GLI
AUDIOLIBRI DI PB
Le versioni audio dei migliori racconti
comparsi sulla rivista, lette dagli autori
o dai membri della redazione di PB. Da ascoltare
on line o scaricare gratuitamente nel proprio
lettore MP3 per portarli con sè in
auto, in metropolitana o... al lavoro. Al
momento sono presenti in archivo
129racconti scaricabili gratuitamente. >>Clicca qui per ascoltare
Dal 01/01/2003
questo sito ha generato 131.161.409 esposizioni
Utenti connessi: 0
LE INTERVISTE
DI PB
Barbara
Becheroni intervista
Katharina Schmidt
A volte capita di trovarsi in un ambiente
magico e di parlare con una persona eccezionale
di cose che ami profondamente È
un evento raro, lo so, però è
successo proprio a me Ero a Torino, al
salone internazionale del libro, circondata
da libri e da lettori, autori, editori, agenti
letterari In un turbine di parole scritte
e dette, di immagini, di visi ho avuto il privilegio
di incontrare Katharina Schmidt, che di professione
traduce i libri. Consideriamola, come i suoi
colleghi di tutto il mondo, una benefattrice
dellumanità, perché permette
di leggere i libri scritti in unaltra
lingua a chi non comprende laltra lingua.
Una professione quasi biblica: è in grado
di dissipare, seppur parzialmente, le nebbie
linguistiche seguite allincidente di Babele
Siamo qui per rendere un piccolo omaggio ai
molti traduttori che lavorano lontani dai riflettori
del successo me che sono indispensabili a noi
lettori
Conversazione sull'arte di
tradurre
a cura di Barbara Becheroni
D) Quando si è "accorta"
che lo studio linguistico poteva diventare una
"scelta di vita"?
R) Non credo che ci sia stato un momento preciso.
In parte penso che dipenda dalla mia formazione
professionale, cioè gli studi di regia
di teatro musicale. Ogni giorno sento che questo
passato mi offre grandi vantaggi
nel lavoro di traduzione. Durante gli studi
mi sono interessata molto al rapporto fra musica
e parole, tema che ho scelto anche per la mia
tesi di laurea. Avevo già tradotto prima,
solo per me stessa, dei testi musicali di lirica
e anche brani di cantautori che non si trovavano
in tedesco. Dopo il corso di regia ho aggiunto
studi di linguistica e traduzione, poi ho incominciato
a fare qualche traduzione nellambito della
musica e mi sono accorta che questo sì
era un lavoro - e una fatica - che sarebbe potuto
diventare il mio ideale. Poi sono arrivata a
tradurre libri e oggi sono convinta che la traduzione
letteraria fa proprio per me.
D) Come mai la lingua italiana è
entrata nel suo cuore, tanto da diventare un
vero e proprio lavoro? R) Se ami la musica classica e lirica non
puoi fare a meno di amare litaliano. Mi
chiedo se centra anche la mia passione
per il calcio ... Non è certo stato un
caso se ho scelto un tema italiano per la mia
tesi, perché la cultura italiana da molti
anni fa parte della mia vita. Ho viaggiato in
Italia, ho vissuto per un periodo lungo a Milano,
poi ci sono gli amici Ma come si può
spiegare fino in fondo un amore vero e proprio?
Apprezzo e amo molto il tedesco, lingua materna,
molto ricca, magari un po dura, però
capace di esprimere tante sfumature, ma sento
che parlando in italiano cambia qualcosa per
me, esistono concetti che posso esprimere più
facilmente in italiano. E adoro i vari dialetti,
con i cui mi devo anche spesso confrontare nelle
traduzioni.
D) Tradurre: arte o raffinato artigianato? R) Non saprei! Dipende! Senzaltro
ci vuole anche molto artigianato nel senso di
mestiere, di esperienza. Con la poesia il discorso
cambia Per me tradurre un libro equivale
a trasportarlo, con tutti i concetti culturali
sociali e storici e cosi via, in unaltra
realtà linguistica e culturale senza
perdere lo spirito, il carattere delloriginale,
lo stile personale dellautore Insomma,
una cosa impossibile, ma ci si tenta sempre.
D) Come lavora il traduttore? Non cè un unico modo, dipende
dal testo. In una discussione con colleghi ho
scoperto che anche sulla domanda se si dovrebbe
leggere lintero libro prima di cominciare
a tradurlo non cera unanimità.
Io leggo sempre prima lintero testo, se
si tratta di una serie possibilmente anche tutti
i seguiti. Mi annoto le difficoltà, i
problemi da risolvere, ma innanzitutto cerco
di cogliere il ritmo del libro per riproporlo
nella mia lingua, anche se non sarà mai
lo stesso. La mia formazione come regista non
è molto ortodossa per una traduttrice
ma mi è utile ogni giorno. Percepisco
un testo anche come un film: i personaggi, le
situazioni E penso di possedere una forte
capacità di rendere queste cose anche
oltre la lingua. Lo stesso vale per i dialoghi.
