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LE INTERVISTE
DI PB
Faustina
Tori intervista
FRANCO DONATINI
Franco
Donatini è ingegnere e lavora
nella ricerca di Enel, come esperto di
energie alternative.
E' docente di Energia Geotermica presso
l'Università di Pisa, dove tiene
anche lezioni nell'ambito del Master sulle
Energie Rinnovabili.
E' autore di molte pubblicazioni scientifiche
in ambito nazionale ed internazionale
nel campo delle tecnologie e dei sistemi
energetici.
Ha partecipato a trasmissioni televisive
sull'energia, quali "Linea Blu",
"RAI Utile" e "Sulle tracce
di Darwin", con i "Velisti per
caso".
Nel 2008 ha pubblicato con la Felici editore
la raccolta di racconti
"In Viaggio" .
ISBN 9788860191908
Prezzo € 10,00
Editore Felici 2008
D: Da quando hai cominciato a scrivere con
l'intenzione di scrivere?
R: In realtà ho sempre scritto, prima
erano solo pubblicazioni scientifiche sull'energia,
sulle fonti rinnovabili, sullo sfruttamento
di altre risorse della terra. L'imput a scrivere
altro, si è sviluppato in me circa tre
anni fa dopo aver compiuto tutta una serie di
viaggi in varie parti del mondo. Spesso sono
stati dei viaggi per lavoro, alcuni anche avventurosi
quali quello nel Pacifico "Sulle tracce
di Darwin". Proprio a questa esperienza
sono dovuti tre racconti pubblicati nel mio
libro "In viaggio" Paradiso perduto,
il giorno dopo, Giri d'inchiostro.
D: Il mestiere di scrittore è, per
te, il mestiere di vivere?
R: Non se è proprio così, ma non
riesco più a concepire la mia vita senza
la scrittura. Essa mi permette di fissare le
emozioni e soprattutto di far vivere ai miei
personaggi quella parte di me che sto esplorando
e mettendo alla prova di continuo, un antico
detto Zen afferma che l'uomo in età adulta
abbandona la famiglia e i figli per cercare
se stesso. Forse sto attraversando proprio quella
fase in cui ricerco me stesso, il mio mondo
interiore, al di là delle convenzioni
sociali e delle forme in cui siamo costretti
a vivere.
D:A quali scrittori ti ispiri? R: In questa avventura che ho vissuto, sento
vicini scrittori quali Bruce Chatwin, Francesco
Coloane, sono scrittori che toccano le corde
del cuore.
D: Quale continente ti ha più colpito? R: Io amo il Sud America, è un continente
vitale, anche se molto povero, ma è il
più ricco di bellezze naturali che suscitano
emozioni profonde. Esiste una natura incontaminata,
sfingeica, molto simile al Dialogo della Natura
e di un Islandese del grande Giacomo Leopardi.
D: Mi sembra di avvertire nelle tue parole
una certa poesia
R: Si, io amo molto la poesia e ho iniziato
proprio scrivendone alcune.
D: A chi è dedicato il tuo primo
libro? R: L'ho dedicato al lettore che non conosco
e a tutti coloro che vorranno seguirmi nel mio
viaggio, un viaggio reale e immaginario, un
viaggio nella vita.
D: Tu sei oberato di impegni , come e quando
trovi il tempo per leggere e scrivere? R: Leggo in genere di sera, ma devo confessare
che ho rallentato il ritmo della lettura da
quando ho iniziato a scrivere. In parte la scrittura
ha sostituito la lettura, ma il tempo per le
cose che si amano, si trova sempre.
D: La domanda più importante , perché
un ingegnere, che risponde nell'immaginario
collettivo ad una persona caratterizzata da
pura razionalità e logica, diventa scrittore
di racconti e forse anche di romanzi? R: Fare l'ingegnere non è affatto
un lavoro arido, inoltre io sono un ingegnere
particolare perché mi sono sempre occupato
di ricerca. Ho iniziato a fissare sulla carta
delle parole per curiosità e per raccontare
ciò che avevo provato, per esplorare
un mondo diverso da quello dove io avevo sempre
operato, poi la parola mi ha preso la mano.
Allora ho cercato di approfondire il mondo letterario
e con grande sorpresa ho scoperto che non è
poi così distante come sembra da quello
scientifico.
D:Tu cerchi di coniugare la scienza con
la letteratura? R: Si, forse è proprio così
perché ogni uomo è fatto di ragione
e di sentimento, solo che talora prevale o l'uno
o l'altro. Inoltre c'è stato un evento
epocale il passaggio del millennio, allora ho
avvertito il passaggio del tempo e il desiderio
di dare uno spazio alla memoria. Forse è
l'illusione di trattenere il tempo.. non lo
so . In tutta onestà credo che mi faccia
un po' paura perdere tutte le emozioni e sensazioni
che ho provato nel secolo scorso, un secolo
segnato da eventi tragici e da grandi scoperte
D: Continuerai a scrivere? R: Si, ho appena sbozzato un romanzo realista
o quasi, ora sto cercando di apportarvi delle
limature, di cesellare le parole.
D: Ma per te la parola , è proprio
tutto? R: Si, ma non intesa in senso Dannunziano,
la parola deve arrivare direttamente al cuore,
suscitare emozioni al lettore e perché
no, farlo anche sognare.
Per gentile concessione di
Franco Donatini
e Faustina Tori
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