a cura di
Giovanni Venezia*
Enzo Gancitano
PER LE STRADE DI MAZARA
Toponomastica, storia, cultura,arte, tradizione,
religiosità, leggende.
Mazzotta Editore- Castelvetrano €.
15
Una nuova pubblicazione di Enzo Gancitano
PER LE STRADE DI MAZARA : L'ANIMA DELLA
CITTA'
"Scorrere un libro di toponomastica
è certamente un viaggio nella storia.
Ogni strada è un racconto, una particella
di storia della comunità"
La
preistoria onomastica e linguistica offrono
soltanto un 'continuum' differenziato in
assenza di fatti ed accadimenti certi di
data, pur se si riversano in un percorso
evolutivo. Tuttavia concedono , sia pure
in linee molto generali, ampi "spazi"
- macroaree- che favoriscono, come già
nel paleolitico ed in epoche successive,
l'aggregazione di soggetti anche in costanza
di diversità linguistiche ancora
allo stato rudimentale. E' un monumento
alla memoria.
E per consentirne la conservazione e non
perderne le residue tracce, in questi ultimi
anni, fortunatamente, si sono arricchite
le pubblicazioni di Toponomastica e, seppur
come riferimento, i poleònimi - conosciuti
con il termine più comune di topònimi
- costituiscono fonti importanti culturali.
In ogni strada, in ogni piazza ritroviamo
una storia che ognuno forse ha individualmente
vissuto e che, al tempo stesso, lega ad
una comunità. La toponomastica, infatti,
ci aiuta a ricostruire la storia della città,
ci consente di vederla da varie angolature,
da quella artistico a quello letterario,
giuridico, religioso, politico, mitologico.
"Quei nomi, oggi, testimoniano spesso
vicende epiche, a volte famose a volte neglette
o solo intricate e sanguinarie; talvolta
sembrano delle banali constatazioni dei
"fondatori" sul luogo dove un
paese (o una città) è o è
stato edificato."
Per tutte le civiltà il nome del
luogo dove si vive è importante,
e così è sempre stato. Essi
sono sempre complementari alla storia, agli
avvenimenti, ai personaggi che vi hanno
partecipato e si sono distinti per qualsivoglia
ragione o spesso per meriti particolari.
Sono la Storia.
In questo contesto storico- culturale è
meritorio lo sforzo di Enzo Gancitano che,
con la sua ultima pubblicazione "Per
le strade di Mazara. Toponomastica, Storia,
Cultura, Arte, Tradizione, Religiosità
e Leggende", ha completato la "Storia
di Mazara", in tre volumi, dalle origini
fino al trentennio dopo la seconda guerra
mondiale, pubblicata tra il 2000 ed il 2002
sempre per le edizioni Mazzotta.
L'autore, in quest'ultimo lavoro, ripercorre
- una per una - ogni via, ogni vicolo, ogni
angolo della sua città natale per
estrarne il senso del loro essere: la storia;
prelevarne ogni segnale che potesse essere
fonte di informazione anche se, spesso in
essa c'è un velo di leggenda; per
cui
"
.seguendo le lapidi
viarie - scrive nella breve premessa -,
nel corso di una visita al centro antico
e nei rioni limitrofi nei quali si riscontrano
con facilità monumenti e luoghi doviziosi
di storia, di arte, di tradizioni e di leggende,
è possibile scoprire anche angoli
nascosti, dimenticati o ignorati dagli stessi
abitanti,inconsapevoli quasi sempre delle
vicende storiche dei luoghi da loro abitanti".
