GLI
AUDIOLIBRI DI PB
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PROSPETTIVA EDITRICE
Collana Il foglio 4
ISBN 88-7418-051-9 pag. 74 € 7,00
Ho
letto Kamaloka tutto d'un fiato, cosa
che non mi capitava da tempo. L'ho iniziato
seduto sul divano, a gambe incrociate,
radio Lyric FM in sottofondo. L'ho proseguito
passeggiando lungo la spiaggia e l'ho
terminato accomodato su di un sasso,
ai piedi di una scogliera dalle parti
di Crosshaven, tenendo d'occhio che
la marea non si alzasse troppo e coprisse
il tortuoso passaggio di sabbia che
dovevo percorrere per tornare alla macchina.
Quando ho voltato l'ultima pagina faceva
ormai freddo.
Conoscevo gia' lo stile di Paolo Durando,
lo conoscevo e lo apprezzavo, ma di
suo non avevo mai letto altro che racconti.
Un romanzo, sia pur breve, e' altra
cosa, lo sappiamo tutti. Gli scrittori
sono pigri e molti danno il meglio di
se' sulle corte distanze. Stesso discorso
per gli atleti: un buon centometrista
non vale molto nella maratona. Per la
maratona ci vuole grinta, concentrazione,
tenacia, personalita'. Sui cento metri
in genere, si chiude gli occhi e si
lascia fare alla natura. Ora, Kamaloka
e' un mezzofondo, se vogliamo essere
pignoli, ma il ragionamento non cambia.
Kamaloka, che poi, secondo certa filosofia
esoterica e' una sorta di "Purgatorio",
dove le anime degli uomini si ritrovano
per rivivere ancora una volta, come
in una sorta di "rewind",
le esperienze terrene che li hanno accomunati.
Per liberarsene e, forse, per capirne
finalmente il significato, o l'assenza
di significato, prima di rinunciare
ai limit del proprio "io"
e perdersi di nuovo ( e finalmente )
nella coscienza universale. Un'idea
affascinante, almeno per me. Un due
o tremila anni di Kamaloka dovrebbero
bastarmi.
Ma, per tornare al romanzo, che poi
e', giustamente, il centro di questa
recensione, possiamo dire che Duranto
parte bene, senza fretta e, se vogliamo,
in modo classico. Il protagonista del
romanzo, quello che li', nella prima
pagina, jeans troppo larghi,ci guarda
un po' ironico alzando appena la testa,
e' un tipo quasi simpatico.
Uno che, a trent'anni suonati ( da un
pezzo ), ha deciso di non decidere cosa
fare nella vita. Ce ne sono tanti, dentro
e fuori dai libri. Con questo, il destino
non ha avuto mano leggera, un po' ce
ne dispiace, ma c'e' poco da fare. Capita,
a volte, anche fuori dai libri. Lui,
comunque, ha imparato a conviverci.
Poi si continua a leggere, e non ci
vuole molto ad accorgersi che qualche
dettaglio fuori posto, c'e'. E se ne
accorge anche il protagonista, ovviamente,
che pero', con spirito impareggiabile,
decide di non prendersela piu' di tanto.
Se e' spaventato, e forse un poco lo
e', non lo da' a vedere. La realta'
tutt'attorno a lui si contorce e si
amplifica ed il mondo, visto attraverso
questa nuova coscienza sensoriale ampliata,
assume nuovi significati. E' affascinante
( e tipicamente Durandiana ) questa
prevalenza del senso del fantastico
e della curiosita' di fronte all'ignoto.
Laddove molti autori avrebbero optato
per soluzioni piu' semplici, nell'eroe
di Durando non c'e' angoscia e non c'e'
terrore, c'e' solo uno stupore quasi
rassegnato ed il desiderio, profondo,
di capire. Quasi come se il protagonista
seguisse il filo di una illuminazione
che, pagina dopo pagina, si fa piu'
definita.
Ci sono incontri, che portano a vedere
le medesime cose secondo nuovi punti
di vista, ci sono ricordi, che si svuotano
dei vecchi significati ormai logori,
ci sono eventi che celano altri eventi
e vicoli ciechi
Soltanto alla fine il lettore capisce
che la chiave di tutto il libro sta
nel suo inizio, secondo una struttura
perfettamente circolare.
Anzi, addirittura prima dell'inizio,
nel titolo stesso...
Ma, siccome sono un recensore corretto,
non vi anticipo nulla mi limito semplicemente
ad aggiungere che la scrittura e' sempre
interessante e, se pure qua e la' il
fraseggiare si fa un po' involuto, resta,
nel suo complesso, perfettamente leggibile
e pienamente godibile.
Un prodotto di estremo interesse, un
romanzo di quasi-esordio assolutamente
ben riuscito. Se mi si consente di citare
un mio vecchio amico un po' avaro, potrei
definire questo volume della collana
"Il Foglio" ( Prospettiva
Editore) carta ben utilizzata, che vale
pienamente i sette euro ( piu' le spese
di spedizione ) che costa e, credetemi,
non e' un complimento da poco.
A.T.
Kamaloka di
Paolo Durando - un romanzo breve
di taglio Landolfiano. Lo stile
di Durando è trasversale
a fantascienza ed horror e si
può definire un fantastico
antropologico. Il titolo allude
a una sorta di Purgatorio in cui,
nella cultura indiana ed esoterica,
le anime si liberano dai desideri
terreni
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