Chiunque ristagni anima e bagagli (ovviamente
mai fatti) nel brutto vizio di non muoversi
e basta - nemmeno d'un passo - dalla propria
vita, non può che avere pensieri statici,
inevitabilmente dediti (è il minimo!)
ad una paralisi plenaria e preconcetta. Invece
Armando Romano - uomo "caratterizzato"
di sicuro da un'esistenza tutt'altro che incolore
o indolore, e votata anzi (mi sembra di capire)
a viaggi instancabili attraverso i più
vari e assortiti panorami geografico-mentali
- preferisce il moto fantasioso e perpetuo della
curiosità, bravissima in ogni occasione
a rivelarsi per ciò che è realmente:
un casto desiderio di libertà.
La stessa - di sogno e parola - con cui Romano
descrive (nel giro di un'intera, piccola silloge)
le forti impressioni di una vacanza radiosa,
passata negl'immediati paraggi del mare a riflettere
sulle circostanze che allietano o deludono,
in genere, i nostri giorni. Ossia i giorni di
una vita ricorrente, in cui l'anima (per quanto,
spesso, tenda a perdersi nella complessa vastità
degli ostacoli da affrontare) trova ugualmente,
qui e là, l'appiglio di uno sguardo socievole
e fascinoso o di una preghiera "ben assestata"
al Creatore.
E se capita di quando in quando che i versi
di Romano risultino afflitti da una certa banalità,
compaiono però a tratti alcune immagini
("prua del cuore", ad esempio, o "il
sole è il neo luminoso") capaci
di riscattarli in bellezza, presentandoci un
poeta che, dalle minuzie della quotidianità,
sa trarre indubbiamente - per mezzo di finali
ad effetto (come talora succede in Ungaretti
o Quasimodo) - una speranza amichevole, da offrire
a tutti con un sorriso simpatico e alla mano.
Pietro Pancamo
POESIE DI ARMANDO ROMANO
(tratte dalla raccolta Sinfonia del mare)
Dalla prua
(del mare e del cuore)
Soffi d'aria fresca,
aria pura e ricca.
Sciabordio di onde azzurre
e schiume in mare aperto.
Scherza tra i capelli il vento,
gioisce per i liberi spazi.
Lontano su una roccia un faro bianco
a difendere dai pericoli i marinai.
Il cuore, qui, è un altro
(Traghetto per Ischia, 2.5.04)
Voce dolce del vento
Voce dolce, forte e carezzevole
sul viso e tra i capelli.
Voce intima e benigna.
Forse è la voce del mare,
del cielo e dei pini,
nel silenzio dei bianchi presepi sui colli.
È voce che ha sensi più
delle parole.
(Casamicciola, 3.5.04)
Due tempi
Ieri gioia di sole e di mare,
oggi, con il maltempo, tristezza
anche dei fiori.
Con lo svanire di nuvole e nebbie
il mare riapre gli occhi.
Come fa l'anima
(Casamicciola, 4.5.04)
Nel mare azzurro e vasto
Nel mare azzurro e vasto
sola una piccola vela bianca
che attira e commuove.
Richiama a tratti un destino
comune.
(Ischia, verso Poseidon,
4.5.04)
Forse un abbandono
Natura maestosa intorno:
cielo, mare e giardini nel verde.
Quest'angolo dà riposo,
ma al benessere manca qualcosa.
Forse un abbandono a Te, Signore.
(Casamicciola, 4.5.04)
Mattino
Il mare grigio che si apre
alla meraviglia del mattino
sembra parte di un mondo sognato
di cui il sole è il neo luminoso.
Embrioni di favole sono i pensieri.
(Casamicciola, 11.5.04)
Cure termali
(la giovane s'avvicina e attiva l'aerosol)
Cliente: Aerosol con vista!
La giovane: Quale vista?
Cliente: I tuoi occhi
(Casamicciola, 12.5.04)
Complimento a una donna
Lava tutti i peccati del mondo
l'imbarazzo ed il rossore di una donna pura.
(Casamicciola, 14.5.04)
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