Mio
padre porta in casa il Granma come
ogni mattina, non so perché lo compri,
forse unabitudine, forse è amico
di quel mulatto allangolo della panetteria
di Toyo che lo vende, forse pensa a mia madre
che di tanto in tanto ci rincarta roba. Non
lo so. Fatto sta che lo compra. Oggi lo sventola
a mo di bandiera, rosso in volto, emozionato
come un ragazzino che racconta una prodezza,
sputa fuori una notizia bomba, una cosa sensazionale
che farà il giro del mondo.
Fidel si è dimesso dice.
Dimesso da cosa? domando.
Non vuol più fare il Presidente
del Consiglio di Stato e neppure il Comandante
in Capo. Dice che non è attaccato al
potere
In fin dei conti ha governato soltanto per
quarantanove anni, penso.
E adesso cosa succederà?
chiedo.
Il Granma riporta una lettera
di Fidel a Randy Alonso. Pare che stasera
alla Mesa Redonda spiegheranno meglio.
Sì, alla Mesa Retonta
spiegheranno tutto. Non cè alcun
dubbio
Mio padre è costernato.
Legge attentamente i quattro fogli sgualciti
del Granma. Non lo avevo mai visto
tanto assorto nella lettura di un giornale
così inutile. Di solito dà unocchiata
ai risultati di baseball, scorre i programmi
televisivi, legge i titoli e scuote la testa,
non cè niente di nuovo, pare
che dica, gli imperialisti sono lontani, stanno
a casa loro, proprio non la vogliono questa
fantastica rivoluzione. Oggi no, invece. Oggi
si divora il Granma, non perde una
frase, sottolinea, annota, rilegge, non crede
ai suoi occhi.
Cazzo, Alejandro. Siamo
senza Fidel. Ti rendi conto?
Povero papà, lui non
è abituato ad alzarsi la mattina e
sapere che non cè babbo Fidel
che provvede, non è facile metabolizzare
lidea, pure se dicono che siamo anestetizzati
da cinquantanni di regime.
Ci resta Raúl,
papà. Non ti basta?.
Non mi basta no, Alejandro. Vuoi mettere?
Non ha tutti i torti. Fidel
è invecchiato, non è mica lo
stesso che prese a scapaccioni Batista, il
meglio dei suoi rivoluzionari sono diventati
controrivoluzionari e chi ce lha fatta
è scappato a Miami, lui è rimasto
sempre più solo, ma si è fatto
nuovi amici. I tempi cambiano, i russi vanno
a braccetto con gli statunitensi e i venezuelani
governano Cuba a colpi di petrolio. Meo Porcello,
detto Chávez, scopre complotti, libera
prigionieri dai terroristi e a tempo perso
attinge preziosi consigli per costruire il
socialismo tropicale. Fidel non ce la fa più,
povero vecchio, non cha il fisico per
tenere in mano le sorti duna rivoluzione
sempre più solida e forte, ci vogliono
i giovani. Meno male che Raúl è
ancora un ragazzino, frequenta combattimenti
di galli, scommette, qualche volta vince,
sè fatto amico dei cinesi, vuole
il socialismo di mercato, cha pure qualche
vizietto nascosto, un vero scavezzacollo.
Siamo davvero in buone mani. Se poi non dovesse
bastare cè Roberto Alarcón,
che non sintende di economia, ma è
un rivoluzionario duro e puro, tutto teoria
e politica marxista, sacrifici a colpi di
machete, zafra e canna da zucchero come se
piovesse. Non gli parlate di pesos e dollari
ché non se ne intende, mica può
sapere tutto lui, che da piccolo nemmeno andava
a Varadero, non viaggiava e non frequentava
il Tropicana. Povero Alarcón, che a
tempo debito gli è mancato un bel culo
di mulatta e adesso parla coi giovani e non
sa che dire. Per ora è Presidente del
Parlamento, sostiene il voto unico, ché
bisogna votare senza sapere chi si vota, tanto
va sempre bene. Resta Abel Prieto, ministro
della cultura per meriti letterari, ché
tra lui e la letteratura cè stata
una bella lotta, ma alla fine ha perso la
letteratura, poverina, finita nelle sue mani
dopo aver frequentato Cabrera Infante e Virgilio
Piñeira, non è un bel morire,
credo. Abel Prieto dice che a Cuba si può
dire e scrivere quello che vogliamo, magari
anche pubblicarlo, dirlo in televisione, sostenere
che cè la censura è da
stupidi reazionari. E allora la prossima volta,
invece di pubblicare in Italia, mando un romanzo
inedito a Letras Cubanas, anzi glielo
porto a mano, così mi vedono bene in
faccia, mi schedano e fanno prima a mettermi
dentro.
