[Fare il medico volontario è stata un’esperienza toccante. La morte non si nasconde in Africa: le casse da morto si vendono per strada, insieme al cocco, agli ananas e all’acqua. Ogni giorno, a Biriwa gli ammalati intonano canti di ringraziamento all’arrivo dei medici volontari. Il sorriso riconoscente di una madre per le cure prestate al figlio, la stretta di mano di un povero pescatore guarito dalla malaria, la solidarietà tra la gente che non possiede nulla di materiale, sono i tesori che ho trovato e che serberò per sempre nel mio cuore.] (Marcello Zanna)
“Gente del Ghana” è un “Reportage di un medico in missione”, un medico che ha voluto condividere con questo libro la sua esperienza di volontario presso il BMC (Baobab Medical Center) di Biriwa affinché possa «(…) servire ad altri per comprendere e aiutare LA GENTE DEL GHANA.» (1). Un medico che ha lasciato la sua famiglia e i suoi agi per poter portare il suo prezioso aiuto in terra d'Africa, spinto da «(…) un’esigenza impellente di nuove energie positive.» (2) e dalla curiosità di voler «(…)toccare con mano la realtà di quel paese lontano, per capire cosa spinga tanti giovani ghanesi a rincorrere una realtà per molti versi tanto dura qui in Italia.» (3).
Il dottore in questione è Marcello Zanna, specialista in tisiologia e malattie dell'apparato respiratorio, ci guida in modo incalzante in questo viaggio alla scoperta di quella che fu la "Costa d'Oro", raccontandocela sotto diversi profili, ce ne offre un'esaudiente panoramica a 360°. Il Ghana può esser preso poi come esempio di una realtà ben più grande, una realtà chiamata Africa.
Fin dalle prime pagine del libro si assapora l'aria africana: «Una vampata d'aria calda e umida ci avvolge.» (4), «Molta gente cammina ai lati della strada portando oggetti d'ogni tipo sul capo." (5) e si apprende che per le strade sono in vendita vecchi frigoriferi e casse da morto. Già perché ciò che noi buttiamo, là va benissimo e la morte «(…) fa parte del quotidiano: nessuno la nasconde.» (6), «(…) le bare variopinte seguite da parenti e amici dei defunti non mettono angoscia.» (7). «La gente è allegra dietro quelle bare (…). La gente in Ghana crede in Dio e Dio esiste in Ghana.» (8). La religione, anzi le religioni, sono osservate e sono quasi tutte animiste.
Come fossimo dei visitatori si è condotti quindi al Medical Center, dove le persone nella sala d'aspetto sono vestite di tutto punto e intonano canti di ringraziamento ogni mattina per l'operato dei dottori. Là, dove i dottori fanno dei veri e propri miracoli dal momento che non c'è acqua in sala operatoria, non c'è corrente, quindi mancano le tac, le risonanze, le ecografie, mancano gli ortopedici, mancano gli antivirali. Non si muore per la malnutrizione a Cape Coast ma per la malaria, per prevenirla basterebbero dei calzini, le zanzare, si sa, si sono evolute: pungono ai piedi e alle gambe. Si muore poi di febbre gialla, di AIDS, per le complicanze di molte malattie, là dove non è possibile far prevenzione e i farmaci costano e vengono sospesi.
I farmaci, altro problema in Africa, quelli che ci sono hanno il brevetto scaduto e non possono permettersi quelli più recenti, l'assistenza sanitaria poi, è a pagamento.
La povertà è palpabile in questa terra ricca di risorse e di materie prime, terra che nel corso della storia è stata depredata e continua ad esserlo: dal commercio degli schiavi, all'estrazione dell'oro, al commercio del cacao oggi: «Il commercio è in mano agli europei, prezzi decisi da europei, economic partnership agreements.» (9). La situazione non è cambiata, gli sfruttatori hanno solo assunto diversa forma: prima c'erano le potenze coloniali, oggi ci sono le multinazionali.
