E' un resoconto interessante ed esposto con sincero trasporto quello di Ulivieri, esperto di ciclismo. Albert Richter fu la figura più leggendaria tra quegli sportivi che - pochi, in verità - si opposero al nazismo.
Ulivieri parla del grande ciclista di Colonia per circa 15 pagine, citando innumerevoli fonti. Io, che immodestamente mi reputo un conoscitore del più oscuro periodo della storia tedesca, avevo già appreso la vicenda di Richter grazie a Der Spiegel; e, dopo svariate ricerche, su "Otto Cilindri" ho pure scritto una biografia romanzata. Il libro di Ulivieri riesce addirittura a rivelarmi particolari che ignoravo. Tuttavia, mi tocca fare due puntualizzazioni:
1) E' completamente superfluo, in un lavoro documentaristico del genere, riprendere la traccia esoterica su cui arrancano molti storici - o piuttosto metastorici -, tanto più che maghi e spiritualisti di qualsiasi risma non si accordano né con il freddo razionalismo della dottrina di Hitler & Co., né tantomeno con la militarizzazione dello sport operata dai gerarchi in camicia bruna.
2) Sebbene la veste di questa collana di Bradipolibri Editore si presenti elegante, ho notato lacune nell'editing, anche per quanto riguarda i nomi in tedesco; maggiore attenzione a livello di lettorato non guasterebbe.
A parte ciò, devo dire che il libro vale. Oltre alle pagine su Richter, c'è una "Piccola storia del ciclismo tedesco 1919-1939" piena di date, curiosità e anche dettagli sugli obbrobri che erano alla base del macchinario nazista (come i famosi centri Lebensborn, sedi di accoppiamenti tra ufficiali delle SS e bionde valchirie vergini o pseudotali; molte di queste ultime si ritrovarono, dopo la disfatta, con uno o più figli di padre ignoto).
La maggior parte del volume riporta le tabelle dei Giri di Germania, che potranno interessare i più accaniti aficionados del ciclismo ma che sono poco attinenti al tema principale, se consideriamo che Albert Richter fu principalmente un pistard e meno un corridore su strada.
Ma, ripeto, il libro di Fabrizio Ulivieri è un'ottima lettura per chi vuole conoscere certi lati poco noti della più crudele dittatura di tutti i tempi, alla quale l'autore si approccia con lo stesso sgomento che prova un qualsiasi studioso principiante.