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Editrice TEA, 1996
109 pagine - 7 euro
Collana: TEADUE
Siamo
nel 1898 alla corte di Francesco Giuseppe, il
Vecchio Signore ormai prossimo ai settanta:
una giovane della piccola nobiltà della
provincia dell'impero viene assunta come dama
di compagnia di un'arciduchessa, elevandosi
piu' di quanto la sua famiglia e in fondo anche
lei stessa sperano.
Vive una storia d'amore col misterioso J.,
destinato ad un matrimonio d'interesse, ma gusta
anche, con la sua piccola, generosa felicità,
i bei vestiti ed i manicaretti della Corte di
Vienna, viaggiando dal Tirolo all'Ungheria,
dalla Boemia alla Dalmazia, al seguito del Signore
molto austero, ma che le appare ancora molto
amato. La dama non avverte il declino di un
impero che sembra eterno, ma sfiora con innata
eleganza la storia che le passa intorno, la
morte dell'imperatrice, troppo bella per vivere
in una corte pettegola e un po' invidiosa, le
prime avvisaglie del nascere dell'indipendentismo
boemo, e le diversità culturali dei vari
popoli: "E' inutile, siamo abituati ai
biondi pallidi di casa nostra ed é difficile
convincersi che questi slavi croati sono austriaci
e nostri fratelli".
E' curiosa, lo ammette ella stessa, cerca quindi
di capire, con ingenuità, ma anche carattere,
questo mondo nuovo per lei, con un pensiero
rivolto alla famiglia lontana nel Waldviertel,
alla mamma (Maman) che non immagina come possa
essere la vita a Corte (e il costo di avere
vestiti e scarpe sempre nuove) ed al papà
cacciatore, per cui si attarda anche a guardare
delle carabine, anche se non la interessano,
pur di descrivergliele. Nostalgia, ma fino ad
un certo punto: "Ma la mia vita è
qui, e deve continuare qui", anche se la
famiglia ha già in mente un pretendente
anziano...
E' un breve romanzo che si legge in un fiato,
anche se é bello attardarsi alle notazioni
di colore dei banchetti, dei viaggi ed alle
tinte diverse delle varie usanze delle popolazioni
dell'impero. Concludo con una piccola nota personale:
ho ripreso in mano il libro dopo qualche anno
e mi sono ricordato che l'avevo letto con mia
moglie durante le vacanze. Sono rimaste sottolineate
a matita, da allora, quelle piccole descrizioni
accattivanti e, diciamolo, golose, come per
esempio "roulades alle noci, meringhette
e, ottimi tra tutto, dei grappolini di ribes
ricoperti di glassa bianca" (credo che
fossimo in montagna d'estate ).
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