Per
Cristiano Spadavecchia il suo cognome,
di chiaro sapore medioevale, è sempre
stato ragione non soltanto di orgoglio, ma soprattutto
di amore per un particolare tipo di fantasy.
Un originale genere narrativo che dalla letteratura
si è trasferito al grande schermo, per
infine approdare alle vignette del fumetto.
Dirò di più: alle vignette del
fumetto bonelliano. Si tratta del fantasy con
ambientazione medioevale. Vicende appassionanti
e suggestive, dove solitamente per una qualche
ragione il genere umano è rimasto vittima
della sua stessa tecnologia o di un universo
che lo ha punito con una catastrofe, e così
luomo è tornato indietro nel tempo,
interpretando il suo passato. A questo punto
abbiamo detto già molto, ma ancora di
più sarà stato dedotto dai lettori
più attenti. Che Spadavecchia è
un giovane disegnatore di fumetti di talento
non è una novità e se si parla
di fantasy con ambientazione medioevale in casa
Bonelli, chi il fumetto italiano lo conosce,
non esiterà a capire che il nostro riferimento
è indirizzato ad uno degli ultimi nati
della nota casa editrice.
Una delle nuove produzioni più fortunate:
la saga del cavaliere di ventura Brendon. Stavo
quasi per dire, anche una delle serie di maggiore
interesse, ma mi sono frenato: di solito Sergio
Bonelli lancia sul mercato prodotti di qualità,
una ulteriore nota a favore di Brendon sarebbe
stata dettata soltanto dalla grande passione
che nutro per questo personaggio e dallammirazione
per il suo creatore, lex dylandoghiano
Claudio Chiaverotti. Ma torniamo a Cristiano
Spadavecchia. Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Ci
parli dei suoi interessi cinematografici e letterari.
Leggo molto e guardo diversi film. Per
un disegnatore di fumetti il contatto con il
cinema e la narrativa è fondamentale.
Anzi, direi di più: è una necessità
vitale. Nello scegliere cosa vedere
e cosa leggere non mi pongo limiti: credo che
muoversi tra libri e film a trecentosessanta
gradi sia la cosa migliore. Dalla lettura dei
classici italiani e stranieri, appresi tra le
scuole superiori e lAccademia delle Belli
Arti, alle opere storiografiche.
Come può aiutare il cinema e la letteratura
un disegnatore di fumetti a formarsi professionalmente?
Chi esercita le arti figurative a tutti
i livelli e in particolare modo il fumetto,
ha bisogno di generare mentalmente una realtà
fittizia da rappresentare, poi, sulla carta.
La sua mente deve essere esercitata a compiere
questo processo non semplice. La narrativa e
il cinema allenano il cervello a concepire effettivi
visivi. Ciò che si legge o si vede in
un film resta memorizzato e le immagini vengono
automaticamente riproposte agli occhi della
mente. Così si compie quel meccanismo
celebrale, che è fondamentale per chi
deve pensare una realtà fittizia e materializzarla
nel disegno. Alcuni autori, come Poe, Herbert,
Lowcraft e in generali tutti i maggiori interpreti
del romanzo gotico, sollecitano con particolare
incisione la mente del lettore ad immaginare
le scene narrate. Li consiglio come lettura
a chiunque stia imparando a disegnare.
E per quanto riguarda il lavoro che svolgi
su Brendon, in quale misura ti aiutano le tue
letture e il cinema?
Chiaverotti vuole che i suoi disegnatori
guardino i film che vengono citati nelle storie.
È un buon metodo per avere davanti agli
occhi le scene che ispirano la narrazione e
partire su una solida base visiva. Quindi, lascio
a voi immaginare il ruolo centrale che svolge
la visione dei film nel dipanarsi del mio lavoro
quotidiano. Ma non è assolutamente un
sacrificio: anzi, amo il cinema e sono ben felice
che faccia parte della mia professione.
Allinizio come sei riuscito ad entrare
in sintonia con la saga di Brendon?
La serie non è un Fantasy puro,
ma post catastrofico, quindi ambientato su uno
scenario desolato e selvaggio. Insomma, una
ambientazione simile a quella del western horror
di Magico Vento, così il passaggio da
una saga allaltra non è stato traumatico,
come avrebbe potuto essere con una serie completamente
diversa. Ormai il mondo di Brendon fa parte
di me, lo vivo intensamente giorno dopo giorno,
lo conosco e lo apprezzo.
Cosa ti accomuna maggiormente a Brendon?
Beh, probabilmente il mio cognome.
Lui è un cavaliere di ventura medioevale
rimaneggiato, io da buon Spadavecchia con il
medioevo sono abbastanza in sintonia, quindi
è inevitabile che tra me e Brendon ci
sia una certa sinergia. Ma attenzione! Mi rivolgo
in particolare a tutti i lettori del mio personaggio:
il medioevo di Brendon non è affatto
una rivisitazione semplice da comprendere.
Che
genere di fumetti leggi?
Sono cresciuto leggendo ed apprezzando
Linus, ma tra i mie preferiti cerano anche
Corto Maltese e Valentina. Non ho mai trascurato
nemmeno il fumetto per ragazzi, dai classici
inossidabili della Disney ad Asterix. E poi
i cartoni animati, in particolar modo quelli
giapponesi, che sono stati il tormentone della
mia generazione. Tutto questo mi ha aiutato
a mantenere attiva la mia fantasia, proprio
in merito a quel processo di immaginazione mentale
di cui ho già parlato.
Quale consiglio daresti ad un giovanissimo che
desidera farsi strada nel mondo dei personaggi
a strisce?
Credo che un principiante abbia due strade
da seguire: o cerca di cimentarsi in vari generi,
acquistando una certa versatilità che
a volte è una dote utile, oppure può
scegliere uno stile tutto suo in cui specializzarsi.
Limportante è essere disponibili,
almeno allinizio. Si deve accettare tutte
le offerte di lavoro ragionevoli, è così
che sono arrivato alla Sergio Bonelli.
Quale strada pensi stia percorrendo il fumetto
italiano?
Rispetto a trenta o quarantanni
fa il livello quantitativo della produzione
dei disegnatori si è abbassato, ma si
è alzato quello qualitativo. È
inevitabile che producendo limitatamente la
qualità si innalzi. I nostri elaborati
sono stati affinati per essere maggiormente
competitivi con la produzione estera, giapponese,
francese e americana. Quindi, credo che il fumetto
italiano stia percorrendo una strada che lo
porterà ad avere sempre più un
ruolo significativo nella compagine internazionale.
(c) Giampaolo Giampaoli
>>Progetto Babele
Speciale Fumetti
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