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Candidato al consiglio d'istituto
di Massimo Cortese
Pubblicato su SITO


Anno 2009- Montag
Prezzo € 10- 56pp.
(collana Le Fenici)
ISBN 9788895478418

Una recensione di Lorena Curiman
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 Candidato al consiglio d'istituto

[Un racconto breve, una sorta di monologo interiore in presa diretta sostenuto dalle riflessioni del protagonista: un padre che ha a cuore l'educazione della figlia. Cronaca vivida di una vicenda grottesca che si spinge quasi oltre il limite sopportabile della normalità, e che sconfina a ruota libera nella realtà che si è costretti a vivere ogni giorno.]

“Sono un genitore e mi preoccupa l’educazione di mia figlia.”      
Immagino una persona costretta dalla realtà - e arrivata alla fine della sopportazione - a pronunciare queste parole, che grida il dolore per l’indifferenza di una società in squilibrio, bloccata a metà strada tra il dire e il fare; che con orgoglio dichiara il suo statuto e con paura guarda al futuro; che con la mano sul cuore, disperatamente cercando altri simili a sè, tenta di trasmettere un messaggio di allarme ad una società “dove non c’è più educazione, dove la televisione si prende certe libertà, società che non andrà molto lontano perché diventa, sempre che non lo sia già, una società disumana, dove la vita non vale la pena di essere vissuta.”   

Stupita dal fatto che “talvolta la realtà supera la fantasia”, la stessa persona - afflitta, ma non rassegnata, ancora - offre la propria esperienza, in qualità di rappresentante dei genitori, al Consiglio di Interclasse ed al Consiglio d’Istituto (nonché “Babbo Natale uscente”) come dimostrazione del malfunzionamento dell’organizzazione delle scuole, ma anche come punto di riflessione sul bullismo, sulla televisione diseducativa, il disagio ed il degrado giovanile (temi trattati in una lettera inviata al giornalista Giuliano Ferrara) che riguardano tanto i bambini quanto i genitori, i quali il più delle volte nascondono e sminuiscono la gravità dei comportamenti  antisociali dei loro figli.  

Il momento storico nel quale s’inquadra questa strana contesa elettorale (le elezioni scolastiche finalizzate alla formazione dei Consigli di Istituto, alle quali nessuno da alcuna importanza, a cominciare dal Ministero delle Pubblica Istruzione)  riporta alla luce la vera emergenza del nostro tempo: l’educazione, che manca nei giovani e forse non solo in loro.”     

Non ha la minima idea di quello che dovrà ancora avvenire e non pensa ad altro che alle elezioni “educative” che dovrebbero riguardare soltanto le decisioni da prendere per un’educazione ottimale dei figli, opinione purtroppo presa poco sul serio dagli svogliati candidati genitori con un forte “senso del dovere”, che trasformano quest’attività in un evento politico di propaganda con tanto di volantinaggio e campagna elettorale,  dimenticando di fatto che tutti vogliono (o dovrebbero volere) la stessa cosa e creandosi un nemico che non esiste. 

Non abbiamo bisogno di vincitori e vinti, ma di persone che vogliono un mondo migliore. Dobbiamo lavorare assieme, riconciliarci e ,come si diceva una volta, tirare avanti, perché siamo tutti sulla stessa barca. E poi parliamoci, magari male, ma dialoghiamo e soprattutto non restiamo indifferenti perché l’indifferenza è tra le cose peggiori di una umanità che non c’è.”    

Come spesso accade, anche questa volta le buone intenzioni e le azioni positive vengono ignorate, mal interpretate e condotte verso una direzione in cui entrano in gioco gli interessi personali e la lotta per la soddisfazione della sete di potere degli adulti, con tutti gli aspetti negativi che questo comporta, inclusi intrighi, imbrogli e azioni variamente subdole.
A questo punto, è ovvio che questa persona si senta ribollire di rabbia, tanto per l’esempio cattivo che stanno dando ai figli, quanto per la perdita di vista dell’obbiettivo finale: l’educazione.   

