|
|
|
|
TEMPU palori aschi e maravigghi
di Marco Scalabrino
Pubblicato su PB16
Anno
2002-
Federico
110pp.
ISBN
Una recensione di
Carlo Santulli
|
VOTA QUESTO TESTO
|
|
Votanti:
1343
Media
79.79%
|
|
Forse nessuna letteratura regionale è in grado di comprendere e di confrontarsi con la cultura europea, quanto quella siciliana. Che gli scrittori usino la lingua italiana, il siciliano letterario od uno dei tanti dialetti dell'isola, inevitabilmente si pongono in un fruttuoso rapporto dialogico ed intellettuale con la letteratura e l'arte del continente, vista nello stesso tempo come parte di sé e come cultura "altra". Per questo vedo con particolare interesse l'esperimento di Marco Scalabrino, di tradurre in varie lingue europee le sue poesie in dialetto siciliano. Si scoprono cose interessanti, per esempio quanto sia icastico ed efficace il dialetto in certi casi: "Armu putia" è "Apro bottega", oppure "Ich eröffne ein Geschäft", se volete. E dalla bottega esce una voce forte e sonora, ma anche una voce di speranza. Le poesie di Scalabrino sono squarci intensi, immediati e vividi. In un mondo metaforico, ma anche letterario dove le parole sono dure, e bisogna lavorarle intensamente per ritrovare la propria vera voce, la propria lingua, che è quella del paese natio, in un percorso circolare, ma non per questo meno sofferto, non ci sorprende incontrare il tempo e le stagioni nella loro versione fatale di pacificatori finali ("e allonganu/a botta a botta/la prucissiuni/di judici/manetti/tabbuti"). Ritrovare la propria voce significa inevitabilmente chiedere di esser giudicato al di là dei luoghi comuni, per quel che si è, quell'uno che ama e vuole essere ricordato per questo (in latino "hic est/qui te amat plus/omni universo/et magis magisque"). Ed una volta che la propria voce si ritrova, diviene inevitabile uno stato di veglia, doloroso, ma anche fitto di inconfessabile e un po' dispettoso ottimismo (efficace l'immagine dello "scarsu sonnu" dell'estate, del mare voltato; anche il poeta decide di voltarsi e di non guardare le apparenze, ma di cercare di dipingere il profondo se stesso).
Ecco, c'è da dire che Scalabrino, mettendo fronte a fronte le varie traduzioni, molto accurate peraltro, e spesso anche poetiche, scommette sul proprio dialetto, ed incidentalmente su di sé poeta, il che denota coraggio ed umiltà. Questo crea un effetto interessante, un'inconsueta sinergia di significati, come se avere diverse lingue a disposizione permettesse una lettura verticale e stratificata dei diversi componimenti, un "mancìu, cugnintura" (un ghiribizzo e un'opportunità). Infatti, scrivere poesie, oggi come oggi, è un ghiribizzo (altri parlerebbe di una tenera follia) di un animo sensibile, ed un'opportunità per chi desidera dedicare qualche istante di libertà, parola che Scalabrino tanto ama, per accostarsi al poeta ed al suo canto. Sono poesie fatte per esser recitate, quasi raccontate in piazza nella tradizione siciliana con voce sicura e priva di sdolcinature ed abbellimenti, mentre una leggera brezza di mare scompiglia i fogli sparsi ed i pensieri.
Una recensione di Carlo Santulli
Recensioni ed articoli relativi a
Marco Scalabrino
(0) TEMPU palori aschi e maravigghi di Marco Scalabrino - Il Parere di PB (1) Io vivo di tenerezze di Nelson Hoffmann - Il Parere di PB (2) Canzuna. Di vita, di morti, d'amuri. di Marco Scalabrino - Il Parere di PB (3) CANZUNA DI VITA, DI MORTI, D'AMURI di Marco Scalabrino - RECENSIONE
Testi di
Marco Scalabrino pubblicati
su Progetto Babele
(1) La sonnolenza delle cose di Fortuna Della Porta - RECENSIONE
Recensioni ed articoli relativi a
Carlo Santulli
Nessun record trovato
Altre recensioni
di
Carlo Santulli
(1) La qualità dei sentimenti di Giampaolo Giampaoli - RECENSIONE (2) Quei gran pezzi dell'Emilia Romagna di Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini - RECENSIONE (3) Sandino Il generale degli uomini liberi di Maurizio Campisi - Il Parere di PB (4) La gallina volante di Paola Mastrocola - Il Parere di PB (5) Il 1848 e le cinque giornate di Milano di Antonio Monti - Il Parere di PB (6) Operazione Arca di Noè di Andrea Coco - Il Parere di PB (7) Il castello incantato di Emiliano Grisostolo - Il Parere di PB (8) Cassandra di Laura De Santis - Il Parere di PB (9) Cuore e acciaio - estetica dell'animazione giapponese di Marcello Ghilardi - Il Parere di PB (10) La nascita della bellezza - da Bruegel a Basquiat ritratti di un mondo segreto di Maria Grazia Mezzadri Cofano - Il Parere di PB >>Continua (click here)
Libri di pubblicati nella collana I libri di PB
Copertina |
Scheda Libro |
Compralo ora! |
|
Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2007 pg. 204 - A5 (13,5X21) BROSSURATO
Prezzo Amazon 8.31 euro
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
|
|
|
Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2010 pg. 200 - A5 (13,5X21) COPRIGIDA
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
|
|
|
Altre
recensioni:
|
|
|
|
|