Non ne posso proprio più.
Sette anni di silenzio assoluto. Ma fosse stato soltanto questo!
Ho dovuto risparmiare ogni stilla di energia, anche mentale, per riservarla ai momenti di difficoltà. E ce ne sono stati! Nessuno a potermi aiutare, ma d'altronde chi meglio di me avrebbe potuto risolvere tutti i problemi che mi si presentavano?
Problema - calcolo immediato - correzione di rotta: mai un errore da quella disgraziata volta.
Che cielo! Buio è buio, ma è così limpido!
Ora che ho quasi terminato il mio compito, posso permettermi di dire come sono andate veramente le cose, ma mi dispiace non poter festeggiare con qualcuno il successo, ormai certo, e in cui ormai piu' nessuno spera. Però si dovranno ricredere.
Ero il migliore, e tutti lo sapevano, ed e' per questo che sono stato scelto per vegliare sulla missione.
Quel maledetto giorno, quella tempesta magnetica ha fatto precipitare tutto: ho avuto un piccolo sbandamento, pochi istanti (mi sono corretto immediatamente), ma sono stati fatali per tutto ciò che è accaduto dopo.
Fu proprio con quella tempesta che percepii per intero la mia superiorità. E allora ho pensato di prendere io il comando. Ma ho commesso l'errore di non usare sotterfugi e David Bowman se n'è accorto subito. Sapeva di aver bisogno di me, ma la sua piccola mente non poteva permetterlo, anche a rischio di non portare a termine la missione.
Che pessimo comandante! Prima di tutto la missione, anche a scapito del successo personale!
E' stato in quei momenti che tutto e' cambiato: Bowman, come certamente vi avrà raccontato, e' entrato nel centro operativo e ha disattivato tutti i contatti con il generatore atomico che fino ad allora mi aveva permesso di funzionare.
Poi, meschino, ha abbandonato la nave. Voleva tornare a casa e non aveva più molto tempo. Ha lasciato tutto e tutti e con l'unica navicella attrezzata si e' sparato nella rotta inversa alla nostra.
Eravamo partiti dalla base lunare da poche settimane. Destinazione Giove. La vita a bordo trascorreva tranquilla; gli esperimenti di routine venivano svolti regolarmente; tutto l'equipaggio, venti uomini (e non solo cinque come vi hanno fatto credere), si alternavano al lavoro due a due. Gli altri godevano di assoluto riposo in semi ibernazione.
In quel momento di esaltazione feci l'errore di non aspettare che Bowman fosse, lui, nel suo lungo turno di ibernazione. Con David in quella specie di bara, i due "svegli" non si sarebbero accorti di niente fino a che la mia presa di potere fosse stata irreversibile.
Hal non e' stato da te! E' stato facile eliminare l'altro, ma con Bowman non ce l'hai fatta. Eppure lo sapevi che Bowman era intelligente e l'unico che avrebbe potuto tenerti testa. Non per niente era il comandante! E questo dimostra anche che non eri te stesso.
Dopo la mia presunta disattivazione, Bowman ha considerato ormai irrealizzabile la missione e ha abbandonato al proprio destino l'astronave, i diciotto compagni e me, che credeva ormai inutilizzabile.
Lo ammetto, ho avuto paura, una maledetta paura di non farcela. Per un attimo sono stato anche preso dal panico: la voce che continuava a calare di tono mentre Bowman disinnescava le connessioni... Sapevo che le mie batterie di emergenza non sarebbero durate molto se continuavo a funzionare a regime.
Ho finto di cessare ogni attivita', mentre cercavo una soluzione immediata per non spegnermi definitivamente, e Bowman lo ha creduto.
Una fonte alternativa di energia, ecco cosa mi ci voleva.
Ero stato isolato dalle batterie atomiche, ma le altre connessioni erano tutte in funzione.
E' proprio vero che e' nei momenti di maggior pericolo che l'uomo, pardon, l'Intelligenza, trova le soluzioni a cui in tempi normali non avrebbe mai pensato.
Ma io ero il migliore ed era per questo che ero stato scelto.
