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recensioni
Italo
Calvino, uno scrittore pomeridiano
di William Weaver e Damien Pettigrew
a cura di Patrizia Burra
Minimum
Fax, pp73, euro 5,50
Traduzione di Giorgio Testa
L'intervista-collage
dedicata a Italo Calvino, edita da Minimum Fax
per la collana "macchine da scrivere",
fu commissionata nel 1983 al traduttore delle
sue opere in lingua inglese William Weaver e
apparve, integrata da trascrizioni, dal ricordo
di Pietro Citati e da un testo di Calvino, nel
1992 nella Paris Review.
L'amico Citati, lo ricorda con un affresco
di immagini curiose, riflessi di quel mondo
privato, lontano dall' associazione romanzesca
alla quale si ricorre per immaginare quello
dell'autore. La figura schiva e silenziosa di
Calvino, viene tratteggiata da un pennello mnemonico
addolcente. Scopriamo di quanto il suo cuore
si innamorava per poi prendere la fuga, del
timore ossessivo nei riguardi di un' esistenza
più volte depositata a infinite revisioni,
del suo inquieto addentrarsi nel mondo delle
idee.
Durante la stesura di "Lezioni americane",
sebbene l'autore sembri lontano dalla malinconia
di "Palomar" per riconquistare il
proprio posto razionale e illuminista, si rifugia
nel suo studio a scrivere ossessivamente, quasi
sentisse lo sfuggire del tempo dalla propria
penna.
L'amico lo saluta in un sogno, dove Calvino
gli appare sorridente e luminoso come un tempo
e lì, dentro alle infinite immagini illusorie
create dal nostro subconscio, gli insinua la
sua incapacità ad accettarne l'assenza.
William Weaver, conobbe Calvino nel 1965 quando
l'autore, dopo aver licenziato il precedente
traduttore per aver incautamente tradotto il
titolo di un racconto, gli propose di tradurre
le "Cosmicomiche". Da allora, Weaver
tradusse ogni sua opera, fornendo una parziale
soddisfazione ad un Calvino esigentissimo e
innamorato della parola, che comunque visionava
le bozze introducendo modifiche "nel suo
inglese", inserendo vocaboli inappropriati
soltanto perché ne restava affascinato.
Nel breve capitolo "Pensieri prima di un'intervista"
Calvino prende posizione sulla monotonia delle
domande che gli vengono poste. "Potrei
dare sempre le stesse risposte. Ma invece penso
di doverle cambiare, perché a ogni intervista
è cambiato qualcosa, dentro di me o nel
mondo".
Nell' intervista a cura di William Weaver e
Damien Pettigrew, Calvino si racconta piacevolmente,
denuda i meccanismi, i pensieri e le sue piccole
manie, quasi fossero indumenti che pian piano
si toglie di dosso, per appoggiarli sul pubblico
palco dello spettatore.
E sembra quasi di vederlo, grazie a questo intensissimo
e prezioso libricino, chino sulla scrivania,
a correggere, ad aggiungere, a cancellare
Patrizia Burra (patrizia.burra@libero.it)
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