Grande
notizia oggi in Cubavision. Non ci
sono i cartoni animati prima del Noticiero,
hanno sospeso pure il film americano e la
telenovela sui froci, quella che piace tanto
a Mariela e che io ne farei pure a meno di
guardarla, preferisco Sex and City sul satellite,
lo vedo da Paco pure se è proibito,
lui ha trovato il modo. Si trova sempre il
modo qui allAvana, tutto è proibito
ma tutto è permesso, basta dare la
mancia alla persona giusta, tenersi buono
il vicino, allungare qualcosa al rappresentate
del partito. Ma non divaghiamo che oggi cè
la grande notizia. Tutto il resto non conta.
Fidel sta male, deve operarsi, pare che sarà
una cosa lunga, non riuscirà neppure
a festeggiare il compleanno, ma stai sicuro
che lo fa più in qua, magari mette
in piedi una megafesta con la scusa dellanniversario
della Rivoluzione, che ormai lo scrivo maiuscolo
per abitudine ma questa cosa qui mica mi viene
bene. Fidel ha lasciato il potere nelle mani
del fratello, un ragazzino di settantacinque
anni, uno che quando apriva bocca lui lo rimbeccava
sempre, della serie tu stai zitto che non
capisci niente cosa ne vuoi sapere della Rivoluzione,
occupati dellesercito, fai la guerra
con i soldatini, pensa alla Cina e al modello
comunista che va verso il mercato, ma rompi
poco le palle. Insomma, ora come ora questo
ragazzino di settantacinque anni che in televisione
lo vedi sempre con la sua bella divisa verde
olivo stirata di fresco, occhiali da talpa,
baffetti radi, statura mingherlina che pare
il figlio scemo di Fidel sarebbe il depositario
della Rivoluzione. Stiamo messi bene.
Comanda il partito. Raul non conta
niente dice Paco, uno che suona con
me nellEsperanza. Lui ha una voce che
quando canta leva di sentimento, ma oggi non
ha tanta voglia di cantare.
Non so cosa è meglio
sussurra Pablo che ha messo da parte la chitarra.
Pure lui non prova. Non ne ha voglia.
Manuel se ne sta fermo da una parte a guardare
la sua tromba e la rigira tra le mani come
in attesa di qualcosa che non viene. Armando
ha posato maracas e timbales su un tavolo
e sorseggia un caffé.
La batteria serve a poco se voi non
collaborate dico.
Più mercato e meno Rivoluzione, scrivono
i giornali che vengono da fuori, quelli proibiti
che raccontano le cose come stanno o almeno
ci provano. La Rivoluzione è sempre
più forte, recita il Granma, ma su
quello cera da stare più che
sicuri, per il Granma la Rivoluzione è
sempre mas solida y fuerte, la musica non
cambia mai.
Paco, cazzo, adesso leggi pure il Granma?
dico.
Che cosa devo fare? Dovrò informarmi
in qualche modo
Se tinformi con il Granma sei
a posto
No, le palle del Granma proprio no, quelle
me le risparmio e se oggi non è giornata
e non si prova finisce che me ne torno a casa
e mi metto a studiare che cho un esame
di letteratura cubana tra poco e mica sono
preparato. Un amico mio che viene dalla Spagna
mha portato lopera completa di
Cabrera Infante e io me la sono letta quasi
tutta, pure se lo so che nellesame di
letteratura mica ce la trovo, non serve a
niente. Magari dovrei studiare Abel Prieto
e la narrativa contemporanea, quella che piace
tanto al partito perché sta dentro
alla Rivoluzione, come ha detto Fidel. Dentro
la Rivoluzione tutto, fuori dalla Rivoluzione
niente. Preferisco fuori, comunque, anche
perché non riesco mica più tanto
a capire che cosa sarebbe questa Rivoluzione,
vorrei essere così sicuro di difenderla
come chi non la deve subire, ché loro
ci riescono bene, non hanno la tessera, non
devono fare i conti con il riso che manca
dopo sette giorni e con i fagioli da risparmiare.
Sarei rivoluzionario pure io se mangiassi
bistecche ogni giorno, guarda, sarei un compagno
perfetto, crederei a tutto quello che dicono,
al pericolo che viene dagli Stati Uniti, alla
prossima invasione, alla minaccia americana,
allembargo che è la sola causa
dei nostri problemi. Credo a tutto, Raul.
