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Lorenzo
Bartoli fa parte della schiera di scrittori
di fumetti di ultima generazione, che ha diffuso
presso la Eura Editoriale il prodotto italiano.
Da sempre la nota casa editrice, benché
incentrata sul mercato nazionale, manifesta
una chiara predisposizione ad offrire spazio
ad autori esteri. In passato emergevano sulle
pagine della Eura alcuni tra i migliori della
scuola argentina, tra cui Mandrafina e Salinas,
ma persino Gustavo Trigo, che contemporaneamente
collaborava anche a Dylan Dog per la Bonelli.
Oggi, a fianco di nuovi e valenti scrittori
e disegnatori come Bartoli, pubblicano sui periodici
Eura anche vari autori francesi e belga, inoltre
permane la rappresentanza argentina. Tra i personaggi
di Lorenzo Bartoli cè il noto e
amato John Doe. Un eroe moderno, su cui i responsabili
della nota casa editrice di fumetti negli ultimi
anni hanno puntato. Basti ricordare che è
stato lunico prodotto della Eura ad aver
fin dagli esordi una testata mensile tutta propria,
senza prima passare dalla fase sperimentale
sui settimanali Skorpio e Lanciostory.
Signor Bartoli, come nasce un personaggio
alla Editoriale Eura?
Solitamente alle nuove serie viene
effettuato un rodaggio sulle pagine dei settimanali
Skorpio e Lanciostory. Se riscuotono il consenso
dei lettori, si cerca di proseguire le saghe
più fortunate su pubblicazioni mensili.
Attraverso questa originale filosofia editoriale,
sono state lanciate serie di successo come quelle
di Amanda e di Dago, firmate da Robin Wood.
Ma per il mio personaggio, John Doe, è
stato diverso. Avevo una buona idea nel cassetto
adatta ad essere sviluppata su un mensile, la
proposi alleditore e fu accetta con entusiasmo.
John Doe è nato così.
Qual
è la caratteristica del suo personaggio
più evidente?
John Doe è in continua fuga. Io e
i miei collaboratori abbiamo lobbligo
di seguirlo, per portare avanti la sua serie.
Proprio per questa originale caratteristica
del protagonista, le storie risultano legate
da un incastro, che si prolunga albo dopo albo
quasi per vie naturali. Un po come se
la vicenda successiva fosse sempre la diretta
conseguenza di quella precedente. Avvenimenti
che non potrebbero succedersi in modo diverso.
Tutto questo è fonte di enorme soddisfazione
personale.
Quale differenza sussiste tra scrivere un
racconto libero su Skorpio e Lanciostory e portare
avanti una serie mensile?
Nel racconto libero non ci sono vincoli.
Lo scrittore pensa una storia, la elabora in
modo compiuto e la affida al disegnatore. Non
gli resta che sperare che la sua idea riscuota
il consenso dei lettori. Portare avanti una
serie, invece, richiede coerenza puntata dopo
puntata, sia che la saga abbia uscita indipendente
in un mensile, sia che appaia periodicamente
sui settimanali Eura. In merito a questi ultimi
la casa editrice con il tempo si è concentrata
maggiormente sulle serie, anche se rimangono
presenti i racconti liberi.
Che genere di rapporto ha instaurato con
il suo editore?
Direi ottimo e come me anche i miei
colleghi. Siamo liberi di produrre, dando massimo
sfogo alla nostra immaginazione. Il supervisore
non limita assolutamente la nostra creatività.
Vi garantisco che è una delle condizioni
migliori per chi fa il mio mestiere.
Legge molto?
Direi moltissimo. Sono stato un lettore
prodigio. Fin da bambino mi sono avvicinato
a libri di notevole livello culturale. Nelle
storie narrate luomo può vivere
una realtà che non esisterà mai.
Ho amato molto la letteratura americana, in
particolare Hemingway. Per lo svolgersi del
mio lavoro mi sono accostato ad una notevole
varietà di opere. È fondamentale
per dare libero sfogo alla creatività.
Per poter sfruttare al massimo le potenzialità
dellimmaginazione si deve trarre ispirazione
da qualsiasi fonte possibile.
Come giudica il fumetto italiano?
Il nostro fumetto ha raggiunto un
buon livello. Un po tutte le case editrici
attualmente in attività mettono sul mercato
pubblicazioni che non temono il confronto con
la produzione straniera. Siamo competitivi sia
da un punto di vista qualitativo che quantitativo.
Tutto questo va a vantaggio dei nostri lettori,
che possono con facilità avvicinarsi
a storie distensive, ma anche interessanti.
Nella
panoramica del fumetto italiano, la sua casa
editrice che posizione occupa?
In passato lEditoriale Eura
ha offerto notevole spazio agli autori argentini.
Fino ai primi anni Novanta i contributi principali
delle testate settimanali erano quelli di Trigo,
Mandraffina, Salinas e altri artisti del loro
livello. Ci hanno regalato davvero tante emozioni
con le loro storie a fumetti, ma in questo modo
la Eura, pur essendo una casa editrice italiana,
non era improntata sulla produzione nazionale.
Negli ultimi dieci o quindici anni sono arrivati
anche gli autori Made in Italy, senza che la
Eura perdesse la sua apertura internazionale.
Infatti, attualmente collaborano con la nostra
casa editrice sempre vari autori esteri, tra
cui prevalgono i francesi e ancora gli argentini.
Quali sono gi autori che stima di più?
Non è facile rispondere ad
una domanda del genere. Sono molti gli autori
a cui mi sono rifatto nella mia carriera di
scrittore, iniziata nel 1988. Apprezzo enormemente
la cultura di Alfredo Castelli, ma il genio
dei fumetti degli anni Novanta per me resta
Tiziano Sclavi.
Cosa vede nel futuro del fumetto italiano?
Finalmente anche i nostri editori
stanno iniziando a capire che il loro prodotto
può evolversi in un gioco di ruolo o
in un videogame o addirittura anche in un cartoon.
Lo ha dimostrato ultimamente il mitico personaggio
di Alfredo Castelli, Martin Mistere, che è
diventato il protagonista di un videogame di
successo. Per andare avanti dobbiamo guardare
al di là del fumetto, per una sinergia
tra le varie arti di intrattenimento.
(c) Giampaolo Giampaoli
>>Progetto Babele
Speciale Fumetti
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