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Damnati ad metalla
di Loris Ferrari
Pubblicato su SITO
Anno
2006-
Editore Robin
Prezzo €
16-
374pp.
(collana I libri da scoprire) ISBN
9788873712237
Una recensione di
Carlo Santulli
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Votanti:
1499
Media
79.69%
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Credo di averlo già detto, ma una caratteristica, e non certamente la meno importante, di uno scrittore di talento, è quella di essere in grado di avvincere il lettore, qualunque sia la storia che racconta.
Perché è facile essere convincente con chi condivide buona parte del nostro mondo, ovvero, con un'espressione forte, con chi partecipa del nostro stesso humus culturale, lo è certo di meno spiegare un argomento a chi non ne ha idea, o forse anche un'innata diffidenza. Avevo già manifestato apprezzamento per il romanzo di Luigi Milani, "Rockstar", che parlava di vicende vicine al grunge dei "Nirvana", qui devo ripetermi, in altro contesto, per un libro che parla di heavy metal (in realtà parla con notevole profondità della nostra vita di oggi, ma il contesto è quello).
Abbiamo ricevuto il libro di Loris Ferrari, "Damnati ad metalla" qualche tempo fa, ma il ritardo nella recensione non è certamente dovuto a mancato apprezzamento, anzi ad attenta lettura e rilettura. La storia dell'ex-chitarrista hardrock, Luigi Cotti, ora pensionato delle Ferrovie a Bologna, che si propone ad un gruppo heavy metal, quindi formato da componenti più giovani di lui di vent'anni ed oltre, ha un sottofondo agrodolce: troppo bravo e "tecnico" per essere rifiutato dai "Damnati ad metalla", è tuttavia costretto ad indossare una maschera, che non ne mostri la vera età, e diventare The Mask, almeno per un tour, che sarà unico e solo, cioè (vedendo le cose da un'altra angolazione) irripetibile. Perché, si sa, l'identificazione e quasi la nullificazione dei fans nel gruppo d'elezione richiede che i componenti ne siano più o meno coetanei (è vero questo, o non bisogna oggi rendersi conto dell'età media dei componenti i gruppi rock, che è molto cresciuta negli ultimi anni? Anche quella dei fans, a dire il vero). Comunque sia, il giovanilismo (anche quello, paradossalmente, degli anziani) è una realtà che abbiamo importato dall'America e fa ormai parte (con effetti a volte umoristici, ed in altri casi quasi deliranti) della nostra cultura (quasi come i cereali della prima colazione, direi...).
Ferrari, pur essendo un fisico ed un professore universitario di struttura della materia (o forse, chissà, proprio per questo: in fondo anche l'acustica è fisica...), suona in un complesso pop-rock, ed appartiene a quell'ambiente musicale bolognese, che è stato molto vivace specie negli anni '70 e '80, tanto è vero che la prefazione è firmata da Roberto "Freak" Antoni, frontman degli Skiantos, un gruppo che, comunque lo si voglia classificare, è uno dei non molti che si prende con ironia, riuscendo ad accattivarsi simpatie anche al di fuori dell'ambiente (perché, si sa, l'eccessiva seriosità non giova alla cordialità, e non solo nella musica pop, o quel che sia).
Il romanzo, nonostante il sottofondo abbastanza nero e diabolico che fa da scenografia a molto heavy metal, ha una sua levità intrinseca, ogni tanto indulge ad un po' di sperimentalismo, ma tutt'altro che programmatico. L'autore cerca di spiegare a se stesso, quasi per rendere l'idea anche ad un più vasto pubblico, non tanto cos'è l'universo dei "metallari", ma più in generale quale mondo la sua generazione (che è anche quella di Freak Antoni) ha preparato a quelli che si affacciano oggi all'universo della musica. Mica facile, come obiettivo, perché coinvolge il discorso delle varie droghe, del voler essere giovani ad ogni costo, dell'approccio disinvolto al sesso (alle "sbarbine" degli Skiantos...) e più in generale, del voler trovare un senso costruttivo a quella che sembra soltanto (ma in superficie) una vocazione distruttiva, che il rock ha senz'altro in sé.
Di fronte ad un padre che non vuole crescere da un lato, ed è teso d'altro canto ad un'educazione minimalista (o inesistente?), c'è un figlio che lo ricerca: e scopriamo che Luigi Cotti ha avuto forse un'altra vita in un universo parallelo (e non mi riferisco alla stazione di Bologna Centrale). Poi, ci sono i personaggi, che sono la forza del romanzo, certo tipizzati, ma tutti intagliati in una vera umanità: innanzitutto i "Damnati", il milanese Makro, frontman e pusher del gruppo, il rissoso batterista figlio di papà (o dei "condizionatori") Giano, il giovanissimo Zù, ammirato e quasi timoroso della Maschera, l'ultretrentenne Oscar, contrabbassista che sognava il Comunale, l'intelligente Zambo, che forse più degli altri ha sofferto, data l'innata sensibilità. Poi c'è Ferretti, giornalista a caccia di notizie e di soldi, a volte al limite della legalità, Marinella la segretaria di produzione e fan del gruppo, che deve "lavorarsi" i componenti prima dei concerti, all'occorrenza (c'è del maschilismo nell'epopea del rock, occorre riconoscerlo...).
Insomma, Cotti diventa "The Mask", parte per un tour, che sale di livello, fino ad approdare a San Siro, poi a Dublino, descritta, va detto, magistralmente dall'autore, sull'onda di reminiscenze joyciane: prima di partire ha problemi pratici (a chi lasciare la gatta...), dopo ne ha altri, e dovrà tirar fuori le unghie per arrivarne a capo: vale la pena di seguirlo, secondo me, anche perché ha molte storie da raccontare, e l'abilità di tirar fuori il vissuto personale degli altri personaggi, per cui il romanzo si costruisce senza fatica intorno al protagonista (con maschera, ed anche senza).
Una recensione di Carlo Santulli
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2007 pg. 204 - A5 (13,5X21) BROSSURATO
Prezzo Amazon 8.31 euro
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2010 pg. 200 - A5 (13,5X21) COPRIGIDA
Altre informazioni / L'autore
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