E infine è anche una questione di ritmo.
E del libro stesso.
In più devi conoscere un sacco di gente
di vari ambienti e professioni diverse, perché
anche in un romanzo possono venir fuori delle
domande più improbabili. Domanda molto
diffusa: ma mi puoi dire come si dice, quando
uno fa così?
E per il lavoro mi preparo o mi faccio preparare
dal mio compagno una colonna sonora,
di jazz, ma anche musiche etniche, hiphop, reggae,
cantautori, dipende
D) Pensa che sia vera la teoria che dice
che tradurre equivale a riscrivere
un testo? No, decisamente no, se non si tratta di
poesia.
D) Cambia il lavoro quando si traducono
poesie rispetto alla prosa? Cambia, certo, centrano questioni
come il ritmo preciso, le rime, le immagini,
che naturalmente si trovano anche in altri testi
letterari, ma con la poesia, forma molto concentrata,
è ancora diverso. Finora ho tradotto
poca poesia, maggiormente nellambito della
musica rinascimentale e medioevale, ma con la
lirica il concetto non cambia molto. È
la musica che ti dà o ti impone anche
la struttura, il ritmo e soprattutto i tempi
e lo spazio preciso.
Regole che valgono in parte anche per la traduzione
di fumetti.
D) Al momento di affrontare un nuovo testo
da tradurre, lo pensa già
in tedesco mentre lo legge la prima volta? No la prima volta che lo leggo penso magari
già a certe espressioni, frammenti di
una frase, ma vedo soprattutto a cogliere il
flusso, il ritmo, lo stile, lo sviluppo della
trama, la struttura, i personaggi E mi
annoto cosa devo chiarire, quali espressioni,
nomi e concetti per i quali devo trovare una
soluzione in tedesco. Ma spesso il libro lho
già letto prima che mi affidano la traduzione,
perché scrivo giudizi per varie case
editrici e leggo anche moltissimo nel tempo
libero.
D) A me capita di pensare alcune
cose in portoghese, la mia seconda lingua, perché
mi sembra che rendano meglio il concetto rispetto
allitaliano. Capita così anche
a lei con litaliano? Si, qualche volta mi prende questa confusione
linguistica-culturale, ma non quando traduco.
A volte mi consumo il cervello per trovare la
traduzione giusta/congeniale di una espressione
che nella lingua dorigine è così
chiara! Invece per renderla in tedesco devi
fare fatica. Faccio un esempio: in un romanzo
che ho tradotto era fondamentale che la trama
si svolgesse nel giorno di Ferragosto. In Germania
non cè il Ferragosto come lo si
intende in Italia: abbiamo le ferie scaglionate,
non si parte per le ferie nello stesso giorno,
da noi Ferragosto non è un giorno festivo
e da noi le città non sono mai deserte
Tutto ciò che in italiano è reso
in una sola parola: Ferragosto! Allora o fai
una nota ma è sempre meglio evitarle
in un romanzo! o devi almeno spiegarlo
senza appesantire il testo.
D) Come si fa a imparare così bene
una lingua straniera da diventare traduttori?
Quanto amore ci vuole? Devi prima imparare benissimo la tua madrelingua
e curarla con tutte le sue sfumature, i cambiamenti,
i gerghi, le variazioni regionali, i registri
linguistici e leggere molto. Imparare la padronanza
della lingua straniera include anche conoscere
la cultura, le realtà sociali, la storia
e così via e rimanere sempre aggiornati.
Ammiro i colleghi che traducono da due o tre
lingue. Ho fatto qualche traduzione dallinglese
ma solo nello stretto ambito musicale e non
tradurrei mai un romanzo Per me funziona
meglio con un paese come lItalia e non
con gli Stati Uniti o la Norvegia, ma questo
dipende sicuramente da ragioni personali
D) Cosa le dà più fastidio
in un testo? A me, per esempio, alcune contaminazioni
inutili con linglese fanno accapponare
la pelle Certe espressioni alla moda che usano tutti
mi fanno raddrizzare i capelli. Le forme dovute
alla traduzione alla lettera da unaltra
lingua che dopo vengono usati senza pensarci
e suonano ridicolamente storto e fuori luogo
Poi troppe ridondanze, a meno che siano usate
apposta per creare un ritmo, una struttura in
un libro, a descrivere un carattere, insomma
con uno scopo preciso. Mi spiego meglio con
qualche esempio: nel suo nuovo libro Nelle
mani giuste Giancarlo de Cataldo diverse
volte incomincia le frasi di un paragrafo con
la stessa parola o un nome, che dà al
suo testo un ritmo ben preciso, personale e
avvincente. Nel romanzo Blackout
lautore Gianluca Morozzi usa il mezzo
della ripetizione per sottolineare lansia
dei suoi protagonisti che sono rimasti chiusi
in ascensore e si trovano di fronte a un pazzo
violento che è anche un killer.
