Diego è informatico, Emanuela psicologa; entrambi giovani e alle primissime armi. Rosato li manda in missione su Marte, ma il Pianeta Rosso ha relativamente poca o nulla voce in capitolo (come ci avverte lo stesso autore nella sua "Prefazione").
L'Invasione dei Terrestri, libro di splendida fattura vintage, non è fantascienza. E' un "rigodon", un balletto dei sentimenti, condito con salsa tipicamente italiana. Ogni cosa s'impernia - ovvio - sulla simpatia che scoppia tra Diego e Manù (Emanuela). Una progressione - soprattutto dialogata - che avviene con la gentile assistenza di Mario, il fido amico del ragazzo.
Molte le parole che la coppia si scambia. Il resto, comprese le azioni lavorative nella base spaziale, funge solo da cornice al loro approccio romantico.
Debutto simpatico di questo scrittore, che non si sdegna di battezzare come sé il personaggio principale; ma per la sua opera seconda ci attendiamo parecchio di più. Grandi della penna del rango di Henry Miller, Anthony Burgess, Paul Auster ecc. dovettero aspettare fino ai 40 anni o oltre prima di vedere il proprio nome stampato sulla copertina di un libro. Con ciò, voglio rivolgere una raccomandazione alle case editrici: non mandate i vostri nuovi autori allo sbaraglio, ma aspettate che prima abbiano raggiunto il giusto grado di maturità e - cosa assolutamente importante - accompagnateli nel loro percorso di crescita.
Comunque sia: L'Invasione dei Terrestri si può benissimo leggere e più d'uno, di sicuro, lo troverà appagante.