Che mondo è questo, dove nemmeno i vampiri sono al sicuro?
Dopo la lettura di Avorio, una delle immagini che più forti rimangono in mente è quella di Maria, a rappresentanza dell'eterna - e globale - Mater dolorosa. Suo figlio è un omaccione che, a quanto pare, conduce una doppia vita (o una "doppia morte") e a Maria non rimane che occuparsi di lui in compunto silenzio, sempre però andando a sbattere il naso sulla porta sprangata dietro cui si rifugia il tetro bamboccione. La vediamo così sbandare da una parte e l'altra del pentagramma delle sensazioni, tra tristezza, rabbia repressa e infinita paura. Paura che trova la sua definitiva giustificazione nella visita di due agenti della Digos, Squadra Speciale Antivam...
Avorio è un thriller orrifico di ottima qualità. Dobbiamo memorizzare il nome dell'autore, perché è uno di quelli che "ci sanno fare". Con un lavoro pressoché certosino, Gambaro ha amalgamato quattro suoi racconti in una narrazione romanzesca che vede il poliziotto Carnielli (impermeabile grigio e sigaretta tra le labbra) dare la caccia alle tetre presenze dell'Oscurità. Il risvolto originale della vicenda è che, a dare la caccia ai vampiri, ci si sono messi anche certi avidi commercianti di avorio... Eh sì: persino i canini imbrattati di sangue hanno un loro mercato!
Ad arricchire ulteriormente la trama ci pensa il personaggio di Pier, ragazzone tormentato che - come lui stesso spiegherà a Carnielli - è diventato eroinomane apposta per avvelenarsi il sangue e stordire/uccidere i vampiri dai quali si fa mordere...
Ma che fine ha fatto Gisèle, la sua fidanzata?