Te lo giuro. Però dammi da mangiare
un po di carne, magari già che
ci sei trovami pure un vestito nuovo, ché
questa camicia bianca e i pantaloni sono consumati,
più li lavo più si strappano,
magari dammi anche un paio di scarpe nuove
che queste sono tutte rattoppate, magari vedi
se minsegni come fare per arrivare alla
fine del mese con cinque dollari in tasca.
Magari è meglio se me ne sto zitto.
Magari.
E insomma, gira picchia e mena, me ne torno
a casa che le prove non le ho fatte, il concerto
chissà se lo faremo, forse i turisti
che channo chiamato si faranno vivi
e noi improvviseremo Hasta siempre comandante,
tanto si sa che vogliono quella, specie se
sono italiani, e a me viene sempre la voglia
di fare il rap di Rey el vikingo, quello che
dice Hasta cuando comandante, sarebbe più
in tema, ma tanto per cambiare è proibito,
mica si può. Torno a casa e penso ancora
alla notizia del giorno, quella che tutti
si sussurra e nessuno cha il coraggio
di affrontare. Mica sarà morto davvero,
penso. Mica ci lascerà nelle mani del
partito comunista? Mica ci farà governare
dal fratello che pare un cartone animato e
quando ride sembra Speedy Gonzales? Non lo
so cosa succederà ancora. Non lo so
proprio. Forse niente come al solito e lui
ritornerà come prima, magari malato,
stanco, lo sentiremo dire le solite cazzate
di sempre, la minaccia americana, lembargo,
la Rivoluzione mas solida y fuerte, il coraggio
di Cuba. Sì, lo so che sono tutte balle,
ma dette da lui hanno un altro sapore e magari
si sopportano meglio.
Fidel, fallo per noi. Non ci lasciare.
Alejandro Torreguitart Ruiz
- LAvana, 7 agosto 2006
Traduzione Gordiano Lupi - diritti riservati
L'AUTORE
Alejandro Torreguitart Ruiz
(LAvana, 1979)
Alejandro Torreguitart Ruiz ha esordito
in Italia con Machi di carta - confessioni
di un omosessuale (Stampa Alternativa,
2003) che ha avuto un buon successo
di critica e di pubblico. A gennaio
2004 ha pubblicato il romanzo breve
La Marina del mio passato (Edizioni
Nonsoloparole - Napoli) e a maggio 2005
il romanzo di ampio respiro Vita da
jinetera (Il Foglio - Piombino) sul
mondo della prostituzione. Sono in attesa
di pubblicazione: Bozzetti avaneri,
una raccolta di racconti che non sono
racconti e La casa del piacere - notti
di sesso allAvana, storia di vita
quotidiana nella Cuba del periodo speciale
tra jineterismo e arte di arrangiarsi.
Alcuni suoi racconti di impronta politico-esistenziale
sono stati pubblicati da quotidiani
e riviste. Gordiano Lupi è il
traduttore e il titolare per lo sfruttamento
dei diritti sulle sue opere in Italia
e per lEuropa.
IL TRADUTTORE
Gordiano Lupi
(Piombino, 1960)
Capo redattore de Il Foglio Letterario
e Direttore Editoriale delle Edizioni
Il Foglio. Collabora con Mystero e con
la Casa Editrice Profondo Rosso di Roma.
Collabora con Contro Radio di Firenze
per recensioni sul cinema italiano anni
Settanta. Pubblica racconti per X Comics,
Blue e Underground Press. Scrive soggetti
e sceneggiature per fumetti realizzati
graficamente dal disegnatore Oscar Celestini
(pubblicati su X Comics, Blue e Underground
Press). Di argomento cubano ha pubblicato:
Il mistero di Incrucijada (Prospettiva,
2000), Il giustiziere del Malecón
(Prospettiva, 2002), Nero Tropicale
(Terzo Millennio, 2003), Cuba Magica
conversazioni con un santéro
(Mursia, 2003), Un'isola a passo di
son - viaggio nel mondo della musica
cubana (Bastogi, 2004), Tomas Milian,
un attore cubano in Italia (Profondo
Rosso, 2004). Ha tradotto i romanzi
del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz:
Machi di carta (Stampa Alternativa,
2003), La Marina del mio passato (Nonsoloparole,
2003) e Vita da jinetera (Il Foglio,
2005).
Pagine
web: www.infol.it/lupi
E-mail per
contatti: lupi@infol.it
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