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LE INTERVISTE
DI PB
Morena
Fanti intervista
LUIGI ROMOLO CARRINO
Luigi Romolo Carrino
nasce nel 68 a Napoli. Vive a Roma
dal 1997. Laureato in Informatica, è
specializzato in Problem Solving e Ingegneria
del Software, e lavora tra Roma e Milano.
Scrive per il teatro (Ricordo di Famiglia,
Insegnando il Silenzio alle Rose) e scrive
poesia (Il Settimo Senso, Nola 1998, Il
laboratorio Le Edizioni; TempoSanto -
Liturgia della Memoria, Genova 2006, Liberodiscrivere).
Numerosi suoi racconti sono presenti in
raccolte di editori vari; due racconti
sono in Men on Men 5 (2006, Mondadori).
Ha curato raccolte antologiche di racconti
per leditore Liberodiscrivere. Attualmente,
per lo stesso editore, dirige la collana
di poesia Libero di Stile. Per Magnum-Edizioni
dirige la collana di narrativa Psyco.
Ha passione per la matematica, la filosofia,
la psicologia, per Mariangela Gualtieri
e per Franco Battiato, per tutti i tipi
di formaggio. Performer e girovago, si
fa spesso vedere in giro con una certa
Rita Bonomo, nel tentativo di restituire
la dimensione orale alla poesia. È
abbastanza attivo sul web, ha pochi amici
(perché nessuno lo sopporta), beve
litri di caffè, fuma 50 sigarette
al giorno, va a dormire molto tardi e
si sveglia ancora più tardi.
Una storia cruda e feroce, raccontata da
L.R. Carrino con una scrittura che va dritta
alla meta, densa nei contenuti e nello stesso
tempo fluida nel raccontare, pur nella violenza
di certe pagine che arrivano allo stomaco come
una mano che rovista nelle viscere.
Frasi brevi e dirette e dialoghi veri, con parole
altrettanto sincere. Una scrittura rovesciata,
in una sequenza a ritroso negli ultimi tre giorni
prima dellepilogo, in un avvicendarsi
pulsante e incombente.
Un Carrino diverso da altri suoi scritti, che
in questo romanzo tratta contemporaneamente
due temi difficili: mafia e omosessualità.
In una Famiglia della Camorra, lonore
viene prima di tutto e Don Antonio, tra letture
della Bibbia e della Divina Commedia, fa capire
al figlio Giovanni che sa, e che non approva,
dellamore tra lui e Salvatore.
Un amore che è una bestemmia sullaltare
di Santa Chiara Salvatore ride,
tiene tutti i denti bianchi, le labbra grosse,
gli occhi verdi e mi guarda e ride, mi guarda
e si mantiene al mio braccio per non perdere
lequilibrio, per non scivolare via
-, un amore che manca di rispetto a Mariasole,
la moglie di Giovanni, ma soprattutto manca
di rispetto alla Famiglia.
E Don Antonio, la mancanza di rispetto non la
può perdonare. Lui, che legge la Bibbia
perché, dice al figlio, la Bibbia
ci insegna quali sono le cose giuste e
prosegue poi leggendo a Giovanni un passo della
Divina Commedia, un brano che Giovanni non capisce,
perché lui non ha cultura, ma Mariasole
sì, fattelo spiegare da tua moglie, leggetelo
insieme, gli dice Don Antonio e Giovanni ritorna
a casa con la certezza che il padre sa tutto
e che tutti sanno e la loro vita sta per essere
investita da un fiume in piena, un fiume che
spazzerà via tutto, travolgendo lui e
Salvatore.
Perché, quando si sbaglia si sbaglia,
e non ci stanno santi. (M.F.)
Acqua storta una feroce
storia dAmore Incontro con Luigi Romolo Carrino
a cura di Morena Fanti
Camorra e omosessualità: difficile
scriverne bene senza banalità. Non ti
è sembrato un azzardo inserire due temi
così complessi nello stesso romanzo?
La sfida era proprio questa. Raccontare limpossibilità
del pensiero, lincapacità
persino di pensare e di pensarsi quando cè
un sistema (in questo caso il Sistema, con la
maiuscola) che ha inibito e continua ad inibire
il tuo meccanismo inferenziale, la tua possibilità
di sentirti libero. Persino di pensare. E il
dramma è che sovente non
ci si accorge di questa prigione. Se togli il
contesto camorra e metti un contesto,
come dire, normale, vedrai quanti
parallelismi sono possibili Ho scelto
la via più difficile, ma in fondo più
ci penso e più mi convinco che probabilmente
era questo che volevo evidenziare: la capacità
di ragionare stritolata dalla morsa della convenzione.
Forse, non sono del tutto convinto.
Questa scrittura così cruda e forte,
si è adattata alla storia o è
stata la storia che è cresciuta su questa
tua scrittura?
Non cera modo di scriverlo altrimenti.
