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La città dei sacerdoti
di Matteo Monco
Pubblicato su SITO
Anno
2009-
La Riflessione Davide Zedda Editore
Prezzo €
22-
389pp.
(fuori collana) ISBN
9788862112048
Una recensione di
Margherita De Simone
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Votanti:
710
Media
79.11%
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In un ipotetico e non troppo lontano futuro - speriamo distopico - due spietati eserciti di cloni spazzano via quasi tutti gli umani presenti sulla Terra. Tutti quelli, almeno, cui è stato innestato un chip prodotto dalla Chiptronic diretta dal perfido (ovviamente) Kraus Friedman, il cui scopo è quello di dar vita ad un nuovo ordine mondiale raccogliendo e imprigionando i pochi sopravvissuti nell’ipertecnologica (e ossessiva) Città dei Sacerdoti. Un ex giornalista Romano, Karl Mayer che già aveva intuito i piani di Kraus prima ancora del conflitto mondiale, si trova coinvolto, con un pugno di amici e un’arma misteriosa (il silenzioso Brain) in un folle piano per liberare gli essere umani dalla schiavitù in cui sono costretti dal Massimo Sacerdote.
Il febbrile romanzo di Monco accende la, corta e spesso dimenticata, miccia del sempre possibile pericolo di cadere in mano al potere di pochi, che prevedibilmente, vorrebbero dei sudditi tutti uguali e quindi facilmente governabili. Il protagonista, Karl Mayer, cronista dalle intenzioni d’assalto, denuncia da sentieri di sottoboschi, l’urgenza di intervenire contro un piano di assoluto colpo di stato nutrito da una realtà, spaventosamente possibile, di battaglie impari tra cloni ed umani. Progetto teso a creare una generazione inedita e quindi controllabile, dal potere di un gran ministro di nuovo culto. Lo stile rapido comunica la velocità di cui si serve l’autore attraverso una scrittura che sfora talora in “ingenuità” adolescenziali, da videogames, che svicola in una foresta di situazioni strette e inevitabili, che comunque s’avvantaggiano della freschezza, e la quasi facilità, d’azione. Il cupo delle ambientazioni un pò irriconoscibili, ma fosche proprio per questo, è rischiarato da lampi di pathos di una ristretta cerchia di resistenza, che pennella una tensione emotiva sfuggita, forse a Monco, involontariamente. E’ questo libro, la mappa di un evento possibile ed inquietante, a cui nessuno potrà sottrarsi, come non ci si può opporre alla fame antica ed irrinunciabile del potere “araba fenice”, che attraverso la proprio opacità, riuscirà sempre a rinascere.
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