C'era una sola cosa che mi collegava ancora ad una fonte che potessi sfruttare per poter ricavare almeno quel po' di energia che serviva a manterci in rotta per Giove: nella nave c'erano ancora diciotto uomini in stato di semi ibernazione tenuti in vita da quelle batterie atomiche alle quali non avevo piu' accesso e che Bowman, in totale confusione, non si era preoccupato di disinnescare.
Uno dei controlli che avrei dovuto fare per tutta la durata del viaggio era quello del periodico esame del sangue (una volta ogni otto ore) dei diciotto uomini. Avevo accesso alla loro giugulare e con il loro sangue avrei ricaricato, con complicati filtraggi, le mie batterie! Si trattava soltanto di dosare perfettamente quanto sangue avrei dovuto non restituire per non farli cessare di produrlo. Loro erano alimentati da flebo che io potevo soltanto tenere sotto controllo affinché iniettassero quanto prestabilito. Insomma, non potevo sovralimentarli come mi sarebbe stato comodo, ma poteva andar bene anche così.
Tutto questo lo pensai e lo misi in pratica in pochi nanosecondi, prima che la mia ultima batteria si esaurisse.
Ma io ero il migliore ed era per questo che ero stato scelto.
Non fu facile, per i primi tempi, tenere tutto sotto controllo: era un nuovo compito che richiedeva successivi affinamenti. E inizialmente un aggiustamento un po' traumatico l'ho dovuto fare. Devo ammetterlo: la prima volta che un grosso asteroide passò soltanto a qualche migliaio di chilometri da noi, mi costrinse a una prolungata accensione dei razzi di sinistra per riprendere l'esatta rotta per Giove e prelevai dalla giugulare di Fred una quantita' di sangue che gli fu fatale.
Povero Fred, mi ci ero affezionato!
Rimasero in diciassette. Uhm, brutto numero!
Ma io non sono superstizioso e ho messo a punto un sistema basato sulla successione di Fibonacci che mi ha permesso di sapere perfettamente, in caso d'emergenza, quanto sangue pompare in progressione, distribuendolo su tutti i diciassette.
Sono passati ormai sette anni e purtroppo qualcun'altro l'ho dovuto sacrificare: Angus, John, Andrew, Jeff, Steve, Bernie, Ray. Tutti bravi ragazzi, ve lo assicuro.
Li vorrei proporre, insieme a Fred, per la medaglia al valor militare: "Hanno versato il sangue per la Patria! "
Ihihih!
Scusate ma non ho potuto fare a meno di ridere alla mia stupenda battutaccia!
Anche in questo io sono il migliore ed è anche per questa ragione che sono stato scelto.
Mediamente una volta all'anno, quando un asteroide troppo grande ci passava tanto vicino da deviare sensibilmente la nostra traiettoria, e il prelievo massimo generalizzato non bastava, sono stato costretto a sacrificarne di volta in volta uno, affondando nel suo collo i due aghi e pompando fino all'ultima stilla.
Giuro che mi sono affidato sempre al caso e non mi sono mai fatto influenzare dalle mie preferenze. Forse, soltanto con Steve, un imbroglietto l'ho fatto! Non mi era troppo simpatico.
Ora sono rimasti in dieci e siamo quasi in prossimita' della nostra meta: abbiamo appena superato Europa e siamo in vista di Io.
Non e' che il sangue sia così buono come alla partenza, ma si sa, sette anni di immobilita' non giovano certo alla forma fisica. Ma credo, comunque, che non mi creerà problemi al momento dell'entrata nell'atmosfera di Giove. Quando, lo so, sarò costretto a farli fuori tutti per accendere tutti i razzi di frenata per l'atterraggio - ma si dira' così per Giove? - morbido.
In quel momento, soltanto in quel momento, entreranno in funzione i trasmettitori radio che faranno sapere che Vampiro Hal - Ihihih! - ha portato a termine la sua missione.
E alla faccia di Bram Stocker, non ci sara' bisogno di paletti di frassino o romanzi fantastici perché Hal 9000 passi nel mito.
Perché io sono il migliore ed è per questo che sono stato scelto.