTANASIA DI UN AMORE
I respiri
affidati alla macchina
che spara
linfa vitale,
i pensieri
lasciati nelle mani
d'amorosi gesti,
il dolore
quello no
quello è solo e muto
ad inondarmi il cuore
e come posso
con scarne parole
farvi capire,
farvi anche solo avvicinare?
Le nuvole,
le nuvole e il cielo
mi mancano quasi più
della vita che mi è stata negata,
la mano, la mia mano
che manca sul tuo viso
questa è la paralisi
tra tutte più crudele
che possa capitare...
Ora,
come il dolore,
sarò muta e sola
e di inquiete parole,
anche di questa disperazione,
niente voglio più
ricordare,
solo pace,
solo nuvole,
solo mare...
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Diritto
alla vita: Rispetto all' art.2 della
Convenzione europea dei diritti dell'uomo,
ispirato alla salvaguardia del diritto
alla vita la Corte ha concluso, nel caso
di Diane Pretty, che "esso non puň essere
interpretato come tale da conferire il
diritto diametralmente opposto", cioč
quello a morire..
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APPROFONDIMENTI
Per una lettura sul legame profondo e
misterioso tra la vita e la more, consigliamo
un libro meraviglioso :
LO SCAFANDRO
E LA FARFALLA
Jean-Dominique Bauby
Edizioni TEA 1999
L'8 dicembre del 1995 un ictus getta Jean-Dominique
Bauby in coma profondo. Ne esce ma tutte
le funzioni motorie sono deteriorate,
quello che la medicina chiama locked-in
syndrome, che lascia perfettamente lucidi
ma prigionieri del proprio corpo inerte.
Non può parlare ma riesce solo
a sbattere la palpebra sinistra ed è
così che mantiene i contatti con
il mondo fino a riuscire a dettare questo
libro che è un meraviglioso inno
alla vita, una testimonianza eccezionale
sulla inesauribile capacità dell'uomo
di sognare
.
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"C'è nello spazio una chiave
per aprire il mio scafandro?
Una metropolitana senza capolinea?
Una moneta abbastanza forte per riscattare
la mia libertà?"
Jean Dominique Bauby
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