Nuovo lavoro del maestro. Una raccolta di racconti che, a differenza di altre raccolte, non presentano racconti lunghi, ma storie brevi, almeno secondo i suoi standard.
Il bazar dei brutti sogni è, come dice il titolo stesso, una raccolta di incubi trasformati in altrettante storie.
Nell’introduzione, King invita ogni suo fedele lettore a compiere un viaggio insieme a lui: “Forza, siediti accanto a me. Avvicinati. Tanto non mordo. Però… ci conosciamo da secoli e forse sai che non è proprio vero. O mi sbaglio?”
Leggo King dal suo primo libro uscito nel 1970 (ovviamente ho avuto il piacere di godermelo un bel po’ dopo la sua uscita, visto che il ’70 è il mio anno di nascita!); poche volte sono rimasta delusa. Molti li ho letti d’un fiato, senza mai stancarmi di farmi prendere per mano dalla sua abilità di narratore.
Anche in questo caso troviamo spunti originalissimi, personalità mai banali amalgamate in storie incredibili.
Una piacevole particolarità è che, all’inizio di ogni racconto, King inserisce una breve lettera, svelando come sia nata l’idea per quello scritto, o aggiungendo dei particolari curiosi. Allo stesso modo, alla fine di ognuno, è inserita una dedica.
Leggerete quindi di macchine carnivore, o di un bambino veramente cattivo, ci sarà descrizione dell’aldilà, tutta... sua; persino alcune poesie. I racconti sono molti, gli argomenti svariati, la qualità mediamente alta.
[«Dove prende le sue idee» e «Da dove le è venuta quest’idea» sono due domande ben distinte. Alla prima non si può rispondere. Alla seconda qualche volta so dare una risposta, ma il numero di casi in cui non sono in grado di farlo è sorprendentemente elevato, perché le storie sono come sogni.]
Oltre al piacere della lettura, scopriamo dettagli nuovi sulla personalità di un uomo che si svela attraverso le parole scritte e che non nasconde mai i propri errori. D'altra parte, anche questi vengono rielaborati e diventano racconti fantastici. Di King, non si butta via niente!