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Intervista
a Stefano Babini
a cura di Gianluca Umiliacchi
Stefano
Babini
Nasce a Lugo (Ravenna) nel 1964, dove
tuttora vive e lavora. Nelle sue vene
lamore per il disegno scorre da
sempre.
Frequenta l'Istituto d'Arte, a 17 anni,
decide di marinare un giorno la scuola
e di raggiungere per la prima volta Milano,
per approdare negli uffici di una casa
editrice e per fare della propria passione
una professione appagante... il fumettaro.
Inizia la sua attività nel mondo
del fumetto come inchiostratore per alcune
testate della Editrice Edifumetto, per
poi pubblicare per le più importanti
case editrici del fumetto come Sergio
Bonelli Editore e Lizard, per poi iniziare
una proficua collaborazione con la rivista
Aeronautica. Entra in contatto con il
maestro Hugo Pratt e frequenta
il suo studio in Svizzera. Ha disegnato
alcuni episodi delle serie Zona X e Diabolik.
Ha realizzato per L'Unità le chine
per alcuni racconti di Niccolò
Ammaniti, disegnati da Davide Fabbri e
sceneggiati da Daniele Brolli, poi raccolte
nel volume Fa un po' male (Einaudi, Stile
Libero, 2004). Svolge il ruolo di docenza
per corsi di fumetto in varie sedi scolastiche.
Attualmente prosegue la sua collaborazione
con la testata Diabolik. Amico e allievo
di Hugo Pratt, papà di Corto Maltese,
è stato incaricato dal "Centro
Ricerche Hugo Pratt" di Lucca per
raccontare in una serie di conferenze
in giro per l'Europa la sua esperienza
col grande fumettista riminese.
>>Per
ulteriori informazioni
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Stefano Babini, il fumetto e il fumettista
Ho
conosciuto Stefano Babini anni fa, per un evento
legato al fumetto svolto in terra di Romagna.
Fin dall'inizio si è dimostrato come
un personaggio di spettacolo, un
intrattenitore con doti cabarettistiche degni
di uno degli attori di Saturday Night
Live, accattivante e divertente, sempre
pronto all'autoironia.
Di recente ho avuto il piacere di incontrarlo
nuovamente, in un momento di relax del suo lungo
percorso artistico, e ho approfittato dell'occasione
per fare con Stefano 4 chiacchiere in
amicizia, con un autore che non disdegna
di accettare nuove sfide, per portare a compimento
lavori per un pubblico sempre più esigente.
Come l'ultima fatica realizzata per l'Astorina,
lo speciale primaverile di Diabolik, in copia
con Palumbo, o all'impegno richiesto dall'omaggio
per Francesco Baracca, per l'Aeronautica Militare
italiana, fino alla graphic novel autobiografica
attualmente in cantiere.
Iniziamo
parlando della tua ultima realizzazione, mi
racconti come e quando sei entrato in contatto
con Diabolik; dal tuo primo incontro come lettore
e, dopo tanto tempo, con la sua Casa Editrice,
l'Astorina?
Qualche anno fa, non ricordo esattamente ma
credo 3, mi aggiravo fra gli stand di Rimini
Comix ad un tratto mi sono trovato di fronte
a quello di Diabolik, dove all'interno Mario
Gomboli stava mostrando ad un tizio
un albetto realizzato con le matite del grande
Zaniboni. Dovevo assolutamente averlo! Ho atteso
(im)pazientemente che il tizio svanisse
e mi sono presentato. Mario è una bellissima
persona... abbiamo parlato di tante cose, e,
in breve, mi sono allontanato (incredulo), con
la prospettiva di realizzare alcun tavole di
prova di Diabolik, ed inoltre, con l'agognato
albetto di Zaniboni. Qualche tempo dopo, una
volta terminati alcuni precedenti impegni, mi
sono messo al lavoro e... et voilà! Mentre,
per quanto riguarda il mio primo approccio al
personaggio di Diabolik non è direttamente
legato al fumetto, bensì, al film di
Bava, dove Marisa Mell impersonava Eva Kant...
