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Cuba dopo Fidel Castro
di Gordiano Lupi
Cuba
sta vivendo un torrido mese di agosto segnato
da una mobilizzazione totale delle forze armate,
mentre i fratelli Castro non si fanno vedere
e lincertezza regna sovrana. Tra i giornalisti
indipendenti circolano leggende metropolitane
attorno alla presunta morte di Fidel, si specula
sulla sua grave malattia e si fa a gara a
chi la spara più grossa. Il 31 luglio
Fidel Castro ha ceduto i poteri al fratello
e subito sono cominciati a proliferare analisi
politiche ricche di dettagli impossibili da
comprovare. Cè chi dice che Castro
è morto e che il regime nasconde questo
fatto per guadagnare tempo e per consolidare
la dinastia nella persona del fratello. Altri
affermano che la malattia è solo un
trucco di Castro per passare i suoi poteri
al fratello prima di morire. Altri ancora
contraddicono questa tesi e dicono che è
pericoloso giocare con il popolo e che è
incompatibile con la propaganda eroica sul
Comandante inventare uninfermità
intestinale. Daltra parte il fatto che
il successore Raúl Castro non compaia
in pubblico diffonde incertezza. I giornalisti
di regime raccontano alla televisione solo
buone notizie e augurano a Castro un pronto
recupero, ottimismo incompatibile con una
delicata operazione su un uomo anziano. Tuttavia,
insieme agli auguri di pronto recupero per
il Comandante, inviano elogi allastro
nascente Raúl e parlano di Fidel come
se fosse morto e la sua opera continuasse
nel successore. Un altro elemento incompatibile
con la calma apparente è la mobilitazione
militare generale: lesercito e la polizia
sono in stato di allerta e sono stati richiamati
sia i riservisti che i militari in licenza.
AllAvana le strade sono presidiate da
un gran numero di poliziotti, in abiti civili
e in uniforme, a piedi e in motocicletta,
ma questa volta non escono per far retate
di jineteras che abbordano turisti. Le discoteche
sono state chiuse e il carnevale cancellato,
così come sono stati annullati i festeggiamenti
per il compleanno di Fidel. Il 2 di agosto
ha cominciato a diffondersi la voce di una
retata massiccia di oppositori che doveva
servire per sedare ogni tentativo di ribellione
interna. Una volta di più la propaganda
interna si è messa a sventolare il
fantasma dellinvasione imperialista
come giustificazione allo Stato di polizia.
In realtà si tratta di puro terrorismo
di Stato per portare al mulino del regime
lacqua del patriottismo. Molti dissidenti
democratici, soprattutto i cattolici del progetto
Varala, hanno raccomandato la calma per evitare
azioni violente. La maggior parte dei cubani
non commenta quello che sta accadendo e ha
paura di parlare, perché la gente sa
bene che nelle situazioni difficili il regime
tira fuori il suo volto più spietato.
In questi giorni si è diffusa la notizia
che il delicato intervento al quale è
stato sottoposto Fidel Castro sarebbe stata
una colostomia, forse per esportare un tumore,
con successiva creazione di un ano artificiale.
La convalescenza di Fidel Castro dovrebbe
durare circa un anno, secondo El Nuevo Herald
di Miami, quotidiano in lingua spagnola molto
diffuso nella comunità cubana della
Florida.
Le prospettive politiche del dopo Castro non
sono positive perché con Raúl
restiamo nellambito della continuità
e della restaurazione più conservatrice.
Il fratello del Comandante è da tempo
lerede designato, solo che ha meno carisma
e poca personalità da statista, oltre
a non garantire nessuna apertura democratica.
Mariela Castro, la figlia di Raúl,
sta lavorando molto nel campo dei diritti
umani legati alla comunità gay e ai
transessuali, ma non crediamo che il padre
sia portatore di simili idee progressiste.
Lunica via di salvezza per Cuba sarebbe
quella segnata dal Progetto Varela (la dissidenza
cattolica interna al paese): apertura democratica,
libere elezioni, attenzione verso i diritti
civili, il tutto accompagnato da uno sviluppo
economico che favorisca la libera iniziativa
privata. A Cuba va ridotto lo statalismo accentratore
che ha portato solo danni e una società
piena di contraddizioni dove chi lavora per
lo Stato non ha nessuna certezza, ma deve
inventare il modo per campare. In economia
Raúl è statalista al cento per
cento e vede con occhio benevolo il modello
cinese allinterno di una società
formalmente comunista, ma di fatto autoritaria
e repressiva. Il partito comunista cubano,
in questa nuova situazione, assumerebbe un
ruolo molto importante e il governo risulterebbe
spalmato su diverse figure che stanno lottando
per guadagnare la loro fetta di potere. Raúl
Castro resta il capo designato, ma non avrà
mai lo stesso potere assoluto del fratello
e dovrà contentarsi delle forze armate.
Non ci sono grandi speranze che la dittatura
cubana faccia un passo indietro rispetto a
uno Stato di polizia che ha già raggiunto
livelli di guardia. Una maggior partecipazione
al potere da parte del partito comunista può
solo aumentare burocrazia, statalismo e autoritarismo.
Daltro canto pure il dissenso interno
non è tutto da salvare, così
come non sono migliori dei governanti cubani
coloro che a Miami inneggiano alla morte di
Castro come se la loro squadra avesse vinto
una Coppa del Mondo. Non sarebbe certo una
buona soluzione americanizzare Cuba e rompere
in modo traumatico con il passato, perché
il cambiamento deve essere graduale, garantendo
una continuità e correggendo la rotta
dove il regime ha preso una deriva troppo
autoritaria. Dobbiamo tenere di conto che
la maggior parte della popolazione cubana
è nata dopo il 1959 e quindi non vive
nel mito della Rivoluzione, ma al contrario
ne attende la caduta come un evento auspicabile.
Lunico modo per recuperare i giovani
alla causa rivoluzionaria sarebbe quello di
favorire unapertura democratica, di
incentivare liniziativa economica privata
e di far capire ai cittadini cubani che sono
anche soggetti di diritti oltre che oggetto
di doveri. Sarà mai possibile?
Gordiano
Lupi
L'autore
Gordiano
Lupi
(Piombino, 1960)
Capo redattore de Il Foglio Letterario
e Direttore Editoriale delle Edizioni
Il Foglio. Collabora con Mystero e con
la Casa Editrice Profondo Rosso di Roma.
Collabora con Contro Radio di Firenze
per recensioni sul cinema italiano anni
Settanta. Pubblica racconti per X Comics,
Blue e Underground Press. Scrive soggetti
e sceneggiature per fumetti realizzati
graficamente dal disegnatore Oscar Celestini
(pubblicati su X Comics, Blue e Underground
Press). Di argomento cubano ha pubblicato:
Il mistero di Incrucijada (Prospettiva,
2000), Il giustiziere del Malecón
(Prospettiva, 2002), Nero Tropicale
(Terzo Millennio, 2003), Cuba Magica
conversazioni con un santéro
(Mursia, 2003), Un'isola a passo di
son - viaggio nel mondo della musica
cubana (Bastogi, 2004), Tomas Milian,
un attore cubano in Italia (Profondo
Rosso, 2004). Ha tradotto i romanzi
del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz:
Machi di carta (Stampa Alternativa,
2003), La Marina del mio passato (Nonsoloparole,
2003) e Vita da jinetera (Il Foglio,
2005).
Pagine
web: www.infol.it/lupi
E-mail
per contatti:
lupi@infol.it
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