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recensioni
La
pupa di zucchero
di Silvana Grasso
a cura di Rossella Maria
Luisa Bartolucci
RIZZOLI 2001
222 pagine Prezzo 13 euro
ISBN 8817868043
Cos'è
la pupa di zucchero? E' un dolce caratteristico
che si regala ai bambini in Sicilia
nel giorno dei morti, il 2 novembre.
E' un dolce in apparenza duro come la
pietra, ma in realtà bastano
due gocce di saliva per scioglierlo.
Esso raffigura una bella donna vestita
di merletto. Generalmente le sue labbra
sono molto rosse, come se la bocca fosse
"pittata di sangue". Nel libro
essa è una metafora dell'inconsistenza
della vita umana, e allo stesso tempo
un'immagine-simbolo della Sicilia, che
la Grasso rappresenta a tinte forti
ma fosche. La vicenda vede al centro
una sfortunata tonnara con le sue mattanze
e le mire del capofamiglia Cavalier
Luchino Branciforti, che prima riesce
a farla sua, e, una volta appropriatosene,
come se fosse un tesoro cerca di trasmetterla
in eredità a chi tra i suoi familiari
se ne mostrerà più degno
perché come lui animato da una
forte passionalità: il suo primo
pensiero è per la nipote Teresilla,
ma i suoi sensi lo tradiranno e metteranno
ben presto fuori gioco la sua preferita.
Un inetto si dimostra invece il figlio
Filippo, e troppo amante della filosofia
e disgustato dalla realtà il
nipote Pietro, a cui di fatto andrà
l'eredità. Uno solo sembrerebbe
degno di succedergli: Bruno, il figlio
di Teresilla, il più passionale
e il più concreto della famiglia,
ma destinato a morire ancor giovane
annientato da un cancro. E così
l'impero del Branciforti, altrettanto
attaccato alla sua tonnara quanto il
personaggio di Verga Mastro don Gesualdo
si dimostra attaccato alla sua "roba",
sembra dissolversi insieme al caldo,
sensuale e fatale paesaggio siciliano
nell'immagine della pupa di zucchero
che accomuna nel finale il destino dei
due personaggi più opposti: l'intellettuale
Pietro e l'affarista Bruno. Si sente
nel libro una calda sensualità,
una forte passionalità, un diffuso
senso di morte, attinto dall'autrice
direttamente dalle sue esperienze personali
(suo marito è recentemente morto
a causa di un melanoma).I paesaggi descritti
sono intensi e vividi, emanano calore
ma nello stesso tempo un forte senso
di fatalità. Le tinte sono calde
e contrastanti, sensuali ma luttuose.
Felicissime e vivide sono le immagini
rese attraverso una lingua impastata
di sicilianismi, fortemente espressiva
pur nella sua incontestabile modernità.
Potente e sapiente si dimostra l'uso
del flashback come tecnica narrativa.
La scrittrice sembra essere giunta ai
suoi livelli più alti nella descrizione
di un mondo vasto e complesso, ma volto
alla consunzione. La lettura è
avvincente e avvolge il lettore nelle
sue spire, riuscendo ad incantarlo completamente.
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