L'Italia ha trovato il suo Terry Pratchett! Con questo Warhëit infatti Viegi dimostra di saper coinvolgere il lettore con originalità di trovate e scorrevolezza di stile. Si può anche parlare di spessore narrativo, anche se l'impalcatura viene sostenuta da molti, forse troppi personaggi; ma gli amanti del Fantasy (e dei giochi di ruolo) sono abituati alla pluralità e non troveranno arduo districarsi, come i protagonisti della vicenda, tra gli innumerevoli pericoli insediati nella foresta di Hilbeloth.
La storia ha inizio con il nano Teagrin che, in procinto di raggiungere i suoi amici, si imbatte in due Krock (sorta di massi-scarafaggi parlanti). Il suo originario compagno di viaggio, il mezz'uomo Kypod, si è smarrito, e Teagrin, che si sente responsabile della sua incolumità, è costretto ad addentrarsi nella foresta per cercarlo.
Ancora non lo sa, ma Kypod sta bene; anzi: lui è proprio al settimo cielo. Ha incontrato infatti la bella e coraggiosa "cavalieressa" Elèna, della quale si è prontamente invaghito. Elèna ha una sorella gemella, l'apprendista maghetta Isabeau, che per cercare speciali erbe si fa aiutare da Featherlight, una "farfatalla" che, quando non è in ricognizione, ripiega le sue grandi ali e si infila nell'ampio taschino della sua veste.
Tutto ciò, e molto altro, accade in una cornice di fiori e alberi parlanti, e con l'occasionale intervento di minacciose bestie magiche, sortite dal piano malefico ordito da... già: da chi? Forse da Farhameth, la capricciosa principessa degli elfi?
Scopritelo voi stessi! La storia, che si conclude con un fantastico processo, presenta mille risvolti e non è priva di perle di saggezza tranquillamente rapportabili alla nostra realtà.
E ora al titolo. Wahrheit (senza l'umlaut sulla "e" e con una "h" in più) è un termine tedesco che significa "verità"; nel caso di questo libro, la parola è volutamente storpiata, giacché abbiamo a che fare con una verità imperfetta.
La lotta contro il Male viene condotta da individui di razze e culture diverse pronti a sacrificarsi per difendere i diritti di un altro popolo, tra tante invenzioni da parte dell'autore che, lo ripetiamo, non sono completamente avulse dal mondo come noi lo conosciamo. Similmente a Pratchett, Viegi si avvale di un tono che oscilla tra il grottesco e l'umoristico. Ecco tre esempi:
"Beheron era un idiota. Cosa aveva in quella zucca vuota? Miele di tarassaco probabilmente."
"Si avvicinò al corpo del boa dal quale spuntavano due grossi piedi pelosi. Ne afferrò uno con la mano sinistra e tirò con forza. Il corpo inerte del mezz'uomo schizzò fuori come un seme di carruba sputato da un cavallo."
"'...sei pronta per la punizione che inevitabilmente dovrai sostenere?' disse l'oscuro signore sibilando per il piacere.
Meredict odiava e temeva quel momento più di ogni altra cosa al mondo, ma sapeva che accettare passivamente ciò che stava per accaderle senza emettere un fiato era il modo migliore per limitare la sofferenza a cui stava per andare incontro. Così, senza dire una parola, si tolse la mantella rossa, si slacciò la lunga tunica color prugna e lasciandola cadere a terra mostrò al suo carnefice la nuda schiena.
‘Almeno questo sei riuscita ad impararlo' sibilò Mist."
In campo femminile abbiamo già Licia Troisi che tiene alto lo stendardo del Fantasy in Italia; a lei possiamo ora finalmente affiancare un nuovo nome: quello dell'autore di Warhëit.
Da aggiungere che il tascabile, di ottima fattura, è impreziosito dalle belle illustrazioni di Antonj Donegà.