Non è un argomento facile quello trattato in questo romanzo dalla scrittrice, Miriam Ballerini. Ancora una volta il suo libro non si limita alla sola narrazione di una storia, ma scuote il pensiero e le coscienze di chi si trova a leggerne le pagine. L'autrice sostiene che era suo desiderio scrivere sulla vita nelle carceri sin da giovanissima, ed è come se il libro fosse nato in lei ancora prima di averlo scritto. Il romanzo è ambientato tra le mura della casa circondariale "Il Bassone", di Como. Il carcere è visto, dall'autrice, come una serra, dove i fiori riescono a crescere belli lo stesso, nonostante manchi il sole, la luce, nonostante sia un altro mondo. E di quel mondo, difficilmente se ne parla, se non quando accade qualche gravissimo caso di cronaca. Invece Miriam Ballerini riesce, con sensibilità e rispetto, a entrare nelle vite che, o per un motivo o per l'altro, girano attorno alla casa circondariale di Como e a portare nero su bianco storie, emozioni, gioie e paure. La formula descrittiva è molto originale: si tratta di un mix tra il reportage e il romanzo. Ogni esperienza diretta che l'autrice compie e analizza si fonde con la trama del romanzo che è ambientata anch'essa nel carcere di Como e che ha come protagonista, Gloria Tassi, in prigione per omicidio.
L'esperienza compiuta dalla giovane autrice è senz'altro sorprendente: farsi chiudere in una cella per capire, o cercare di intendere, cosa si possa provare, non è da tutti; dialogare con i detenuti, ascoltare la loro storia e offrire loro la propria amicizia, spezza confini e pregiudizi. Diciamo che la nostra società tende a dimenticarsi chi c'è al di là di quel muro e a non interessarsene affatto. Qui non si tratta di giudicare il reato ma di capire che comunque sia, si ha di fronte una persona uguale a noi. Sono la prima ad assumermi la responsabilità del fatto che farei molta fatica a trattare con dignità i colpevoli di reati sessuali sui bambini. Del resto la stessa autrice passando davanti al settore "pedofili" e sentendoli ridere, avverte un brivido su tutto il corpo che per un attimo la blocca e la gela. Ma Miriam Ballerini non si ferma lì... lei va oltre. Decide che non è il pregiudizio che la deve guidare e così il libro può nascere.
Emotivamente forte è il passaggio dove, Miriam Ballerini, narra delle recluse con figli. In un ambiente così inadatto alla crescita di un bambino, si fa fatica a immaginare che moltissimi siano i piccoli che consumano i primi tre anni della loro vita in due metri quadrati di spazio, senza giochi, senza sole, senza vento e che al compimento del terzo anno siano strappati dalle braccia delle loro mamme e dall'unico luogo che conoscono come casa. Sono argomentazioni forti, alle quali non si può rimanere impassibili. Non si riesce a chiudere il libro e a pensare ad altro. Con Fiori di serra Miriam Ballerini batte un tasto che molti vorrebbero non sentire, ma che, come tutte le cose più spiacevoli di questa società, è giusto e coraggioso, affrontare.
Miriam Ballerini è nata a Como il 28 ottobre 1970. Ha pubblicato il suo primo romanzo Il giardino dei maggiolini (EEditrice.com - Serel International, 2002). Sempre con EEditrice.com, nel 2003, ha pubblicato il suo secondo lavoro, Dietro il sorriso dei clown. Nel 2004 è uscito, presso Otma Edizioni, il romanzo La casa degli specchi per cui ha ricevuto il premio internazionale Michelangelo. Nel 2005 con EEditrice ha pubblicato la raccolta di racconti e poesie Bassa marea. Ha ottenuto ottimi risultati in diversi concorsi letterari nazionali e internazionali, collabora con riviste culturali e siti Internet.
Sito Internet personale: https://www.webalice.it/miriamballerini/