Parallelamente al racconto della situazione africana si legge poi anche un'altra storia: quella dell'autore. Arrivato lì carico di curiosità e voglia di fare è certo un uomo di buona volontà: «Pensa a tutti gli uomini di buona volontà che ogni giorno portano la loro goccia d'acqua nel deserto affinché divenga fertile.» (10).
Si trova a doversi arrangiare con i pochi mezzi a sua disposizione, fa amicizia con la gente del posto, si scontra con i suoi limiti di uomo appartenente alla società del benessere: «- Senz’acqua e senza luce no! non si può vivere! -» (11), ma non si lascia certo scoraggiare da queste difficoltà perché sa prendere il lato buono delle cose: «Birra e banane, al chiarore delle stelle. Che sballo.» (12). Ed è proprio nel momento in cui si trova a dover far senza gli agi che entra in contatto con la natura e si emoziona: «I miei occhi s'annebbiano di lacrime guardando in cielo il cacciatore Orione che affronta la carica del Toro.» (13).
Si sdegna difronte al razzismo: «E che idiozia distinguere gli uomini in base alla quantità di melanina della pelle anziché dalle loro azioni.» (14).
Zanna, ma anche i suoi colleghi volontari, arrivano a fine giornata stremati ma felici di aver «(…) fatto il nostro lavoro in cambio di un sorriso e un canto di ringraziamento.» (15). Si legge quindi la sua crescita professionale e personale, la sua permanenza là è stata breve ma, per l'intensità con cui l'ha vissuta, tanto è bastato per farlo sentire un "veterano": «La mia esperienza africana sta volgendo al termine, e mi sento ormai un veterano. La gente si fida di me, delle mie diagnosi, delle mie terapie.» (16). Lascia il testimone ad altri volontari e viene via carico di emozioni: «L'Africa mi ha dato ben più di quel che io ho potuto dare all'Africa in questo mese e mezzo. Mi sento ricco dentro.» (17).
Il linguaggio usato dall'autore è diretto e semplice, il libro si legge bene, nonostante il ricorso all'uso di un linguaggio settoriale nelle sole parti che concernono le spiegazioni mediche.
Spesso si legge per poter viaggiare, e "Gente del Ghana" non delude questo scopo. E' un libro che appassiona e istruisce, ci commuove e ci fa riflettere, ci fa chiedere come sia possibile essere felici vivendo in un Paese senza i servizi più elementari, in un Paese dove la gente fa molti figli perché tanto sa che molti di loro non arriveranno all'età adulta. Consigliato quindi a tutti coloro che vogliono entrare in contatto con un mondo diverso, poco conosciuto, ma non da considerarsi secondo a nessuno se lo si guarda sotto il punto di vista umanitario. Per coloro che sono disposti a non ascoltare i luoghi comuni e sono aperti, anzi, al confronto e alla conoscenza del "diverso". Un proverbio africano dice: “Ciò che non hai mai visto, lo trovi dove non sei mai stato”.
________________________________________
(1) Marcello Zanna, Gente del Ghana, Premessa, p. 8.
(2) Marcello Zanna, op. cit., Premessa, p. 7.
(3) Marcello Zanna, op. cit., Premessa, p. 7.
(4) Marcello Zanna, op. cit., p. 11.
(5) Marcello Zanna, op. cit., p. 12.
(6) Marcello Zanna, op. cit., p. 43.
(7) Marcello Zanna, op. cit., p. 43.
(8) Marcello Zanna, op. cit., p. 44.
(9) Marcello Zanna, op. cit., p. 14.
(10) Marcello Zanna, op. cit., p. 77.
(11) Marcello Zanna, op. cit., p. 63.
(12) Marcello Zanna, op. cit., p. 64.
(13) Marcello Zanna, op. cit., p. 65.
(14) Marcello Zanna, op. cit., p. 31.
(15) Marcello Zanna, op. cit., p. 35.
(16) Marcello Zanna, op. cit., p. 93.
(17) Marcello Zanna, op. cit., p. 93.