a cura di
Claudio Palmieri
Editore: Corbaccio
Anno: (1993 1° Ed.) 1998
Pagine: 248
Costo: Euro 4.13
ISBN 8879721046
Vi
sentite aperti all'illuminazione? Avete
un animo disposto alla scoperta spirituale?
Vi state ponendo i tre quesiti fondamentali:
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
Se avete risposto sì ad almeno una
di queste domande, la lettura de "La
profezia di Celestino" di James Redfield
riuscirà forse a nutrire il vostro
bisogno spirituale ed a sedare la vostra
sete di sapere mistico. Se le vostre risposte
sono state tutte dei no, allora mi rammarica
dovervi dire che, a mio parere, il romanzo
di James Redfield non vi aprirà la
mente e non vi sconvolgerà lo spirito.
Eppure come l'editore Corbaccio si premura
di specificare, oltre che nel risvolto della
quarta di copertina, anche in un paragrafo
messo opportunamente alla fine del romanzo,
questo libro ha venduto milioni di copie,
otto mi pare, in tutto il mondo. Questo
dovrebbe farci pensare che qualcuno ci ha
effettivamente trovato qualcosa
Comunque, se qualcosa c'e', deve essere
qualcosa di diverso dalla narrazione perché,
se guardiamo al romanzo in sé, bisogna
dire che esso non è proprio un capolavoro
della letteratura contemporanea.
Il romanzo di Redfield ha gli elementi classici
del romanzo d'avventura: un tesoro nascosto
(la nona illuminazione), i buoni che vogliono
trovarla (il protagonista e i vari amici
che incontrerà nel suo cammino),
i cattivi che vogliono arrivarci prima per
impadronirsene loro (il governo peruviano
e la chiesa locale), l'ambientazione rocambolesca
(la foresta peruviana e le rovine Maia),
il tutto condito da un po' di magia (il
misticismo del messaggio spirituale), fughe,
inseguimenti e una storia d'amore.
Il guaio però è che gli eventi
accadono seguendo un copione fin troppo
evidente che fa spesso perdere di credibilità
alla storia. Accade più di una volta
che prima di leggere una pagina si sappia
già cosa stia per accadere (un incontro,
un ritrovamento, un inconveniente) il che
lascia poco spazio alle sorprese.
Poi bisogna considerare che un libro che
parla di coincidenze (la prima delle nove
illuminazioni indica proprio di far caso
alle coincidenze che costellano la nostra
esistenza) non può che avere una
trama solidamente basata sulle coincidenze
stesse. Vero, ma, il gran numero di queste,
che tempestano le vicende de "La profezia
di Celestino", mette a dura prova la
verosimiglianza della storia.
Leggendo questo libro ho avuto l'impressione
che lo scopo di Redfield sia stato quello
di diffondere un messaggio più che
di scrivere un gran romanzo. Mi è
sembrato che egli, volendo comunicare un
qualcosa di importante, abbia imbastito
una storia con lo scopo primario di veicolare
il messaggio spirituale facendone pagare
lo scotto alla trama, che così risulta
intrisa di prevedibilità e forse
anche di ingenuità narrativa.
Si capisce così tanto che "La
profezia di Celestino" ha deluso le
mie aspettative? Bene, se è così
evidente, forse è meglio che cambi
registro e m'impegni obiettivamente a riferirvi
di cosa parla questo libro
La storia è quella di un'avventura
rocambolesca vissuta da un personaggio,
credo autobiografico, che va alla ricerca
della Nona Illuminazione, l'ultima di
una serie di precetti sulla vita e sul
futuro dell'umanità' contenuti in
un antico documento, un Manoscritto in lingua
sanscrita, ritrovato in Peru'.
Il Manoscritto, a detta di coloro che ne
hanno letto dei tratti sulle poche copie
che circolano clandestinamente, contiene
un messaggio che dovrebbe svelare all'uomo
l'essenza della vita ed il futuro dell'umanità'.
Il governo peruviano, in accordo con le
autorità ecclesiastiche locali, sta
però cercando di bloccarne la diffusione.
Infatti, secondo il governo e la chiesa,
il Manoscritto, la cui versione ritrovata
contiene solo otto delle nove illuminazioni,
promulga teorie pericolose sia per la religione
che per la società civile e quindi
la sua diffusione deve essere stroncata
a tutti i costi. L'esercito viene mobilitato
ed i seguaci del testo proibito vengono
ricercati alla stregua di pericolosi rivoluzionari.
Chi viene trovato in possesso di copie del
testo o di singole parti di esso viene incarcerato
o addirittura passato per le armi.
In quest'ambientazione da golpe sudamericano,
il protagonista, uno statunitense venuto
a conoscenza del manoscritto tramite un'amica
che non vedeva da anni, molla tutto ciò
che stava facendo e vola in Peru'. Lì,
con una serie di coincidenze a dir poco
incredibili, viene coinvolto nella ricerca
dell'illuminazione mancante: la nona. Questa
missione che si svolge tra sparatorie, incarcerazioni,
fughe, incontri mistici ed incontri romantici,
lo porta ad apprendere, una dopo l'altra,
le prime otto illuminazioni ed a capire
qualcosa di più di se stesso e degli
altri.