D) Che consigli vuole dare a uno studente
che intendere intraprendere la carriera di traduttore? R)Di lasciar perdere No, sul serio,
intraprendere la carriera del traduttore
letterario è una scelta molto personale,
e dubito poi che si possa parlare di carriera
nel senso di business. Esistono dei corsi, anche
universitari che possono dare una formazione
profonda. Dopo e prima credo che si dovrebbe
leggere moltissimo, anche nella madrelingua.
E naturalmente dipende dal tipo di traduzioni
che si intende di affrontare. Tradurre è
per di più un lavoro solitario che uno
si gestisce da solo, ci vuole anche una certa
capacità di organizzarsi e disciplina.
E siccome sei anche un imprenditore che si procura
il lavoro da solo, bisogna avere certe capacità.
Conosco tanti colleghi che svolgono anche unaltra
attività per vivere.
D) Crede che sia importante fare di tutto
per mantenere vive tutte le lingue attualmente
parlate nel mondo piuttosto che vederle livellate
da altre (inglese, spagnolo, arabo)? Si, se credo in qualcosa è proprio
nella varietà culturale, cosa che comprende
anche i dialetti!!! Bene, linglese fa
comodo a noi come lingua comune anche abbastanza
maltrattata da molti, ma perdiamo una parte
della propria identità se ci muoviamo
solo in un mainstream linguistico.
Anche in una traduzione non risulta sempre possibile
rendere completamente unespressione dialettale,
ma quando traduci un dialetto italiano sostituendolo
semplicemente con un dialetto della tua lingua
non funziona con i lettori: un siciliano che
parla per esempio come un bavarese, per un lettore
tedesco non trasmette il concetto del siciliano.
Occorre trovare, e qualche volta anche creare,
una lingua parlata speciale, un gergo, abbreviazioni
colloquiali e spesso fare dei salti mortali
D) Quali autori italiani ha tradotto per
gli editori tedeschi? R) Ho iniziato con testi musicali e nello
stesso periodo ho lavorato anche a qualche piccolo
brano di Dante, di Petrarca e di autori del
700 e dell800. Nellambito
della letteratura per ragazzi, ho tradotto diversi
libri di Domenica Luciani e di Beatrice Masini.
Da qualche anno lavoro molto e molto
volentieri con il genere giallo e noir,
con autori come Roberto Mistretta, Gianluca
Morozzi, Marco Vichi, Paola Barbato e a breve
Grazia Verasani. Tradurre una parte dellantologia
Crimini (Einaudi) è stata una bellissima
esperienza, perché ho potuto scegliere
i racconti di Massimo Carlotto, Giancarlo de
Cataldo e Niccolò Ammaniti, autori che
stimo molto, non solo per lo stile ma anche
per le loro idee e la scelta di narrare lItalia
di oggi. Al momento sto traducendo Come Dio
comanda di Niccolò Ammaniti, un libro
che mi sta davvero a cuore e sento molto vicino.
D) Quale di questi le ha dato più
emozioni? R) Ognuno di loro mi ha dato spunti e piaceri
diversi, ma comunque appaganti e avvincenti.
Finora e per scaramanzia tocco legno
come facciamo in Germania non mi sono
mai trovata davanti a un libro che tradurre
sarebbe stata solo una fatica remunerata.
D) E quale invece le maggiori difficoltà
dal punto di vista linguistico?
R) Alcune difficoltà ci sono state, ma
le ho sempre affrontate volentieri e con curiosità,
e sono servite a fare un passo avanti nella
capacità di tradurre. I romanzi di Roberto
Mistretta, ambientati in Sicilia, sono senzaltro
una bella sfida. Recentemente ho tradotto il
terzo. Tuttavia Roberto è sempre stato
disponibile e continua a esserlo
a chiarire i miei dubbi. Abbiamo già
parlato delle possibilità di rendere
espressioni dialettali in unaltra lingua
senza usare un altro dialetto. Nei suoi libri
si trovano spesso frasi in dialetto, proverbi,
modi di dire e addirittura parole inventate,
che rendono molto bene latmosfera della
Sicilia e dei suoi personaggi. A volte per trovare
soluzioni adatte nella mia lingua dovevo pensarci
un po su, ma alla fine è anche
una bella soddisfazione.
Per gentile concessione
di Barbara Becheroni
e Katharina Schmidt
IMPORTANTE: Il presente sito non costituisce testata giornalistica, non assume carattere periodico e viene aggiornato senza regolarità ogni qualvolta se ne presenti la necessità
ovvero secondo
la reperibilità e disponibilità dei contenuti e delle informazioni. Pertanto, il presente sito non può essere in alcun modo considerato testata
giornalistica assoggettabile
agli obblighi previsti dall’articolo 5 della legge n. 47 del 1948.