Babbo, mi sa che hai
ragione concludo.
Ho ragione sì. Sono più
vecchio di te. Lo so che ho ragione.
La rivoluzione cubana in mano
ai ragazzini mi fa un po paura, lo so
che si metteranno a giocare con questa cosa
messa su da Fidel in quarantanove anni di
duro lavoro e la faranno a pezzi. Mi sembra
già di vederli. Raúl che perde
tempo con galli da combattimento e creoli
dagli occhi castani, Alarcón che prende
lezioni di economia e Abel Prieto riscrive
Il volo del gatto e prova a fare il verso
a Lezama. Tanto pure per loro ci sarà
un Paradiso, credo. Ecco il grande cambiamento
della nostra storia, che tutto cambi perché
niente cambi, come ha già detto qualcuno.
Adiós Fidel. Ci mancherai.
Alejandro Torreguitart Ruiz
LAvana, 19 febbraio 2008
Traduzione di Gordiano Lupi
L'AUTORE
Alejandro Torreguitart Ruiz
(LAvana, 1979)
Alejandro Torreguitart Ruiz esordisce
in Italia con Machi di carta - confessioni
di un omosessuale (Stampa Alternativa,
2003). Pubblica in seguito: La Marina
del mio passato (Nonsoloparole, 2004),
Vita da jinetera (Il Foglio, 2005) e
Cuba particular - Sesso allAvana
(Stampa Alternativa, 2007). Sono in
cerca di editore la raccolta di racconti
AllAvana senza un cazzo da fare
Cronache del dopomuro, il romanzo
fantapolitico Mr. Hyde allAvana
e la biografia romanzata Un uomo di
nome Che Guevara. Alcuni racconti di
impronta politico-esistenziale sono
stati pubblicati in rivista e su internet.
Gordiano Lupi è il traduttore
e il titolare per lo sfruttamento dei
diritti sulle sue opere in Italia e
per lEuropa. Sito internet: www.infol.it/lupi.
IL TRADUTTORE
Gordiano Lupi
(Piombino, 1960)
Direttore Editoriale delle Edizioni
Il Foglio. Ha tradotto i romanzi del
cubano Alejandro Torreguitart Ruiz:
Machi di carta (Stampa Alternativa,
2003), La Marina del mio passato (Nonsoloparole,
2003), Vita da jinetera (Il Foglio,
2005), Cuba particular Sesso
allAvana (Stampa Alternativa,
2007). I suoi lavori più recenti
di argomneto cubano sono: Nero Tropicale
(Terzo Millennio, 2003), Cuba Magica
conversazioni con un santéro
(Mursia, 2003), Unisola a passo
di son - viaggio nel mondo della musica
cubana (Bastogi, 2004), Orrori tropicali
storie di vudu, santeria e palo
mayombe (Il Foglio, 2006) e Almeno il
pane Fidel Cuba quotidiana (Stampa
Alternativa, 2006). Nel corso del 2008
usciranno il taccuino di viaggio Dimenticare
LAvana (Il Foglio) e un libro
fotografico su Cuba per Mediane Edizioni
di Milano.
Ha preso parte ad alcune
trasmissioni TV come Cominciamo bene
le storie di Corrado Augias (libro Serial
killer italiani), Uno Mattina di Luca
Giurato (libro Serial killer italiani),
Odeon TV (trasmissione sui Serial killer
italiani) e La Commedia allitaliana
su Rete Quattro. È stato ospite
di alcune trasmissioni radiofoniche
in Italia e Svizzera per i suoi libri
e soprattutto per il saggio su Cuba,
intitolato Almeno il pane Fidel, che
sta facendo discutere. I suoi libri
sono stati oggetto di numerose recensioni
e segnalazioni che si possono leggere
al sito www.infol.it/lupi.
Pagine
web: www.infol.it/lupi
E-mail per
contatti: lupi@infol.it
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