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LE INTERVISTE
DI PB
Barbara
Becheroni intervista
Carla Manea
Copertina
de:
"Lo sciopero dei pesci"
di Salvo Zappulla,
illustrato da Carla Manea
Prezzo € 11,90
32 p., ill. - ISBN 9788861240469
Editore Il Pozzo di Giacobbe 2009
(collana Educhiamoci)
Parlare con la giovane e frizzante illustratrice
che porta il nome di Carla Manea è stata
per me un'esperienza ricca di emozioni. Innanzi
tutto ho avuto l'impressione di riuscire a comunicare
con un personaggio unico, dotato di una vitalità
così intensa e di un carattere talmente
scoppiettante da restare quasi spiazzata.
Poi ho anche avuto il privilegio di guardare
i suoi lavori
È stato come precipitare in un mondo
di fiaba, dove imperano leggi fisiche differenti
da quelle imposte nel nostro, un universo in
cui si gioca con la forza di gravità,
il moto accelerato è una questione personale,
il tempo e lo spazio elementi con cui divertirsi
a inventare nuove prospettive viene voglia
di sorridere, di chiudere gli occhi e di sognare
Ottenere risultati simili, anche se apparentemente
sembrano tanto semplici, è frutto di
anni di studio. Carla Manea infatti si è
diplomata al Liceo Artistico, ha poi preso anche
il diploma di illustratrice e di web designer.
Inoltre ha partecipato ad almeno una decina
di esposizioni collettive di artisti e illustratori
italiani e stranieri.
D) Leggendo il suo curriculum ho appreso
che la sua passione per il disegno è,
praticamente, nata con lei. Quindi mi trovo
di fronte una privilegiata, nel senso di una
di quelle poche persone che sono riuscite a
fare il lavoro che amano. Possiamo addirittura
osare, dicendo "il lavoro gioco",
di marxiana memoria. Ma quando si è resa
conto che poteva permettersi di mantenersi con
il disegno? Ci è voluto molto coraggio
per compiere questo passo? R) Non me ne sono ancora resa pienamente
conto! Nel senso che non faccio solo "illustrazione"
per vivere, anche se questa attività
mi impegna moltissimo. Mi occupo di grafica,
di laboratori e tengo delle lezioni sui vari
software per impaginazione. E tutto questo mi
arricchisce di esperienze. Ho comunque molta
fiducia per me e per il mio futuro. Forse sono
anche coraggiosa. Se non dovesse andare bene,
posso sempre dire: "ok, ci ho provato fino
in fondo".
D) Cosa significa: illustrare un libro? Intendo:
immagino che sia necessaria una lettura approfondita,
critica, alla ricerca di quegli spunti che abbiano
in sé l'anima del racconto. Come riesce
a scovare le tracce migliori? R) Non è una cosa facile da far capire
con le parole. A dire il vero, mi sembra di
non essere capace di spiegare la sensazione
che provo, se non che più fai questo
lavoro più riconosci a naso o a istinto
i momenti salienti. Sembra banale ma qualcosa
"risuona". A volte l'immagine è
nitida, altre volte ha bisogno di studi, di
ricerche approfondite. Ma se si segue quella
traccia si arriva sicuramente ad un'ottima conclusione.
D) Parliamo un po' di tecnica. Osservando
le sue opere, vedo un tratto sicuro, idee ben
chiare riguardo alla tecnica del colore e fantasia
ad libitum Quanto lavoro di ricerca c'è
sotto Possiamo anche menzionare qualche
buon maestro che l' ha aiutata a trovare la
strada. R) Lavoro Di lavoro dietro a un'immagine
ce n'è veramente molto, sì. La
ricerca è continua sia quando lavori
ad una specifica illustrazione sia quando stai
facendo dell'altro. Ti ritrovi a guardare il
punto di fuga, il chiaro scuro, il taglio dell'immagine
Credo poi che tutto, ma proprio tutto può
aiutarti a trovare la strada. Dai grandi pittori,
al cinema, a internet, dove scopri illustratori
fantastici saltando (solamente) da blog a blog.
D) Che rapporto intercorre tra l'illustratore
e lo scrittore? C'è uno scambio, un dialogo,
magari qualche raccomandazione da parte di chi
scrive R) Dipende molto dallo scrittore, dal rapporto
che si ha con esso (e dall'influenza che ha
sull'editore). Il più delle volte non
lo conosco personalmente, ma è sempre
bello avere un dialogo, degli imput. Logicamente
ambedue devono rispettare il proprio ruolo.
A volte non è così facile. Se
fossi una scrittrice credo non lo sarebbe per
me. Su questo noi illustratori siamo forse un
po' più fortunati.
D) Esiste un particolare testo, anche del
passato, che ha un posto particolare nel suo
cuore e che lei sogna di illustrare? R) Tutte le copertine dei libri di Amélie
Nothomb, l'adoro!
D) La maggior parte dei testi da lei illustrati
rientrano nella letteratura per l'infanzia.
Come riesce a mantenere aperto il canale di
comunicazione con i bambini? Quanto è
difficile per un adulto restare in sintonia
con il modo di sentire e di vedere il mondo
dei bambini? R) Non è semplice, guardiamo il mondo
con occhi adulti. Filtrandolo. Credo di non
avere una risposta se non quella banale che
è che "fortunatamente" si resta
sempre un po' bambini. Forse non tutti
Ma ci vuole applicazione per farlo!!!
D) E come vede e sente il mondo un artista? R) Artista è una parola troppo grossa!
Mi augurerei di diventare un ottimo artigiano...
e di riuscire a "vedere" veramente
il mondo.
D) Qual è lo scrittore di cui ha
dovuto illustrare il testo con cui si è
sentita più in armonia? R) Domanda non politically correct! Non
vorrei far torto a nessuno.... Posso dire che
il piccolo Lele dalle unghie sempre sporche
è stato un personaggio che mi ha divertito
moltissimo e dove mi sono ritrovata. ( ZAc,
zac, zac Storia di forbici e unghie. Scritto
da Claudia Camicia - ED. Corsare in pubblicazione
per il prossimo anno)
La cosa preoccupante è che mi ritrovo
anche in dei ricci di mare o in una balena con
occhiali da sole!!! (Lo sciopero dei pesci di
Salvo Zappulla, ed. Il Pozzo di Giacobbe in
pubblicazione dicembre 2008/ gennaio 2009)
Per gentile concessione di
Carla Manea
e Barbara Becheroni
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