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Lo spazio bianco
di Valeria Parrella
Pubblicato su SITO
Anno
2008-
Einaudi
Prezzo €
14,80-
112pp.
ISBN
9788806190965
Una recensione di
Simonetta Cestarelli
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Votanti:
9087
Media
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“…..E Irene non c'era. Lei non era nessuno, era un feto sgusciato,un corpo nudo il cui cuore batteva centottanta volte al minuto, la cui faccia era così piccola che nessuno avrebbe potuto intuire i lineamenti: era una forma senza immagine, un atto vivente che dietro di sé non aveva nessuna idea platonica a sorreggerlo,l' individuo che non arrivava a nessun paradigma..''Maria, quarantadue anni napoletana insegnante di lettere di una scuola serale,figlia di un operaio comunista dell'industria conserviera,vissuta in una periferia distante da tutto,rimane incinta e partorisce prematuramente una bambina,Irene. Tutte le certezze accumulate da anni vengono a crollare sotto il peso di un dolore grande, Maria cerca quindi di far tacere le emozioni che prendono il sopravvento sulla ragione rifugiandosi dove il dolore non può raggiungerla, in un altro livello che non lo lasci trapelare. Irene è arrivata quando nessuno se lo aspettava più, nata da un amore distratto,oramai assente,così piccola da dove essere messa fra i cuscini dell’incubatrice, ma immensa nella sua importanza affettiva. Nonostante la sua condizione di prematura e la sua lotta quotidiana con la vita , Irene c'è esiste e richiama Maria ai sentimenti alle emozioni ,alle incertezze ,alle attese, le rende importanti e le fa pesare più di ogni altro fatto tangibile. Irene e' una bambina che nell'incubatrice attende di nascere, Maria è una donna che attende di canonizzare il suo essere madre con la sua nascita, e nell’attesa impara un nuovo modo di comunicare, nuovi linguaggi,e un nuovo modo di farsi attraversare dalla vita,ribaltando tutti gli stereotipi che conosceva. Con fatica affronta l'accettazione del vivere un giorno alla volta, l’importanza della speranza e dei dubbi, il senso delle attese, così lontane per lei donna con quell’arroganza di fondo maturata dalla vita della fabbrica di suo padre che costruiva sia chi ci lavorava e chi ci campava. Davanti all’incubatrice inizia anche un viaggio dentro se stessa ripercorrendo la sua vita, fatta di fatti concreti, dove ha sempre deciso e non ha mai lasciato al caso nessuna possibilità ,ora invece tutto è nelle mani del caso e della probabilità. Tutto è cambiato, niente è come prima, il lavoro i suoi studenti gli amici rimasti ,la vita e’ scandita dai ritmi del reparto prematuri dell’ospedale, delle macchine dei monitor, dall’incubatrice , condivisa con i medici , infermiere, e con le altre madri che come lei spartiscono le attese sui divani dell’ospedale. Sullo sfondo qualche scorcio di un Napoli multietnica che accomuna sogni della gente di ogni colore. Anche il nascere in una incubatrice ha i suoi tempi, i suoi rituali,le sue attese i suoi percorsi e diventa un punto di inizio nel quale un giorno Maria ed Irene si trovano insieme. Un inizio, dopo quello spazio bianco di incertezza di dolore di vita,che anche se e’ bianco e’ significativo comunque, come le righe lasciate non scritte in un racconto che separano un episodio da un’altro della stessa vita o,come succede a Gaetano lo studente delle serali, uno spazio bianco per andare avanti nel tema di italiano. Uno spazio silenzioso ma ricco di tante cose, che non si dimentica, che si e’ vissuto, che comunque significa piu’ di quello che avremmo mai pensato. Ed il ‘’Mettici uno spazio bianco e ricomincia a scrivere quello che vuoi’’ che Maria suggerisce a Gaetano, e’ un modo come un altro per continuare.Ispirato anche dall’ esperienza personale ‘’Spazio Bianco’’ è un romanzo intenso, dalla bella prosa ricca e ritmata, dove Valeria Parrella si propone come scrittrice di grande forza narrativa, sensibile ed attenta nel raccontare con il dovuto distacco il percorso emotivo,del dolore,delle consapevolezzee delle scelte, indagando nell’intimo della natura umana.
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