Per quanto riconoscere, ammettere o prendere coscienza della dura verità possa ferire i sentimenti di ognuno di noi, l'autore ci mette davanti alla realtà, ovvia, crudele ed ingiusta: non tutto è colpa nostra, ma una buona percentuale di questa colpa ci appartiene. Sia per la noncuranza verso approcci sani e sinceri, giusti ed esemplari con i figli, sia per l’indifferenza verso le politiche scolastiche, l’assenza alle assemblee che decidono il modo di educare i nostri figli, la pigrizia che ci impedisce di reagire alle ingiustizie, anche alle più palesi…
E forse la sua intenzione è proprio quella di indurci a fermarci ed a riflettere, di farci ritrovare il coraggio di lottare per una via diversa da quella intrapresa fino ad oggi e di farci capire “come non si fa”, aiutandosi anche con qualche esempio del passato della sua vita da scolaro, per far comprendere quanto di diverso ci fosse nel passato rispetto ai nostri giorni.

“L’educazione è la grande emergenza dei nostri giorni. Essa riguarda ciascuno di noi, perché attraverso l’educazione si costruisce la persona, l’uomo e quindi la società, ma per attuarsi c’è bisogno di una comunità. Il problema di oggi è che non c’è più la comunità …”   

Forse non è tutto perduto come sembra. Forse la sua voce alla fine riuscirà a farsi spazio in mezzo a tutti i “buoni propositi” che invadono il mondo della scuola e dell’educazione. Forse i suoi interrogativi sbloccheranno un processo di coscienza nell’indifferenza generale e permetteranno di riscoprire i valori più essenziali che la famiglia, spesso assente, la scuola e le istituzioni hanno smarrito generando enormi vuoti educativi: il rispetto per gli altri, l’importanza delle regole, la responsabilità.  

“Facciamo tante cose, i convegni, le ricerche, si istituiscono dappertutto  i Difensori dell’Infanzia, ma noi con i nostri figli ci parliamo, ci dialoghiamo, trasmettiamo loro dei valori o li abbandoniamo al loro destino?”   

Una persona s’indigna, si ribella, non accetta, riflette. Sull’importanza di un’adeguata informazione storica e della conoscenza del passato che aiuterebbe i giovani a confrontarsi con la realtà. Sul degrado morale, responsabile della perdita di tanti valori, che può condurre soltanto alla maleducazione e all’illegalità. Si immedesima in tutti noi: genitori, insegnanti, alunni, tutti coloro che lavorano nel campo della comunicazione, per dare voce alla nostra incapacità di reazione ed alla frustrazione che consegue all’accettazione delle cose assurde che succedono intorno a noi.

Questa persona è Massimo Cortese, funzionario di un ente locale, che con la sua opera di esordio, Candidato al Consiglio d’istituto, suscita curiosità, in primis per il titolo, importante, ma anche sminuito dalla una minuscola che indica contemporaneamente la delusione, l’amarezza e la perdita totale della fiducia nell’istituto responsabile dell’educazione e del futuro degli studenti. La sua storia desta interesse, in quanto scritta con molta umiltà, tanta passione, una buona dose di ironia; ha la struttura di un diario, scorrevole e colloquiale, dove la cronaca dei fatti viene accompagnata da momenti di introspezione e riflessione; i protagonisti, tragicomici, sono alle prese con una lotta senza speranza, la vittoria non è contemplata, perché: “noi italiani siamo sempre i soliti autolesionisti, dobbiamo contrapporci gli uni con gli altri, ma così non andiamo da nessuna parte.” Perché il maggiore ostacolo è costituito da noi stessi, dai nostri timori per il giudizio altrui e dalla cronica sfiducia nelle Istituzioni, dimenticando sempre e comunque che "le istituzioni siamo noi".
Invece l’esempio di Cortese andrebbe seguito alla lettera, per il bene di tutti, compresi gli indifferenti. 

“Io ce la metterò tutta, non mi tirerò indietro, sarà poi il destino a stabilire se e quando mi dovrò fermare, anche se la cosa mi dovesse darmi qualche dispiacere.”     

Non solo: ha anche una gran voglia di continuare questa storia, che, in fondo, appartiene a tutti noi.
“Questo Paese sta andando a rotoli soprattutto per via dell’emergenza educazione, che non c’è più …”     

In questo maniera, di grande profondità per i temi messi in discussione, nasce il secondo dei tre racconti lunghi della Trilogia della speranza, caratterizzata dalla narrativa dell’impegno sociale, i cui scritti sono stati pubblicati tra il 2009 ed il 2011 e collegati tra loro da temi come l’educazione (Candidato al Consiglio d’istituto), la speranza (Non dobbiamo perderci d’animo) e la crisi politica (Un’opera dalle molte pretese, che ha preso forma partendo dal racconto La segnalazione con il quale l’autore ha partecipato a Una Giornata nel mondo della rubrica Italians, Corriere della Sera).


Una recensione di Lorena Curiman



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