"La profezia di Celestino", nonostante
tutto, è una storia che riesce ad
incuriosire il lettore. Nel mio caso particolare,
lo scetticismo iniziale è stato castigato
dal buon livello di suspance che deriva
dal ritmo della storia nella ricerca della
fantomatica nona illuminazione. L'idea di
fondo è quindi buona, ma è
il dispiegarsi della narrazione che spesso
inciampa. Ciò capita quando la coincidenza
di turno è proprio quella "veramente
giusta" o quando lo svolgersi degli
eventi è troppo prevedibile. In qualche
passaggio mi è addirittura sembrato
di essere alle prese con la lettura di un
romanzetto per ragazzi. Purtroppo anche
il finale non mi è apparso all'altezza
del po' di buono che c'e' nel libro. La
conclusione del romanzo è un volo
di fantasia che ha il sapore di un sogno
adolescenziale. In esso, la ricerca avventurosa
che ha trainato tutto il romanzo perde di
consistenza dissolvendosi in una visione
del futuro dell'umanità' che ricorda
i romanzi di fantascienza dell'inizio del
secolo scorso. Inoltre, e forse questo poteva
essere evitato perché non aggiunge
nulla al romanzo, l'autore usa sapientemente
le ultime righe per aprire uno spiraglio,
o meglio uno squarcio, verso un inevitabile
seguito alla sua opera prima.
Nella lettura di questo testo divenuto di
culto per il popolo New Age, ho notato un
altro punto che mi sembra importante. Nel
suo romanzo Redfield sembra adattare certi
argomenti della nostra esistenza ad una
visione spirituale attraverso una loro estrema
semplificazione concettuale. Come esempio
cito la teoria dei "drammi", cioè
dei comportamenti di ciascun individuo per
"l'approvvigionamento" di energia
spirituale. Infatti, secondo il Manoscritto,
gli esseri umani sono in competizione per
soddisfare il loro bisogno di energia e
il loro comportamento nei confronti degli
altri rispecchia la specifica modalità,
maturata nel rapporto con i genitori, con
cui essi riescono a soddisfare questa necessità.
Questa teoria mi ha fatto pensare ad una
rielaborazione semplificata dei contenuti
di un manuale di psicoterapia. In particolare,
è come se la teoria del Manoscritto
derivasse da una semplificazione dei principali
copioni di comportamento dell'individuo
e da un'ipersemplifacazione delle loro origini
all'interno della famiglia.
Per completare il quadro vorrei dare una
rapida occhiata alla tecnica: la scrittura
di Redfield (o la sua traduzione in Italiano)
non è purtroppo delle migliori e
non aiuta a superare certe debolezze della
trama. Mi riferisco, per esempio, a passaggi
descrittivi che sono "ruvidissimi"
e suonano come forzature o a passaggi quali
quello in cui "un cattivo" arriva
ad "imbracciare una pistola" (pag.
107) o a frasi quali (pag. 109): "A
un certo punto mi accorsi che il sole tramontava
ad ovest." (!)
Se infine, vogliamo spostare brevemente
l'attenzione sul messaggio spirituale de
"La profezia di Celestino", bisogna
affermare che esso nel romanzo ha una ben
precisa collocazione temporale che oggi
a dieci anni dalla pubblicazione della prima
edizione (tra l'altro ammirevolmente edita
a spese dall'autore) perde la sua attualità.
Le previste rivoluzioni non sono accadute,
anzi, a guardarci bene intorno, la consapevolezza
e l'illuminazione che avrebbero dovuto estendersi
a macchia d'olio sul nostro pianeta sono
saldamente soppiantate dalla forza schiacciante
degli interessi economici e dalle velleità
guerrafondaie di qualche potente. Anche
se il messaggio di fondo sulla nostra spiritualità
rimane sempre valido e se le considerazioni
di Redfield sulla natura e sul nostro modo
di porci verso di essa e verso gli altri
sono ancora attuali, la forza della speranza
che questo libro poteva infondere dieci
anni fa, oggi si è purtroppo gravemente
indebolita.
L'incipit
Mi Fermai davanti al ristorante e parcheggiai,
appoggiandomi un attimo al sedile per pensare.
Charlene mi aspettava già dentro,
voleva parlarmi. Ma perché? Non la
sentivo da sei anni: chissà per quale
motivo si era fatta viva proprio una settimana
dopo che mi ero ritirato a vita solitaria
nei boschi. Uscii dal furgone e mi avviai
verso il ristorante. Alle mie spalle l'orizzonte
inghiottiva gli ultimi bagliori del tramonto
e lame di luce color rame attraversavano
il parcheggio bagnato. Soltanto un'ora prima
un breve temporale aveva inzuppato ogni
cosa, rinfrescando la serata estiva che
la luce morente del crepuscolo rendeva quasi
irreale. In cielo era intanto comparsa la
luna. ...
Claudio Palmieri, Febbraio 2003
claupalm@yahoo.it