Nel
dare "corpo" al "Re del Terrore"
hai riscontrato delle problematiche, ritieni
che sia stata una difficile prova? Inoltre,
tu che cosa conoscevi del personaggio Diabolik
prima di eseguirne la tua storia?
Ho fatto varie prove, Diabolik è un monte
ed io ho cercato di attenermi ai canoni classici
e al lavoro di Zaniboni (ovviamente tenendo
d'occhio anche le tavole di Palumbo). Purtroppo,
il mio segno prattiano non ha semplificato
le cose, grazie al precedente lavoro alla Bonelli,
basato sulla duttilità del segno, sono
riuscito a trovare una giusta mediazione di
stile, almeno spero. Non va dimenticata la disponibilità
di Mario nel darmi suggerimenti e consigli utilissimi
per migliorare il lavoro. Ovviamente dovrò
ancora impegnarmi parecchio, non desidero assolutamente
deludere i numerosi fans della testata. Per
questo quando realizzo dei liberi
di Dk uso gli acquarelli così posso interpretarlo
a modo mio, prattianamente se vuoi, mentre quando
lavoro sulla tavola, vera e propria, mi metto
a completa disposizione del personaggio.
Conoscevo il lavoro di Zaniboni e acquistavo
sempre gli speciali. Ora, un po' alla volta,
sto recuperando gli albi della serie regolare,
e continuo a fare prove e bozzetti per mantenermi
in allenamento. D'altronde è giusto sia
così, no? Disegnare un icona del fumetto
è una grossa responsabilità e,
in relazione al discorso di approfondimento,
essendo io un curioso per natura, mi piace entrare
a contatto con tutti gli aspetti e le sfaccettature
del personaggio.
Un
ragazzo, un giovane agli inizi di una carriera,
pieno di passione che, per il gioco del fato,
finisce per imbattersi nel "Maestro di
Malamocco". Come ricordi e come hai vissuto
quei momenti? E dopo di allora?
Avevo preso parte, con alcune mie tavole, ad
una mostra organizzata da un giovane Carlo Luccarelli,
in un piccolo Paese immerso nelle campagne romagnole.
Una sera l'assistente di Hugo Pratt entrò
casualmente per domandare indicazioni stradali,
essendosi smarrito, vedendo i miei lavori e
trovandoli interessanti mi domando se poteva
portarli a far vedere a Pratt. Non mi feci pregare,
gli diedi alcune tavole, pensando che tutto
finisse lì, invece dopo pochi giorni
Pratt in persona mi telefonò. Mi invitò
e lo incontrai in Svizzera, dove il maestro
viveva, restai suo ospite per diversi giorni
e da quel momento ebbi il piacere sincero di
restare in contatto con lui fino alla sua scomparsa.
E poi? Esperienze varie, con Zona X della Bonelli,
un sodalizio professionale con Davide Fabbri,
disegnatore di fama internazionale, collaborazioni
con l'Aeronautica Militare italiana, docenze
per insegnare il fumetto, pubblicazioni per
L'Unità e molte cose tra l'uno e l'altro
impegno.
Stefano Babini eclettico autore fumettista,
pittore, artista, che cosa prevede per il futuro?
A proposito dei progetti futuri, oltre all'offerta
di ricordare l'aviatore Francesco Baracca, accettata
con gioia perché credo che il fumetto
di oggi abbia un bisogno disperato di avventure,
nel trovarmi ad affrontare una malattia molto
seria ho avuto modo di riflettere su tanti avvenimenti
personali e mi è veuto spontaneo trasformare
in tavole i miei pensieri. Credo che a breve,
il lavoro in fase di conclusione dal titolo
"Non è stato un pic-nic", potrà
essere edito da una casa editrice interessata
al progetto.
Un ringraziamento sentito alla cortesia e simpatia
di Stefano e alla sua schiettezza nel rispondermi!
(c) Gianluca Umiliacchi
>>Progetto Babele
Speciale Fumetti
VISITE: 7.428
dal 15/11/2008
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