GLI
AUDIOLIBRI DI PB
Le versioni audio dei migliori racconti
comparsi sulla rivista, lette dagli autori
o dai membri della redazione di PB. Da ascoltare
on line o scaricare gratuitamente nel proprio
lettore MP3 per portarli con sè in
auto, in metropolitana o... al lavoro. Al
momento sono presenti in archivo
129racconti scaricabili gratuitamente. >>Clicca qui per ascoltare
Ed. Sellerio di Giorgianni
Palermo 2003
Collana:
LA MEMORIA
269 pagine Euro 10,00
Il
fenomeno Camilleri è stato da
tempo analizzato, forse in modo frettoloso
(e un po' invidioso) dagli addetti all'estetica
ed alla critica. Il suo Montalbano,
così intrinsecamente sciasciano,
insulare, provinciale anche, ha affascinato
tanti lettori e soprattutto i giovani
neofiti che iniziano a scoprire le
magie dell'affabulazione letteraria.I
suoi scritti, per altri versi, hanno
fatto adirare, a volte scandalizzare
alcuni intellettuali d'origine meridionale
che hanno accusato Camilleri di letteratura
facile, senza spessore e soprattutto
"furba".Credo che per quest'ultimo
aggettivo ci si debba riferire al problema
del linguaggio di Camilleri, tutto immerso
in una dialettalità imprecisa,
un vero pastiche di suoni e di espressioni
ma che sostanzialmente si riferiscono
a cadenze siciliane della parte orientale
dell'isola. Questo problema espressivo
non è di secondo ordine - di
passaggio, ci si chiede come tale dialetto
possa essere tradotto dalle culture
e forme linguistiche di tutti quei paesi,
occidentali e persino orientali, in
cui Montalbano-Camilleri viene letto,
essendo ormai un fenomeno quasi internazionale.
Il linguaggio dialettale di Camilleri,
peraltro usato anche in opere "serie"
come la biografia di Pirandello, LA
FAVOLA DEL FIGLIO CAMBIATO, non è
ideologico-simbolico. Non è gaddiano
insomma, ma un puro divertimento, segno
d'una passione per le proprie radici,
forse anche modo per esprimere la profonda
violenza e, polarmente, la solare e
grottesca comicità dei tipi siciliani
non omologati da una cultura massificata
ed americanizzata che Pasolini avrebbe
definito come indifferenziata, reificata
.Ne risulta un florilegio di personaggi,
tutti macchiettisticamente posti sul
palcoscenico delle sue storie - non
dimentichiamo che Camilleri è
stato un ottimo regista televisivo:
si ricordi ad esempio la lunga serie
del Maigret di Cervi - dei quali è
inutile considerare lo spessore psicologico,
inesistente, salvo l'eroe introverso,
progressista, istintivo, romantico,
solitario, fedele e macho, appunto il
commissario Montalbano che nel proliferare
delle storie è stato sempre più
scandagliato, divenendo un personaggio
interessante e complesso col quale sarebbe
piacevole mangiare un piatto di pasta
con le sarde, un timballo di "milinzane
cu sucu" (sformato di melanzane
al sugo) o altre prelibatezze della
"forte" cucina siciliana,
avendo davanti la fisionomia piacevole
ed accattivante di Zingaretti, l'ottimo
attore che per un effetto di sinergia
mediatica rappresenta ormai per tutti
il "vero" commissario.
Ora con Camilleri, a me lettore ingordo,
è accaduto sempre un fenomeno
di odio-amore. E' stata proprio questa
dialettalità a farmelo sentire
un po' artefatto. Questo modo di parlare
che nell'ultimo libro, IL GIRO DI BOA,
è divenuto un puro esprimersi
solo in dialetto con qualche inserto
in lingua manzoniano-italica, m'è
sembrato sempre riduttivo, contraddittorio,
limitativo anche. Sentire Camilleri-Montalbano
che passa na "nuttata fitusa, 'nfami,
tutta un arramazzarsi, un votati e rivotati "
ma che poi così esprime una scena
di tensione:"Pariva una scena di
Quentin Tarantino, si puntavano l'occhi
invece dei revorbari ", appare
come uno squilibrio fra un'esigenza
intellettuale dello scrittore ed un
ridurre a popolare, per esigenze di
stile autoimposto , una narrazione che
si sente vorrebbe spaziare in descrizioni,
collegamenti, riflessioni estetiche
e politico-esistenziali. Insomma senti
che Camilleri potrebbe scrivere un suo
giallo, usando la lingua italiana e
il dialetto solo come episodico inserto,
per far divenire i suoi libri delle
opere d'arte moderna meno "furbe"
e più intense e propositive.
Si soffre, insomma, a sentire in giro
che Montalbano piace per la sua fruibilità
country piuttosto che per il suo spessore
in verità tutto potenziale e,
purtroppo e per strana scelta, inespresso.
Tuttavia - e qui scatta l'inesplicabile
paradosso - Camilleri piace. Il fastidio
nel leggerlo si tramuta in dimenticanza
del tempo, a volte in immedesimazione.
Catarè, appuntato buffo, analfabeta
ma molto intelligente diviene un caro
conoscente; il vice commissario Augello,
"fimminaru" un po' patetico,
un po' infantile alla ricerca dell'eterna
madre, ti diviene simpatico; le donne
di Montalbano, "la svidisi"
soprattutto te le senti addosso con
tutta la loro morbidezza e sensualità
e la storia narrata cominci a viverla.
Questo GIRO DI BOA è il massimo,
credo, che Camilleri abbia scritto fra
la lunga serie di gialli. C'è
un problema sociale e politico reale,
l'esodo degli estracomunitari verso
le nostre coste meridionali, il mercato
dei bambini, oggetti dai mille usi empi
e morbosi; c'è un commissario
che comincia ad invecchiare ed a non
sopportare più l'indecenza delle
istituzioni pubbliche - anche della
polizia dopo i fatti di Genova ; c'è
una dinamicità portata avanti
col pathos d'un giallo d'azione; c'è
un Montalbano che spara (e noi, identificandoci,
spariamo con lui) e viene ferito alla
spalla; c'è una equipe che lo
collabora perché un po' lo teme
ma lo ama anche e rispetta tanto perché
è deciso, ha valori, crede in
qualcosa e burberamente vuol bene ai
suoi; e ci sono le donne ma soprattutto
la "svidisi" che ti pare di
allungare la mano per sfiorarla e "sintiri
intra li naschi un sciauro d'albicocca
della sua pelle, tanto forte da averne
un giramentu di testa"
E così, partiti per criticare
e destrutturare si è arrivati
coinvolti ed amalgamati dentro questa
storia, dentro i sapori ed odori dell'affabulazione
di Camilleri. Miracoli dell'alchimia
della fantasia e delle parole.
IMPORTANTE: Il presente sito non costituisce testata giornalistica, non assume carattere periodico e viene aggiornato senza regolarità ogni qualvolta se ne presenti la necessità
ovvero secondo
la reperibilità e disponibilità dei contenuti e delle informazioni. Pertanto, il presente sito non può essere in alcun modo considerato testata
giornalistica assoggettabile
agli obblighi previsti dall’articolo 5 della legge n. 47 del 1948.