Da sempre le fiabe sono state ad appannaggio di un pubblico infantile e, descrivendo situazioni fantastiche in cui realtà e magia si mescolano, sono state considerate materia poco seria per un pubblico adulto e dunque rimodellate, in modo da fornire un insegnamento morale alle future generazioni. Le fiabe così sono state epurate da elementi considerati tabù dal mondo adulto dominante e riferimenti ad atti di sanguinosa violenza, seppur perpetrati ai danni dei cattivi, sono stati eliminati per timore di turbare le giovani menti. Eppure la vera fiaba, di tradizione germanica con l'opera di recupero dei fratelli Grimm, che cercarono di riproporre una ricostruzione filologica delle vecchie fiabe per bambini, e poi di Perrault, non era scevra da momenti cruenti, come quando le sorellastre di Cenerentola, nel tentativo di adattare il loro piede enorme e sgraziato alla scarpetta di cristallo, si amputano l'alluce. A contribuire nel perpetrare questa immagine epurata della fiaba naturalmente è stata anche l'opera di Walt Disney e in un certo qual senso la resa cinematografica delle fiabe oramai definite come classici ne ha segnato anche la versione definitiva e maggiormente accettata e diffusa. Così non è difficile stupire chi non ha letto la Sirenetta di Andersen affermando che nella fiaba originale la protagonista non corona il suo sogno d'amore ma anzi si muta in spuma del mare.
La raccolta di 13 fiabe crudeli, come suggerisce il sottotitolo, riprende la tradizione della fiaba nei suoi elementi cruenti o quanto meno spaventosi, ma sovverte il principio fondamentale per cui a soffrire sono i cattivi che alla fine vengono puniti per le loro malefatte, come il lupo di Cappuccetto Rosso che finisce con il ventre squartato. Non vi è pietà per i cattivi, per coloro che poi in fondo sono il motore dell'azione. Le maggior parte dei racconti presenti nella raccolta, invece, sono dei capovolgimenti di fiabe famose, dove le vittime spesso si fanno carnefici, in una specie di contrapasso da inferno dantesco, come nel caso in cui i due porcellini sopravvissuti, catturano il lupo cattivo e lo sventrano in maniera crudele, godendo della sofferenza dell'animale. Non a caso il racconto intitolato Gretel e Hansel inverte l'ordine degli eponimi: i due bambini si salvano dalla strega ficcandola nel forno acceso, ma la divorano e in ultimo fanno presagire che la stessa fine toccherà al padre che li aveva abbandonati nel bosco. Interessante è il sovvertimento del sistema operato nel racconto di apertura, Fiabe della buonanotte: quella che è una tradizione affettuosa perpetrata da genitori e nonni nei confronti dei loro piccoli diventa un momento di puro terrore, riecheggiando Edgar Allan Poe nell'atmosfera onirica e malsana che ne deriva. Un momento che dovrebbe essere rassicurante diventa un incubo a spese dei bambini che ascoltano il racconto della nonna.
Ovviamente la fiaba più sfruttata sembra essere quella di Cappuccetto Rosso, da sempre oggetto di rivisitazioni più o meno lecite ed efficaci. Due sono i racconti incentrati sull'eroina dalla mantella scarlatta e in entrambi i casi Cappuccetto non è quella graziosa e innocente bambina che tutti ricordavamo. Anzi, come novella Tomb Raider, sexy e spietata, dà la caccia al povero Lupo, che ha vissuto nell'incubo di Cappuccetto Rosso che gli ha ucciso il padre. I ruoli si ribaltano del tutto nell'altro racconto in cui la ragazzina, sensuale, è in realtà una psicopatica in pieno stile Psycho e a farne le spese è un umano e reale cacciatore. Perfino Frankstein viene rivisitato: al posto di un folle scienziato intenzionato ad avere la meglio sulla morte nel tentativo di assurgersi a Creatore, abbiamo un uomo affranto e incattivito dal dolore per la perdita della donna amata che cerca di ricostruire pezzo per pezzo a spese delle giovani donne del villaggio.
In conclusione, non tutti i racconti presenti suscitano l'interesse e la partecipazione di un buon lavoro narrativo, vi sono casi in cui nel tentativo di mantenere l'atmosfera di mistero e di suspence si corre il rischio di risultare criptici e perdere la forte emozione, quello schiaffo che pesante arriva in faccia al lettore di racconti dell'orrore. Ma fortunatamente la maggior parte delle fiabe, piccoli lavori di crudeltà, riescono a capovolgere la tradizione, presentando in una nuova veste le paure ataviche dell'uomo: il buio, l'ignoto, in una parola, la morte, tanto più quando questa è violenta.