I personaggi parlavano con la loro enciclopedia,
perciò non ho fatto altro che ascoltarli,
metterli sulla carta. Il problema cè
stato quando ho dovuto eliminare qualche passaggio,
perché era in dialetto e portarlo in
italiano non avrebbe determinato lo stesso effetto,
non significava più nulla.
Tu sei nato a Napoli, città che vive
da sempre grandi problemi e che ha nel contempo
una carica vitale insopprimibile. Ora vivi a
Roma e a Milano, ma credo tu abbia sempre con
te quellanima napoletana, come fosse uno
zainetto da cui estrarre certe emozioni e sentimenti
che fanno parte della città. Quanto influisce
questo sulla tua scrittura?
La territorialità influisce certamente
sulla mia scrittura, ma non ne è costante,
né identificativa di un genere. Ogni
tanto sento parlare di letteratura napoletana
o di scrittori napoletani: rabbrividisco
al pensiero di essere chiuso in una scatolina.
Come quando si parla di letteratura femminile
o letteratura gay. Sono etichette.
Quello che siamo non dipende solo dal territorio;
se uno fa scrittura onesta (cfr. Saba), questa
è il risultato di tanti fattori. Nel
mio caso, la storia che ho scritto ha richiesto
luso della mia lingua, che
è fatta di dialetto napoletano ma soprattutto
di movenze partenopee, di abbracci taciuti,
di silenzi strategici e pesanti, di sottrazione,
tutte cose tipiche se vuoi della mia cronotopia.
In altri casi, su altri temi, questo zainetto
viene aperto solo per proprietà transitiva.
Acqua storta
di L.R.Carrino
Meridiano Zero 2008
128 pp. 10,00 euro
Leggere un romanzo così forte come
il tuo Acqua storta crea un clima tanto coinvolgente
che porta chi legge ad una sorta di identificazione
tra protagonista e scrittore. Nel caso di una
storia scottante come quella che hai scritto,
questa potrebbe essere una situazione scomoda.
Non hai avuto questo pensiero scrivendo il romanzo?
Certo che ce lho avuto, per tanti motivi.
Il lettore oggi tende ad identificare lautore
con il protagonista del romanzo. Tuttavia, in
questo senso la cosa peggiore è arrivata
da un addetto ai lavori, da un giornalista che
durante unintervista mi ha chiesto: Ma
lei è gay?. La mia risposta è
stata: No, sono camorrista. Una
battutaccia, ma penso proprio se la sia meritata.
Non si può pensare di scrivere senza
attingere alle proprie esperienze personali:
è fondamentale per una cifra di onestà.
Ma la scrittura non è solo diario, catarsi,
autoreferenzialità. Anche il dolore più
grande se lo si porta su carta va trasformato,
trasfigurato, mangiato masticato risputato in
altra poltiglia per permettere anche ad altri
(ai lettori) di entrare nel nostro mondo, per
restituire qualcosa di universale e non solo
i fatti nostri.
Leggendo questa storia così reale
si pensa spesso che sia ispirata ad un fatto
di cronaca. E così, o è
tutta invenzione?
È invenzione, un fatto di cronaca (un
mafioso che fece uccidere sua figlia colpevole
di adulterio), una diceria su due ragazzi nel
mio paese (due ragazzi giovani, appartenenti
a sistemi diversi), una decina di
film (tra i quali spicca Brokeback Mountain),
una marea di altri autori e giornalisti, storie
accadute ai miei amici, la mia stessa vita.
Frullato il tutto, ne è uscito fuori
Acqua Storta. Una storia credibilissima; quando
Roberto Saviano mi ha scritto per farmi i complimenti,
per dirmi che gli era piaciuto quello che avevo
scritto e per come lo avevo scritto, ho pensato
se me lo dice lui, allora davvero sono
riuscito nel mio intento.
La scelta di raccontare a ritroso, in questo
modo originale che hai scelto, è stata
immediata, prima della scrittura, o è
accaduta durante la lavorazione?
In effetti, quasi subito ho pensato di scrivere
la storia a ritroso. Un colpo di pistola, stai
per morire, e ti passa la vita davanti (così
si pensa). Qualche giornalista mi ha detto che
non è proprio chiarissimo. Ma a me piace
così, penso sia funzionale al tutto.
So che stai scrivendo una trilogia sulla
figura materna che uscirà nei prossimi
due anni sempre per Meridiano Zero. Ci puoi
dire di cosa si tratta?
Veramente è già scritta. Ho questi
tre romanzi (quattro per la verità, ma
il quarto è in lavorazione) che fanno
perno intorno alla genitrice di tutte le cose,
alla figura più cara della letteratura
di tutti i tempi, al rapporto madre-figlio.
Stili completamente diversi, caratteristiche
di genere completamente diverse. Sono anni che
la mia scrittura indaga su questo tema, un tema
ossessivo direi dal quale mi sono liberato solo
recentemente (spero!). A settembre di questanno
esce Amore di donna, il più vecchio di
tutti, diciamo così. Spero tanto che
riceva la stessa accoglienza che ha avuto Acqua
Storta.
Per gentile concessione di
Morena Fanti
e Luigi Romolo Carrino
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