E poiché la Storia di Mazara risale
già al Paleolitico superiore, non
ci stupisce che Gancitano abbia trovato
tracce consistenti di grattatoi, bulini,
lame di selce; e nel Mesolitico o Età
della pietra di mezzo, scolpite ed erose
dal tempo, testimonianze visibili nei dintorni
dei laghetti Gorghi Tondi. Per non tacere
che nell'Età della pietra levigata
( 5000-2000 anni a.c.) sono affiorate "
tombe a grotticella, costituite da un pozzetto
d'ingresso o da un fossato per la conservazione
delle derrate alimentari, riscontrabili
nel Castelluzzo sul Mazaro. E così,
lungo il percorso del tempo si scoprono
esistenze di macro-insediamenti fenìci,
cartaginesi, greci, romani che resistono
al tempo dei nostri giorni. Tutte queste
civiltà,come in un divenire coèso,
vollero imprimere il sigillo ai luoghi per
ritrovarli sulla via del ritorno.
Così fu.
L'uomo ed tempo, poi, erosero vestigia ed
orme e ne cancellarono anche la memoria;
ma rimangono labili testimonianze, anche
documentate seppur quasi o del tutto sconosciute.
Così la Piazza Mokarta il cui topònimo
deriva da A.A.Mankud detto Mokarta sovrano
di Mazara,Trapani e Sciacca.
E la piazza Chinea, dall' arabo Xhanea :
luogo per il commercio del vino.
Si presenta con la sua vivacità la
piazza Plebiscito, in ricordo del plebiscito
tenutosi dopo lo sbarco di Garibaldi a Marsala,
per esprimere la netta volontà dei
cittadini di Mazara in favore dell'Unità
d'Italia. E così dicasi per la piazza
della Repubblica, già Piano Maggiore,
per ricordare il referendum popolare ( 1946)
per la scelta della Repubblica.
Molte vie e molti luoghi, però hanno
cambiato nome anche se in origine erano
denominate per l'attività prevalenti
nella strada o nel quartiere: in via Stazzoni,
si producevano laterizi, quartàri,
bùmmuli e giare; in via delle Cave
si estraeva il tufo giallo per costruire
le case o rifugi. Via Gessai. Quì
operavano i cavatori di gesso e così
tante altre storiche macroaree o semplici
strade..
fino ad arrivare ai nostri
giorni.
"Per le strade di Mazara" è
anche una denuncia di notevole portata nei
confronti della Commissione Toponomastica
comunale che, con superficialità
o negligenza o per ignoranza del valore
delle pagine e fatti storici di ampia valenza
culturale, ha spesso deliberato di dare
nomi poco noti e senza senso per la storia.
Per una concreta ed inoppugnabile conferma
"basta una visita alla città
nuova, che mostra subito come i quartieri
di recente insorgenza siano il risultato
di un abusivismo scriteriato e come, molte
volte, siano privi di fatti storici degni
di menzione."
Nel risvolto della copertina del volume
di Gancitano, troviamo la sintesi di trecento
pagine a lettura scorrevole come il percorso
delle strade di Mazara: " Scorrere
un libo di toponomastica è certamente
un viaggio nella storia .Ogni strada è
un racconto una particella di storia della
comunità".
Ecco perché l'amore di chi in quei
luoghi nasce o vi è nato è
forte ed il distacco è sempre doloroso
e permane nel tempo. Nel libro Popol Vuh
-Il libro della comunità" o
"del consiglio-" che raccoglie
la genesi, la mitologia e la storia antica
per quanto riguarda le migrazioni e il contatto
con le culture, tolteca e maya yucatena",
è descritto questo amore e questo
dolore: "Qui,abbiamo sempre vissuto:
è giusto che continuiamo a vivere
dove ci piace e dove vogliamo morire. Solo
qui potremo resuscitare; da altre parti
mai riusciremmo a ritrovarci interi e il
nostro dolore sarebbe eterno."
I poleòmini di Mazara sono questo
amore, cultura e storia e lo trasmettono
perché le radici non siano mai divelte
nel tempo. Imprimerli dentro di noi è
far crescere più forte l'albero della
memoria.
Ritengo, infine, che Gancitano, con questo
percorrere le strade della sua città
abbia voluto aprire una vetrina ampia in
cui sono visibili lapidi, reperti e parole
di civiltà antica e recente e per
uomini del tempo d'oggi perché nei
siano custodi attenti e li tramandino ai
posteri.
Giovanni Venezia è direttore di www.ilpungolo.com